lunedì, 05 maggio 2025
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Trasporto pubblico: biglietto unico, perché in Veneto no?

In Germania è già una realtà, in Austria pure. Sembra un modo intelligente per incentivare in modo convinto l’uso dei mezzi pubblici. Anche Lombardia ed Emilia Romagna hanno fatto dei passi concreti. E la nostra regione? Sta sperimentando, senza fretta. In vista del... 2030

Muoversi nel Veneto è ancora una corsa a ostacoli e non tanto perché si debbono cambiare spesso vettori, gestiti da diverse aziende municipalizzate, in aree, come Venezia, che utilizzano la navigazione, oppure in città dove esiste un efficiente servizio di tram. Il motivo, piuttosto, è che si deve scendere dal mezzo e rifornirsi continuamente di biglietti, ogni azienda ha il suo e ogni azienda in epoca digitale ha il suo software e la sua app. Una giungla di tariffe, di biglietti e abbonamenti. Il nostro cellulare per muoverci nel Veneto dovrebbe avere almeno 4 o 5 app. Da “Ticket bus Verona”, “Momup” per Treviso, “Atvo” per il Veneto orientale, “Avm” per la città metropolitana, “Busitalia veneto” per Padova... e la lista potrebbe continuare per le Dolomiti e Vicenza. Immaginate di dover andare dalla sede della Provincia di Treviso, da Sant’Artemio, a piazza San Marco: dovrete avere un biglietto di Mom, quello del treno delle Ferrovie dello Stato, e infine quello del vaporetto Actv che, se non avete la carta Venezia(40 euro in tutto), vi costerà 7,50 euro. Se non avete le relative app, dovrete armarvi di pazienza e cercare i baracchini dove si vendono i biglietti. Un viaggio di circa 2 ore potrebbe trasformarsi in un’odissea tra biglietti non trovati e mezzi perduti sotto il naso. Due cambi di azienda, se dovete recarvi sempre dalla sede della Provincia di Treviso alla sede della città metropolitana di Venezia, i mezzi però sono tre e non sempre con 75 minuti, durata del biglietto, riuscirete a coprire due tratte. Una vera caccia al tesoro per andare da Sant’Artemio alla Basilica del Santo a Padova: dovrete prendere 4 mezzi diversi, ma poco importa, il problema sono i biglietti: serve quello della Mom, quello di Fs e di Busitalia veneto, che serve Padova.

Ci sta provando la Regione Veneto, a mettere ordine. A dire il vero, siamo ancora alla fase sperimentale, anzi micro sperimentale. E’ partita il 18 febbraio scorso e l’assessore ai trasporti Elisa De Berti non vuole parlarne, perché ancora non ha dati significativi. Non c’è fretta, perché con i tempi siamo in linea, ovvero con il piano trasporti del 2030. Ancora sette anni e tutto si sistemerà. Di cosa si tratta? Si chiama Venezia Verona daily pass e integra i biglietti unici validi sul territorio del Comune di Venezia e quelli validi nel Comune di Verona. Mette insieme tre aziende: l’Actv di Venezia, l’Atv di Verona e le Fs. Con lo stesso biglietto ci si può spostare nelle due città e tra di esse per 24 ore, al prezzo di 39,50 euro. Non proprio popolare. Il prezzo scende notevolmente se rinunciamo a utilizzare i vaporetti, 23 euro. I biglietti si possono acquistare sia utilizzando l’app di Venezia che quella di Verona, va da sé però che se uno è di Treviso, Vicenza o Padova dovrà installare queste app sul suo cellulare, magari per un solo giorno. Molto più comodo sarebbe avere un’unica app per l’intero Veneto.
Rendere facile, agile e magari economico l’acquisto dei biglietti non è solo una questione di comodità ma, come afferma la stessa Regione Veneto nel sito ufficiale, “serve a diminuire il congestionamento del traffico privato sulle strade, contribuire alla riduzione dell’incidentalità stradale, operare per un miglioramento della qualità dell’aria, concretizzare una migliore destinazione e fruizione delle superfici pubbliche e favorire la messa in rete delle mete turistiche”. Peccato che alle parole per ora seguano piccole sperimentazioni. Attendiamo il 2030...

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