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Tutti parlano di pace, ma pochi educano alla pace

«Tutti parlano di pace ma nessuno educa alla pace. A questo mondo, si educa per la competizione, e la competizione è l’inizio di ogni guerra. Quando si educherà per la cooperazione e per offrirci l’un l’altro solidarietà, quel giorno si starà educando per la pace». Maria Montessori.
Il tempo presente è talmente carico di angoscia, segnato da guerre, crimini contro i più deboli, sofferenze inspiegabili all’umano, che persino la stagione della primavera sembra essersi arrestata, impotente, eppure l’educazione, la famiglia e la scuola auspicano e formano alla pace. La desiderano, la costruiscono, talora persino la pretendono: assenza di conflitti, capacità di gestirli, serenità e solidarietà tra pari, sono obiettivi e aneliti insieme. Come adulti non possiamo non interrogarci su come spiegare il senso delle atrocità, ma anche il valore della pace e della sua educazione. L’unica speranza dell’umanità è un futuro senza ogni genere di conflitti: con se stessi, con gli altri, con i diversi da noi, con l’ambiente, persino con Dio o con la fede in cui di diciamo di credere. Educare alla solidarietà, alla gentilezza, al rispetto sono compiti irrinunciabili per ogni essere che si definisca “umano”. Promuovere alla responsabilità i bambini e le bambine, sostenere in loro la capacità di dialogare, parlare di sé, dei propri talenti e dei propri bisogni, senza vergogna, allena un pensiero interculturale ed interreligioso. Nuove alleanze tra generazioni, nel quartiere, nei contesti dove si va ad imparare e nel mondo del lavoro, costruiscono ponti e abbattono muri di incomprensione e di indifferenza. È necessario un cambio di stagione, dentro il cuore di ciascuno e nelle parole che ci scambiamo, nel rispetto delle differenze sociali, culturali, religiose. Rigettiamo ogni forma di violenza, di maleducazione, di pretesa, di competizione: la pace deve essere quel vizio a cui nessuno potrebbe mai rinunciare, pena la peggiore delle qualità che potremmo assumere. Impariamo sin da piccoli il sapere e sapore della parola “pace”.