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25 aprile, il messaggio ai trevigiani del sindaco Conte

"In questo periodo di sosta forzata abbiamo potuto riflettere sulla nostra propensione alla libertà, sul nostro bisogno di muoverci e circolare liberamente. Abbiamo compreso, più che in ogni altra circostanza, la bellezza di esprimere le nostre emozioni nel calore e nella quotidianità dei luoghi a ciascuno più cari", ha detto il primo cittadino.

Questo il messaggio alla città di Treviso scritto dal sindaco Mario Conte in occasione della Festa della Liberazione, 25 aprile 2020.

Come già accaduto in occasione di una giornata particolarmente sentita dalla comunità trevigiana, il 7 aprile, giorno del ricordo del bombardamento del 1944, oggi viviamo in modo inconsueto un’altra importante ricorrenza, il 75° Anniversario della Liberazione d’Italia dal nazifascismo.

Non possiamo vivere questo momento con la solennità e quel senso di comunità che solo la presenza fisica è in grado di conferire a una cerimonia in Piazza, ma abbiamo ritenuto comunque doveroso ricordare, anche attraverso la deposizione di corone di fiori sui cippi presenti nel territorio, gli uomini che hanno combattuto e le donne e i bambini che, nelle proprie case e con il timore di non rivedere più padri, mariti e fratelli, hanno continuato a vivere, crescere e sperare in un’Italia libera, democratica e fondata sui valori della famiglia e del lavoro.

In questo periodo di sosta forzata abbiamo potuto riflettere sulla nostra propensione alla libertà, sul nostro bisogno di muoverci e circolare liberamente. Abbiamo compreso, più che in ogni altra circostanza, la bellezza di esprimere le nostre emozioni nel calore e nella quotidianità dei luoghi a ciascuno più cari. 

Ciò che per noi, ormai 50 giorni fa, era diventato quasi “ordinario”, fra poco più di una settimana – compatibilmente con le decisioni che verranno prese dal Governo – sarà per noi una riscoperta dello “straordinario”.

C’è chi, per quella normalità che ora desideriamo ardentemente, ha dato la vita. C’è chi, nella Resistenza, ha vissuto nell’angoscia, nell’instabilità e nella precarietà.

Il 25 aprile si celebra anche San Marco, Santo Patrono di tutti i Veneti, un popolo che anche in questo momento di difficoltà, sta dimostrando di essere unito, solidale, ispirato dal senso di appartenenza e da una grande dignità.

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