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Con Giuliana Fantoni il cinema diventa spazio di relazione



È passato un anno da quando ha assunto il ruolo di presidente della Federazione italiana cinema d’essai (Fice), conquistando le copertine di magazine nazionali oltre che, ancora una volta, le pagine dei nostri quotidiani locali. Ne ha percorsa di strada Giuliana Fantoni da quando, giovane laureata in Giurisprudenza, viene mandata dal padre Sandro, proprietario dell’Edera di Treviso, in zona Santa Maria del Rovere, a farsi le ossa nella gestione prima del Corso, in centro storico, e poi del Manzoni di Paese. Del resto lei è cresciuta nel cinema, ne ha respirato l’odore, percepito ogni vibrazione, conosciuto il più piccolo dettaglio, dalla scelta dei film e delle proposte alla gestione e alla cura della clientela.
Dal 2018 è responsabile della programmazione e direttrice artistica della Multisala Edera; nel 2020 è stata eletta delegata Fice per il Triveneto e nel maggio 2021 vicepresidente vicaria nazionale. In mezzo il Covid che ha cambiato il cinema, tra i settori più colpiti e senza dubbio uno di quelli che ha dovuto – ne sta anche dimostrando le capacità – evolvere. Oggi il multisala che Giuliana sta delicatamente, ma con determinazione, raccogliendo dalle mani dei genitori, ambisce per la seconda volta a ricevere il biglietto d’oro, prestigioso riconoscimento assegnato ogni anno dall’Anec, Associazione nazionale esercenti cinema) ai film che hanno venduto più biglietti in Italia durante la stagione cinematografica. La prima era stata nel 2021, in piena pandemia.
L’intuito e la visione
È proprio il Covid che imprime un cambio di marcia nel Cinema Edera e lei ne è senza dubbio la fautrice. Le sale si sono improvvisamente svuotate, la gente si chiude in casa e arriva prepotente la stagione dell’online. A tutto si può comodamente accedere con uno smartphone dal salotto.
“Dopo lo shock iniziale, ho cominciato a chiedermi: cosa posso fare per riagganciare il pubblico? Quale proposta ha senso in un mondo che ha completamente cambiato priorità e prospettive?”, la riflessione di Giuliana Fantoni.
La risposta arriva dalla sua grande esperienza, sensibilità, intuito: “Dobbiamo andare a riprendere le persone, una a una, ricordare loro che noi ci siamo e che insieme a loro siamo una comunità, offrire proposte qualitativamente alte, ma tagliate sulle richieste e sui desideri di chi torna in sala. Insieme”.
Ecco la visione che ha forti radici nel passato, ma si lancia sul futuro: il cinema non è solo evasione, ma strumento di dialogo sociale. In un’intervista rilasciata a RaiNews, ha sottolineato come, soprattutto quello d’essay, debba “andare oltre l’intrattenimento, diffondere una pluralità di sguardi e difendere la diversità narrativa”.
Il suo approccio è inclusivo, attento alle trasformazioni del mondo e alle voci marginali. Non solo, Giuliana spinge ancora più in là l’idea che il cinema è spazio di relazione.
L’Edera non è solo una sala, ma un luogo dove il pubblico può incontrare registi, discutere, emozionarsi. “La conseguenza di queste intuizioni è che oggi noi abbiamo una programmazione a partire dalle 10 del mattino e fino alle 24, in ascolto del pubblico e diversificando le proposte”.
I giovani tornano al cinema, apprezzando le versioni dei film in lingua originale con sottotitoli, riscoprendo così il valore dell’autenticità senza alcuna forma di doppiaggio, le signore che lo frequentano al pomeriggio trovano uno spazio di socialità e una offerta culturale “di nicchia”, e così si decongestiona la sera, il sabato e la domenica dove spesso all’Edera si fa anche un po’ di coda.
The place to be
Questa visione si riflette anche nell’organizzazione dell’Edera Film Festival, giunto nel 2025 alla sua settima edizione. Il festival, dedicato ai filmmaker under 35, è una vetrina per il cinema contemporaneo e un laboratorio di sperimentazione. Le proiezioni sono spesso accompagnate da testimonianze dirette, dibattiti e momenti di condivisione. L’inclusione sociale, la sostenibilità ambientale e la valorizzazione del paesaggio sono temi ricorrenti nelle opere selezionate. Il suo impegno si traduce anche nella promozione di progetti a forte impatto sociale, come il film “Dall’io al noi - Una giornata particolare”, realizzato con le detenute del carcere di Secondigliano, in collaborazione con il Rotary Club.
“È un grande riconoscimento per me quando un regista o un attore nostro ospite, dopo il dibattito in sala, si rivolge a me e dice: «Qui da voi, all’Edera, il pubblico fa “belle” domande». Mi riempie di orgoglio per la qualità culturale e l’interesse delle persone che ci frequentano”.
Mario Martone, uno dei registi più influenti del panorama italiano, noto per la sua capacità di intrecciare cinema, teatro e riflessione storica in opere di grande intensità culturale, ha scelto l’Edera come il posto in cui bisogna esserci (the place to be) per la presentazione del suo ultimo lavoro.
“Il mio papà oggi è contento – sorride Giuliana -; lui è un uomo molto esigente, da sempre, ma comprende che questa evoluzione, interamente costruita dentro al solco da lui tracciato insieme alla mamma Lili, è una scommessa vinta”.
Le domande giuste
Forte di questa esperienza, dallo scorso anno Giuliana guida la Fice, che ha una quota di mercato del 12% con 10 multiplex e 304 cinema associati: 220 sono monosale, 74 strutture da 2 a 5 schermi e 10 sono multiplex con oltre 6 sale. “Stiamo lavorando molto per coordinare le nostre attività e i progetti più innovativi - prosegue -. Fino a qualche anno fa, il cinema non si faceva tante domande, non ne aveva bisogno perché la gente arrivava comunque. Oggi, considerate le tante distrazioni possibili, l’accesso all’intrattenimento online e alle piattaforme, la dispersività dei contesti, si pone una questione di fondo: come possiamo rendere speciale l’esperienza in sala? Oggi non vinciamo più la gara della comodità, dobbiamo poter offrire qualcosa di nuovo, di unico”. Il cinema sta evidentemente attraversando un cambiamento epocale per creare nuovi ponti tra generazioni e linguaggi.
“Abbiamo capito che dobbiamo ragionare insieme su tanti fronti: sul marketing e la promozione, sulla costruzione di percorsi didattici, anche sulla programmazione delle uscite”. Questa esperienza le sta regalando una visione ampia su tutto il settore oltre che la conoscenza di persone, molto note o anche per nulla, di straordinario valore. Legge sceneggiature ogni sera, dialoga con scrittori e sceneggiatori, costruisce progetti con registi, partecipa da giurata a concorsi e festival e interviene in convegni di spessore nazionale. Con la sua attività, anche in Fice, Fantoni dimostra che il cinema può essere ancora oggi uno strumento potente di trasformazione e consapevolezza. La sua azione si muove tra il locale e il nazionale, rendendo esplicito il fatto che la passione, se accompagnata da competenza, può davvero ridefinire il ruolo del cinema nella società contemporanea. In un tempo in cui l’esperienza cinematografica sembra spesso sacrificata alla velocità dello streaming, Giuliana Fantoni ci ricorda che il cinema resta soprattutto un atto collettivo, una promessa di incontro, ascolto e immaginazione.
La sua visione, nutrita da anni di impegno e da una passione incrollabile, ha trasformato il cinema Edera in molto più di una sala: è diventato un luogo dove le storie contano, le persone si riconoscono, e la cultura si costruisce insieme.