Indubbiamente, quello che ci appare nel racconto è un Gesù umano, compassionevole e misericordioso verso...
Ponte della Priula, dopo cento anni più forte e più bello di prima: "Opera realizzata tra innovazione e salvaguardia".
Al taglio del nastro erano presenti, oltre a Zaia, il ministro delle infrastrutture e dei trasporti Danilo Toninelli, l’amministratore delegato di Anas Massimo Simonini, l’assessore regionale Elisa De Berti, il presidente della Provincia di Treviso Stefano Marcon, i sindaci di Susegana e di Nervesa della Battaglia.

“I cittadini qui presenti sono il riconoscimento dell’impegno profuso da tutti i lavoratori per la realizzazione di quest’opera. È un giorno di festa per celebrare un intervento che tutela il passato guardando al futuro, in cui si restituisce al Veneto e in particolare a Treviso un’opera che conserva la sua storicità e la sua importanza”. Lo ha detto il presidente della Regione del Veneto, Luca Zaia, alla cerimonia di riapertura al traffico dello storico ponte della Priula che, attraversando il fiume Piave, collega Susegana a Nervesa della Battaglia, in provincia di Treviso, lungo la statale 13 Pontebbana.
“Durante la Prima Guerra Mondiale qui si costruiva un ponte: questi sono i veneti e oggi confermiamo quella tenacia e concretezza" ha continuato Zaia. "Abbiamo impiegato troppi anni per portare a compimento questa impresa, e non certo per mancanza di volontà, ma per la pesantezza delle norme e delle regole. Noi le leggi le dobbiamo e le vogliamo rispettareper realizzare le opere di cui la comunità ha bisogno”. Al taglio del nastro di quella che si presenta oggi come una infrastruttura completamente potenziata e riammodernata, erano presenti, oltre a Zaia, il ministro delle infrastrutture e dei trasporti, Danilo Toninelli, l’amministratore delegato di Anas, Massimo Simonini, l’assessore regionale Elisa De Berti, il presidente della Provincia di Treviso, Stefano Marcon, i sindaci di Susegana, Vincenza Scarpa, e di Nervesa della Battaglia, Fabio Vettori.
La costruzione del ponte risale ai primi del Novecento (anni 1914-1916) e per le sue caratteristiche storico-tipologiche gli è stato riconosciuto l’interesse culturale con provvedimento della Direzione Regionale per i Beni culturali e paesaggistici del Veneto. Da qui l’esigenza di conciliare moderni standard di sicurezza, sia viabilistica che strutturale, realizzando un generale consolidamento del manufatto che presentava evidenti segnali di degrado, con il rispetto delle originali peculiarità architettoniche.
I cantieri sono stati aperti a maggio 2018 ed è stato necessario chiudere il ponte e trasferire il traffico al percorso alternativo su una passerella provvisoria costruita nell’alveo del Piave che sarà rimossa nei prossimi mesi. Il ponte è lungo 430 metri ed è composto da 20 campate sostenute da 21 pile. Le indagini condotte da Anas hanno evidenziato la necessità di intervenire sulla struttura che presentava segni di naturale degrado. L’investimento per la realizzazione dei lavori di restauro conservativo, di consolidamento fondazionale e di adeguamento dimensionale del ponte ammonta complessivamente a circa 10 milioni di euro, dei quali 1,7 per la realizzazione della viabilità alternativa. La sede stradale è stata allargata di circa 3,20 metri, con uno sbalzo di 1,60 metri da entrambi i lati del ponte; la nuova sezione è quindi composta da due carreggiate di 3,75 metri, da banchine e barriere laterali e da una pista ciclabile laterale per ogni senso di marcia. Il parapetto originario è stato restaurato e riposizionato. Per quanto riguarda la sede stradale, è stata realizzata una struttura mista in acciaio e calcestruzzo finalizzata ad aumentare il livello di resistenza dell’intera struttura.
“Su questo ponte transitano ogni giorno migliaia di veicoli, molti dei quali pesanti" ha rilevato l’assessore regionale Elisa De Berti. "Siamo riusciti a realizzare un intervento di notevole impatto senza interrompere, se non brevemente e per cause di forza maggiore, il traffico lungo la Pontebbana. Abbiamo dovuto fare i conti con la piena del fiume dello scorso ottobre che ha spazzato via la viabilità alternativa, prontamente ricostruita, e con il ritrovamento di ordigni della Grande Guerra che hanno rallentato le lavorazioni. Superate le numerose criticità, con pazienza e con tanta determinazione, oggi tagliamo un nuovo importante traguardo nel percorso di potenziamento del sistema infrastrutturale veneto”.