In particolare, di fronte alle autorità belghe, il Pontefice, oltre a ritornare sullo scandalo degli...
In sala due opere che parlano di speranza e di pace
“Un mondo a parte”. Il suo primo film, “Auguri professore” (1997), era dedicato al mondo del liceo. Quasi trent’anni dopo, tra 15 lungometraggi e serie Tv di successo, Riccardo Milani torna a raccontare l’universo scolastico, rivolgendo il suo sguardo alle elementari nelle realtà montane, avamposti di comunità e speranza. Parliamo del film “Un mondo a parte”, nei cinema con Medusa dal 28 marzo. Protagonisti, Antonio Albanese e Virginia Raffaele.
La storia. Roma, oggi. Michele Cortese è un insegnate infelice: non sopporta più nessuno, tanto meno il suo lavoro e la vita nella Capitale. Un giorno riceve una comunicazione dal ministero che gli accorda il trasferimento in istituto scolastico nel cuore del Parco nazionale d’Abruzzo. Con ritrovata speranza Michele arriva nel paesino in pieno inverno, dove trova prevalentemente neve, neve, neve. Superato l’impaccio iniziale, si fa subito benvolere dal piccolo gruppo di bambini e colleghi, soprattutto dalla vicepreside Agnese. L’equilibrio però vacilla quando arriva la minaccia della chiusura della scuola per mancanza di iscritti...
Milani firma un film politico, di impegno civile, non rinunciando però alla sua consueta vis comica – tra i suoi titoli “Benvenuto Presidente!” (2013), “Come un gatto in tangenziale” (2017, 2021) e “Grazie ragazzi” (2023) –, nel solco della nobile tradizione della commedia italiana. Il suo è un cinema che strappa sorrisi e lancia suggestioni acute, che aiutano nella lettura del nostro complicato presente. “Un mondo a parte” corre agilmente su tale binario, forte di un cast affiatato – molto bene l’intesa tra Albanese e la Raffaele – e di copione ben calibrato a firma dello stesso Milani e di Michele Astori; qua e là, però, si registra qualche scivolata di troppo nel politicamente corretto. Nell’insieme, il film funziona tra risate e riflessioni di senso.
“I bambini di Gaza”. Sempre in sala dal 28 marzo l’opera prima del regista italo-americano Loris Lai, “I Bambini di Gaza. Sulle onde della libertà”, che prende le mosse dal romanzo di Nicoletta Bortolotti (Mondadori), una produzione Jean Vigo Italia ed Eagle Pictures. Nel cast Marwan Hamdan, Mikhael Fridel e Tom Rhys Harries. Il film si pone come intensa suggestione a favore della pace e soprattutto della custodia della felicità, del futuro, dei bambini che abitano i territori in agitazione tra Israele e Palestina. I bambini tutti. Non a caso l’opera ha ricevuto parole di incoraggiamento da papa Francesco: “Questo film con le voci piene di speranza dei bambini palestinesi e israeliani sarà un grande contributo alla formazione nella fraternità, l’amicizia sociale e la pace”.
La storia. Nel 2003, al tempo della seconda Intifada, il palestinese Mahmud e l’israeliano Alon, due preadolescenti, si trovano sulla spiaggia di Gaza per imparare ad andare sul surf e a costruire un dialogo possibile...
Concepito molto tempo prima dei tragici avvenimenti dell’autunno 2023, il film di Loris Lai desidera porsi come suggestione di speranza soprattutto a tutela degli innocenti, dei più piccoli. Non tutto del film risulta riuscito ed efficace, con qualche inciampo didascalico ed enfatico, ma nel complesso si coglie il valore di un’opera che desidera contribuire alla costruzione della pace.