Indubbiamente, quello che ci appare nel racconto è un Gesù umano, compassionevole e misericordioso verso...
Trent'anni fa moriva l'on. Marino Corder: una messa il 15 febbraio
Da ricordare suo operato di politico (parlamentare e sottosegretario agli Interni) e di pubblico amministratore (Provincia e Bim Piave), la sua testimonianza religiosa ed umana di fronte alla malattia. Ma anche e soprattutto il suo pensiero lucido, che ha ancora da dirci qualcosa.

Trent’anni fa, il 15 febbraio 1988, ci lasciava prematuramente l’on. Marino Corder. Una messa di suffragio, promossa da alcuni amici, verrà celebrata da don Lino Cusinato e don Canuto Toso giovedì 15 febbraio alle ore 18 nella chiesa dei Padri Oblati, a Treviso. Da ricordare suo operato di politico (parlamentare e sottosegretario agli Interni) e di pubblico amministratore (Provincia e Bim Piave), la sua testimonianza religiosa ed umana di fronte alla malattia. Ma anche e soprattutto il suo pensiero lucido, che ha ancora da dirci qualcosa.
Scriveva l’on. Corder il 4 ottobre 1987: “Bisognerebbe usare la parola con moderazione, con equilibrio, con rettitudine. Oggi fanno ascolto i dispensatori di parole, che servono solo a incantare o a intorbidire, che non esprimono nulla di concreto... ciò che conta è colpire, cercare un momento di suggestione nella certezza che poi la gente dimentica. In parte è anche vero; però si fa strada lento e inesorabile il logoramento della fiducia nelle istituzioni e negli uomini; si allarga la strada per i mestieranti della politica e dell’immagine, a scapito della qualità nella classe dirigente”.
Ancora, il 21 gennaio 1986: “La politica, cioè il sistema di rappresentanza dei cittadini, sta diventando puro potere con un marcato privilegio dell’immagine, dietro la quale spesso c’è il vuoto oppure solo promesse senza seguito e fondamento”. Scriveva Corder a Natale 1986: “Avvertiamo tutti il fondato timore che la gente cominci sempre più a credere che della politica si può far a meno. E la spirale qualunquistica non si sa mai quali sbocchi possa avere o quali guasti o sbocchi degenerativi introduca nella coscienza collettiva degli italiani”.
Rendendo omaggio a Marino Corder il ricordo corre all’omelia funebre del vescovo Antonio Mistrorigo: “Con Marino scompare un cattolico integro di fierezza antica, che ha saputo tenere alta la bandiera dei veri ideali, che non ha avuto paura di combattere a viso aperto per la salvaguardia dei valori umani e spirituali, che non si è ritirato nemmeno durante la malattia”.
E ancora: “Preso dalla parola divina che meditò e assimilò, ne divenne apostolo fervente fino a diventare nell’Azione cattolica un vero trascinatore dei giovani. Sono ancora molti che ricordano le sue parole infiammate che, penetrando come freccia nello spirito, sapevano costruire volontà robuste e uomini nuovi per una società migliore. Ma quello che più giova ricordare è che, alle parole sapeva unire una testimonianza esemplare dello stile proprio del laico cristiano. Uno stile improntato a generosità”. Proseguiva il Vescovo: “Ragionando secondo il Vangelo, dimostrava così che proprio la croce è l’unico criterio di verità e di ogni successo: in ogni campo, anche in quello politico. Anzi egli ha fatto politica proprio perché la sentiva come vocazione e come missione”.