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San Donà, la “rigenerazione” del borgo Ina

I residenti hanno deciso di organizzare una camminata di quartiere, per far scoprire alla cittadinanza la peculiare storia di questo microcosmo. L’evento, sostenuto da Forcoop Cora, attraverso il progetto “Joy” della regione Veneto, che mira a incentivare iniziative di rigenerazione urbana e dialogo intergenerazionale nelle nostre comunità, ha riscontrato un’ottima risposta da parte della cittadinanza e delle vicine attività commerciali del quartiere San Pio X
23/05/2025

Tra le vie Cadorna, Terza armata e della Ferriera, a San Donà di Piave, sorge un piccolo borgo all’apparenza anonimo, ma che nasconde una storia affascinante: il quartiere, infatti, fu realizzato grazie all’ambizioso piano Ina casa, progetto di edilizia sociale pubblica, attraverso il quale la nuova Italia repubblicana voleva fornire una casa moderna e dignitosa a moltissime famiglie che vivevano ancora in uno stato di indigenza tra gli anni ’50 e ’60.

Per questo, nella mattinata di domenica 11 maggio, i suoi residenti hanno deciso di organizzare una camminata di quartiere, per far scoprire alla cittadinanza la peculiare storia di questo microcosmo. L’evento, sostenuto da Forcoop Cora, attraverso il progetto “Joy” della regione Veneto, che mira a incentivare iniziative di rigenerazione urbana e dialogo intergenerazionale nelle nostre comunità, ha riscontrato un’ottima risposta da parte della cittadinanza e delle vicine attività commerciali del quartiere San Pio X.

Alla camminata, coordinata dal professor Riccardo Triolo, residente nel quartiere, hanno partecipato anche l’archivista Martina Buran, Patrizia Lojola per Forcoop, e il consigliere comunale Stefano Ferraro.

Sono state, così, esposte le tappe che hanno portato alla realizzazione di questo borgo, nato nel 1957 e realizzato nei sette anni successivi, utilizzando alcune tecniche urbanistiche all’avanguardia per il tempo, come la presenza di aree verdi, soluzioni mirate a incentivare la socialità tra i residenti e canoni di affitto calmierati e dilatati nel tempo.

A impreziosire l’evento sono stati i residenti storici, che hanno raccontato le varie trasformazioni del quartiere nel corso dei decenni, contribuendo con tutti i presenti a creare un momento di memoria collettiva.

Giunti all’ultima tappa, i partecipanti hanno potuto attaccare a un cartellone alcuni post-it, con suggerimenti per migliorare la vivibilità del borgo.

Soddisfatto dell’evento il professor Triolo: “Da circa un anno, noi residenti ci siamo organizzati in comitato, poiché eravamo preoccupati per la sicurezza del borgo. Abbiamo scelto, però, di affrontare questo problema come comunità, coinvolgendo anche il multiculturale vicinato, in coerenza con la storia di questo quartiere. Vogliamo essere un interlocutore serio e affidabile per il Comune, in modo da poter co-gestire alcuni spazi e innescare un processo di rigenerazione urbana. Nei prossimi mesi, abbiamo in programma una conferenza con la storica Paola Di Biagio, la principale studiosa del piano Ina Casa”. A conclusione della mattinata, le note della banda dell’oratorio hanno allietato il convivio allestito nel campo al centro del borgo.

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