Indubbiamente, quello che ci appare nel racconto è un Gesù umano, compassionevole e misericordioso verso...
Le nuove frontiere della Banca degli occhi: a convegno a Venezia esperti da tutto il mondo
Il 16 e 17 gennaio meeting mondiale all'ospedale dell'Angelo. I dati del Veneto: aumentano le donazioni ed è record d’invii di tessuti all’estero. E il Veneto “aiuta” la Germania: 225 tessuti inviati per trapianto ai pazienti tedeschi

Una vera rivoluzione in pochi anni: ieri la sostituzione dell’intera cornea con intervento a occhio aperto, oggi una piccola incisione e l’inserimento di lenticoli così sottili da arrivare dai 120 ai soli 20 micron, tanto sottili da essere trasportati con supporti creati dai ricercatori con la stampante 3D. E domani? La creazione di una nuova cornea (o parte di essa) direttamente in laboratorio attraverso le cellule staminali. E’ la grande sfida delle banche degli occhi e del trapianto di cornea.
E’ questa la grande sfida delle banche degli occhi e del mondo legato al trapianto di cornea, che si riunirà venerdì 16 e sabato 17 gennaio al Padiglione Rama nell’area dell’Ospedale dell’Angelo di Mestre per il XXVII Meeting annuale dell’Associazione delle Banche degli Occhi Europee (Eeba). 200 partecipanti da tutta Europa con delegazioni anche da Stati Uniti, Iran, Arabia Saudita e Sri Lanka, saranno a Venezia ospiti di Fondazione Banca degli Occhi del Veneto Onlus, per confrontarsi e scambiare conoscenze, mentre in contemporanea si terrà anche il IX Corso SIBO che riunisce 50 esperti delle 15 banche degli occhi italiane, alla presenza del Direttore del Centro Nazionale Trapianti Alessandro Nanni Costa.
Solo pochi anni fa il trapianto di cornea era sinonimo di “cheratoplastica perforante”, un intervento cioè “a occhio aperto” in cui sostituire l’intero spessore della cornea. Oggi i dati confermano che le perforanti vengono sempre più sostituite dalle cheratoplastiche lamellari anteriori e posteriori, cioè sostituzioni di parte della cornea. Ed è qui che si apre la sfida. “La sfida più importante oggi si chiama DMEK. E’ la tecnica attraverso cui si va a trapiantare un tessuto spesso 20 micron, ricavato dalla parte posteriore della cornea di un donatore e composto da endotelio e membrana descemet” spiega il Presidente dell’Associazione Banche degli Occhi Italiane Davide Camposampiero, che è anche responsabile del Processo donazione e trapianto di Fondazione Banca degli Occhi.
“Queste nuove tecniche prevedono il trapianto di un tessuto talmente sottile che si poteva isolare dalla cornea del donatore ma non si riusciva a maneggiare né a trasportare” spiega il direttore di Fondazione Banca degli Occhi del Veneto Onlus, Diego Ponzin, “nei nostri laboratori di Venezia abbiamo dovuto creare un Device, un contenitore apposito disegnato e generato con la stampante 3D, per far arrivare il tessuto per DSEK in sala operatoria direttamente nelle mani del chirurgo, che con un veloce ma delicatissimo passaggio può inserirlo nell’occhio del paziente per mezzo di una piccola incisione”.