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Ben riuscite le proposte estive di Agesci e giovanissimi di San Donà: un cammino ricco di scoperte

È il caso delle route, che vengono vissute dai giovani scout del Clan, ragazzi dalla quarta superiore al primo anno di università, che quest’anno sono state tutte route di cammino. Tra le altre esperienze una citazione meritano il campo di servizio presso il Sermig, vissuto dai ragazzi di 3ª e 4ª superiore, ma soprattutto il campo a cui hanno partecipato i giovanissimi di 1ª e 2ª superiore della Collaborazione pastorale di San Donà di Piave, sulle orme di Piergiorgio Frassati
19/09/2025

Proposte originali, che spesso lasciano momenti significativi e ricordi indelebili. Lo sono state varie iniziative e campiscuola estivi, promossi nel Sandonatese per i giovani.

È il caso delle route, che vengono vissute dai giovani scout del Clan, ragazzi dalla quarta superiore al primo anno di università, che quest’anno sono state tutte route di cammino. Il Clan degli scout Fse di Fossalta e Noventa ha vissuto l’esperienza del “Cammino di san Francesco”, da Gubbio, Eremo di San Pietro al Vigneto, Valfabbrica e Assisi, con la visita alle basiliche francescane e all’eremo delle Carceri, con tanto caldo, ma anche tanto refrigerio nello spirito, con la condivisione di fatica, gioia e amicizia. Il clan Appaloosa del gruppo scout Agesci San Donà 4 ha vissuto la sua route dal 4 al 9 agosto, con un cammino di circa 65 km nei dintorni di Fusine in Valromana, in Friuli, partendo da Tarvisio. “Siamo passati per diversi luoghi interessanti - racconta Stefano - come il triplice confine e il piccolo paesino di Coccau. Quattro giovani, tra noi, hanno preso “la partenza”, segnando dei momenti di entusiasmo, di fatica condivisa e di sostegno reciproco. Alla fine, la soddisfazione di aver completato il percorso ha reso l’esperienza ancora più speciale, lasciando a tutti la voglia di ripeterla ancora”.

Anche il Clan del gruppo scout San Donà 3 è rimasto in Friuli, camminando lungo la via Flavia, da Aquileia a Trieste. “La strada non ci ha messo troppo alla prova - scrive Giovanni - ma fin dai primi passi si è creato qualcosa di raro: quel legame profondo che di solito nasce solo dopo giorni di cammino insieme. Noi, invece, lo abbiamo sentito subito, forse perché il tempo a disposizione era poco, forse perché eravamo in pochi e questo ci ha permesso di legare in fretta. C’era un’intesa silenziosa tra di noi, nessun bisogno di grandi discorsi, bastavano gli sguardi, i passi condivisi, i silenzi durante la marcia. Il cammino non è stato solo un viaggio tra due città, ma un percorso dentro di noi”.

Infine, anche il Clan del gruppo scout San Donà 1 è andato in Friuli per la sua route (nella foto): “Partiti dalle sorgenti del Piave, abbiamo costeggiato il confine con l’Austria per scendere e concludere la nostra 8 giorni di route a Padola - racconta Giovanni -. Il maltempo e la fatica sono stati occasione per legare come comunità e il tema della route, la comunicazione, che abbiamo analizzato dal punto di vista anche della fede ci ha fatto fare passi avanti”.

Tra le altre esperienze una citazione meritano il campo di servizio presso il Sermig, vissuto dai ragazzi di 3ª e 4ª superiore, ma soprattutto il campo a cui hanno partecipato i giovanissimi di 1ª e 2ª superiore della Collaborazione pastorale di San Donà di Piave, sulle orme di Piergiorgio Frassati, il giovane torinese che è stato canonizzato da papa Leone XIV domenica 7 settembre, assieme al giovanissimo Carlo Acutis.

“Il camposcuola si è svolto nei vari luoghi frequentati da Frassati nel corso della sua vita - racconta Lucia Zanin, una delle animatrici che ha accompagnato i ragazzi -. Nella prima parte della settimana siamo stati nei pressi del santuario di Oropa. Abbiamo fatto un’escursione fino a Pollone, dove si trova la villa vacanza della famiglia Frassati e ripercorso il cammino che Piergiorgio faceva tutti i giorni, da casa sua, alle prime luci dell’alba, diretto verso Oropa, per vivere la messa e tornare a casa, prima che i suoi genitori se ne accorgessero. Nella seconda parte della settimana, ci siamo trasferiti a Torino, dove abbiamo vissuto davvero tante esperienze, incontrato molte persone, ascoltando testimonianze e visitando il Sermig, l’oratorio di Valdocco, la tomba di don Bosco e san Domenico Savio, e tanti luoghi significativi in cui ha vissuto e che sono stati frequentati da Piergiorgio Frassati”.

“È stata un’esperienza molto intensa - conclude commentando Lucia - durante la quale abbiamo avuto la possibilità di intensificare i legami di amicizia e approfondire la nostra fede. Abbiamo visitato molti luoghi significativi del giovane santo, e il fatto di vedere dal vivo questi posti e ascoltare le curiosità sulla sua vita ci ha permesso di vedere questo giovane santo come un ragazzo simile a noi, con le stesse problematiche in famiglia (non veniva compreso dai suoi genitori) e a scuola, dove era stato anche bocciato. Inizialmente, i ragazzi sentendo tutte le azioni buone che faceva per i poveri e i malati di Torino, erano increduli e pensavano si trattasse di qualcosa di impossibile da realizzare, ma, poi, approfondendo la conoscenza del santo, si sono fidati e hanno guardato a lui come esempio concreto, come a un santo vicino alla loro esperienza di vita”.

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