lunedì, 02 giugno 2025
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Spinea, l’incontro tra il Vescovo e gli studenti della scuola Dieffe, con un invito a custodire la meraviglia

La scuola è luogo d’incontri. Il 15 maggio la scuola Dieffe di Spinea ha visto realizzarsi un incontro particolare: quello tra un adulto che non ha smesso di voler conoscere e osservare il mondo con lo sguardo della meraviglia e tanti studenti che la meraviglia la gettano in faccia quotidianamente a tutti coloro che sanno vederla...

La scuola è luogo d’incontri. Il 15 maggio la scuola Dieffe di Spinea ha visto realizzarsi un incontro particolare: quello tra un adulto che non ha smesso di voler conoscere e osservare il mondo con lo sguardo della meraviglia e tanti studenti che la meraviglia la gettano in faccia quotidianamente a tutti coloro che sanno vederla. L’adulto in questione è il Vescovo della Diocesi di Treviso, gli studenti sono i ragazzi e le ragazze che stanno studiando per diventare artigiani del gusto, e insieme a loro c’erano gli insegnanti, che li stanno accompagnando in un percorso che non è di solo apprendimento, ma di vita.

Durante un pranzo preparato e servito dagli allievi, guidati dai loro insegnanti di laboratorio cucina e sala/bar, mons. Tomasi ha iniziato un dialogo con questi giovani partendo dall’assaggio di sapori da loro accuratamente selezionati e pensati , e ha detto loro, con poche semplici parole: “Ora che ho assaggiato questo, il mondo sorride di più”. È proprio questo che dovrebbe accadere a scuola: il sapere va insegnato ai giovani perché possano assaporare il mondo e vederlo più bello, un mondo che sorride.

Durante il pranzo e nel successivo momento di dialogo ci sono state parole e sorrisi importanti. Cristian, con animo sincero e solare, ha raccontato: “Io ho iniziato questa scuola non credendo tanto in me stesso, il primo anno ho preso un’insufficienza perché ho toccato la friggitrice quando non avrei dovuto... ho fatto due esperienze di stage belle, ma toste, e adesso sono contento di quello che faccio”.

Simone ha sorpreso con parole profonde: “La scuola è un luogo di amicizie e cavolate indimenticabili e a scuola capisci che proprio quegli adulti, i prof, che vedi come dei nemici, in realtà sono i tuoi alleati, e spesso, proprio quelli più severi, scopri che sono quelli che a te ci tengono di più”. Lorenzo ha condiviso una scoperta: “Io, in questa scuola, che è professionale, ho scoperto una mia passione: quella per la scrittura. È nato tutto preparando la presentazione di un «Open day», un compito pratico, e ho realizzato il sogno di partecipare a un concorso letterario, che mi ha fatto arrivare a una premiazione all’Università Sacro Cuore”.

Alle parole e ai sorrisi dei ragazzi si sono uniti quelli degli insegnanti. La professoressa Capuzzo ha definito il lavoro del formatore come una sfida continua, che ha lo scopo di far scoprire ai ragazzi il loro talento. Il prof. Zennaro ha ringraziato i ragazzi per la loro autenticità. Ivana Tiozzo, la storica segretaria della scuola, ha parlato, invece, di uno stare con i ragazzi nutrito da tante piccole attenzioni quotidiane: lo sguardo che accoglie all’ingresso, la telefonata a casa, il prendersi cura di chi segnala una difficoltà, la risata per sdrammatizzare la giornata “no”.

Infine, il Vescovo si è congedato dai ragazzi e dagli insegnanti ricordando ai primi che sono “portatori di meraviglia” e definendo i secondi, insieme agli adulti tutti, “custodi di meraviglia”. Una meraviglia che si può custodire dando sapore all’apprendere. Attraverso dei “sì” che sono delle scommesse. Attraverso dei “no” che vogliono dire “Tu sei meglio di così. Ti dico no perché ti voglio bene”.

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