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San Donà, una pista ciclabile controversa

Nelle scorse settimane, la giunta comunale di San Donà di Piave ha approvato la realizzazione di una nuova pista ciclabile, che collegherà la stazione ferroviaria con la cittadella scolastica. Il progetto, tuttavia, è al centro di accese discussioni da parte di semplici cittadini e associazioni naturalistiche: all’altezza di via Sabbioni, infatti, è previsto l’abbattimento di 18 ippocastani, che creano un corridoio verde, assai apprezzato da residenti e cittadini
01/08/2025

Nelle scorse settimane, la giunta comunale di San Donà di Piave ha approvato la realizzazione di una nuova pista ciclabile, che collegherà la stazione ferroviaria con la cittadella scolastica. La nuova pista, che utilizza, in parte, un percorso già esistente proveniente dal polo intermodale, sarà lunga poco meno di un chilometro. Essa si snoderà tra le vie Sabbioni e Asiago, creando un percorso sicuro per i numerosi studenti che si recano a scuola.

Il progetto, tuttavia, è al centro di accese discussioni da parte di semplici cittadini e associazioni naturalistiche: all’altezza di via Sabbioni, infatti, è previsto l’abbattimento di 18 ippocastani, che creano un corridoio verde, assai apprezzato da residenti e cittadini. L’Amministrazione assicura che, per ogni albero abbattuto, ne verranno impiantati tre di nuovi.

Difende il progetto l’assessore ai Lavori pubblici, Luigi Trevisiol, che abbiamo contattato di recente: “Ritengo sia giusto realizzare questo percorso, anche se è necessario tagliare gli alberi, in quanto mette in sicurezza il passaggio dei numerosi studenti che percorrono questo tratto di strada per recarsi a scuola. Purtroppo, la strada in quel tratto è molto stretta: la procedura per fare gli espropri, per poi allargare la strada, è troppo lunga e costosa”.

Di diverso parere Michele Zanetti, presidente dell’Associazione naturalistica sandonatese: “In via Sabbioni una pista ciclabile, in effetti, serve, essendo quella la strada che gli studenti delle superiori di San Donà percorrono a sciami, e in ordine sparso, dalla stazione ferroviaria alle scuole”. E prosegue: “Detto questo, si imporrebbe uno sforzo progettuale ed economico tale, per cui gli alberi in oggetto potessero essere conservati. Magari spostando di mezzo metro i muretti di cinta dei cortili che si affacciano alla rotabile. Sappiamo tutti che è assai più semplice e, probabilmente, meno costoso abbatterli, come è accaduto in numerose occasioni negli anni recenti, ma oltre al danno di cui si diceva, in questo caso si produrrebbe anche un danno culturale. Nel senso che verrebbe negato il messaggio per cui gli alberi sono importanti , e ci si impegna per conservarli. Noi rimaniamo convinti che questi alberi possono continuare a fornire i propri servizi ecologici all’ambiente urbano ancora per decenni. Un albero di cinquant’anni fornisce un «servizio ecologico», di elevato livello. Il che significa che, abbatterlo adducendo la giustificazione che se ne pianteranno altri tre, vuol dire che si dovrà attendere almeno trent’anni per avere lo stesso servizio. Trent’anni che non abbiamo, stando così le tendenze in atto”, conclude.

A difesa degli alberi, in queste settimane si sono attivati un comitato spontaneo di cittadini, “salvaalberi.sandona”, oltre che associazioni quali Fiab, “Alberi in comune odv”, “Se non ora quando” e “Casa delle donne”. Questi hanno lanciato con una raccolta firme che ha raggiunto più di 500 adesioni: “Chiediamo il blocco immediato degli abbattimenti e la valutazione di scelte alternative, come l’istituzione di sensi unici e zone 30” le richieste del comitato, che aggiunge: “Sacrificare il verde urbano non è solo una questione di alberi, ma una scelta politica. Serve una visione del futuro affinché San Donà rimanga a dimensione umana”.

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