In particolare, di fronte alle autorità belghe, il Pontefice, oltre a ritornare sullo scandalo degli...
Un'educazione sentimentale per riconoscere le relazioni tossiche
Non sono come un cibo avariato di cui ti accorgi e che per questo non mangerai mai, ma piuttosto come un cioccolatino al veleno che dà sempre un certo piacere prima di rivelarsi mortale o quanto meno mortificante
Si è appena concluso il corso per giovani dai 19 ai 30 anni, davvero unico nel suo genere, intitolato “L’alfabeto dell’amore - Ad amare si impara”, stavolta ospitato dalla parrocchia di Quinto ma come sempre aperto ai giovani di tutto territorio.
Grazie all’associazione Iner-Treviso che opera in diocesi dagli anni Novanta, questa fascia d’età importante può ritrovarsi con questo corso in amicizia, per formarsi e confrontarsi su temi essenziali alla vita.
Per concludere in bellezza e in vista della giornata che celebra la prevenzione della violenza di ogni tipo e sfumatura sulle donne è stato richiesto l’incontro aggiuntivo, di grande attualità, “Flirtare o corteggiare? Relazioni tossiche... anche no!”.
Così abbiamo riflettuto che la relazione tossica non è come un cibo avariato di cui ti accorgi e che per questo non mangerai mai, ma piuttosto come un cioccolatino al veleno che dà sempre un certo piacere prima di rivelarsi mortale o quanto meno mortificante.
Queste relazioni così dette tossiche possono essere dovunque: in amore, in amicizia, a scuola, al lavoro e anche in famiglia.
Sì, proprio in famiglia si possono incontrare i primi modelli tossici o comunque predisponenti al tossico: queste ultime sono quelle famiglie che educano confondendo prima di tutto l’essere gentili col prossimo con la debolezza e la sudditanza.
E prima di parlare di relazioni sono stati nominati e passati in rassegna, con esempi concreti, i vari atteggiamenti e comportamenti che, presi ciascuno per sé, sono già tossici senza tanto darlo a vedere.
Non riuscire ad essere se stesse/i con una certa persona, dare molto senza averne una reciprocità, non essere mai abbastanza per qualcuno, scusarsi solo per il fatto che si ha un’opinione, credere di poter guarire coi propri sentimenti i problemi personali del partner, rinunciare ai propri progetti e molto altro.
Soprattutto agire sessualmente contro la propria sensibilità e i propri valori, per dimostrare che si è “normali” come il resto del mondo e che si è veramente innamorati di qualcuno.
Passano le generazioni, ma la così detta “prova d’amore” da darsi al narcisista di turno pur cambiando forma resta tale nella sostanza: veleno.
Abbiamo parlato di cat calling e di come la comunicazione non solo sia narrazione ma soprattutto costruzione della realtà per cui una donna non si “conquista” con il cuore né si “prende” con il sesso.
Infine che l’amore vero non è sguardo che spoglia, bacio che divora, abbraccio che soffoca e carezza che soddisfa la mano, ma tanto di più e di diverso.
I giovani presenti, sicuramente confermati nella preziosità della loro vita, hanno fatto propria la frase che “Ciò che conta davvero, non deve essere alla mercé di ciò che non conta affatto”.
Bravi/e, avanti così e buona vita!