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Cohousing: due progetti di autonomia per persone con disabilità

Le due abitazioni, a Treviso e a Villorba
24/07/2025

Sono già due le esperienze di cohousing (letteralmente “abitare insieme”), avviate a Treviso e nei Comuni limitrofi nell’ambito dell’Ats Veneto_9, dedicate alle persone con disabilità. Lo scopo è quello di incentivare l’autonomia dei ragazzi dando loro la possibilità di staccarsi dal nucleo familiare e sperimentando gioie, ma anche difficoltà del vivere da soli: la gestione della casa, la spesa, l’ordine e le pulizie, la gestione del denaro, la convivenza con i suoi compromessi e così via. “Casa di Lara” a Villorba accoglie cinque ragazzi e ragazze, mentre “Cohousing solidarietà” a Treviso ne accoglie quattro: ci sono ancora in tutto quattro posti disponibili.

Cohousing solidarietà. Siamo alle porte di Treviso, zona Monigo. Qui la famiglia Carniato-Martellone si è impegnata in prima persona decidendo di mettere a disposizione della progettualità spazi e risorse proprie per realizzare questa casa dove accogliere speciali momenti di crescita personale e condivisioni: in altre parole, il fondamento della comunità. Entrando dall’ampio portico c’è una piccola cucina funzionale e un soggiorno ancora tutto da decorare: i quattro inquilini sono arrivati da poco più di un mese e hanno appena iniziato a sperimentare la loro nuova quotidianità. Delle tabelle appese alle pareti scandiscono con precisione compiti, orari, impegni: una disciplina che ha il sapore dell’inizio e del voler fare bene. Hanno preparato il caffè per accogliere gli ospiti, Lorenzo mostra la lavagna con un abbozzo di menù settimanale (tranne il giovedì sera, perché è previsto di mangiare alla sagra di Selvana), Giacomo suona rapito una melodia alla tastiera che trova spazio in camera sua; si aspetta l’arrivo di altri tre cohouser con cui condividere l’avventura. Sulla situazione vigilano raggianti i “coach”, ovvero gli operatori che li affiancano nel loro percorso di crescita: anche per loro sembra la realizzazione di un sogno.

Casa di Lara. A Villorba “si gioca in casa” Arep, quasi letteralmente: la casa prende il nome di Lara, una donna che quel cohousing ha aiutato a progettarlo e che l’ha a lungo sognato, ma che purtroppo non ha avuto modo di veder nascere. Qui gli ospiti sono cinque, ma c’è spazio per un’altra persona, e il progetto di cohousing è attivo da giugno 2024: la convivenza è ormai consolidata, ma non mancano nemmeno qui tabelle organizzative, turni di pulizia ben scritti e qualche etichetta con dei consigli di buona educazione, ad esempio il “Bussare” sulla porta del bagno (perché non fa male ricordarlo). L’uscita della settimana per loro è a Suoni di Marca a sentire Raf, e l’aspettativa sembra essere alta. Giulia racconta la divisione dei turni in cucina (nessuno ne è particolarmente appassionato, ma concordano tutti sul piatto preferito, cioè la lasagna) e Luca (l’ultimo arrivato) confessa che per il momento ciò che vede come la sfida maggiore sono le pulizie. Ogni giovedì si fa il punto della situazione con le educatrici Arep in équipe (che naturalmente sono a disposizione anche negli altri giorni, per ogni necessità): si scelgono insieme gli obiettivi personali della settimana, si valutano le strategie per raggiungerli. Si cresce passo dopo passo, sempre insieme.

“Vita vera”. Il progetto ha un titolo significativo, anche se forse non proprio lusinghiero: “Real life”, ovvero “vita vera”. Promosso ai sensi del Pnrr, missione 5, componente 2, dall’Ats con capofila il Comune di Treviso e in co-progettazione con l’azienda Ulss 2 e la Rete Interagendo (di cui è capofila la cooperativa Solidarietà), il progetto “Real life-Percorsi di residenzialità e occupabilità inclusivi finalizzati a permettere alle persone adulte con disabilità di inserirsi nelle dinamiche del mondo lavorativo ed abitativo reale” è attivo da settembre 2022. Fino a oggi i soggetti coinvolti (comuni, azienda sanitaria, associazioni, cooperative e cittadini) hanno visto realizzarsi, oltre all’avvio delle due esperienze di cohousing, sette “Campus delle abilità”, in cui le persone si sono formate nelle autonomie necessarie per una vita autonoma, nonché percorsi di formazione con l’apporto di Informatici senza frontiere, che hanno la finalità di realizzare sette piccoli coworking nei quali si svolgeranno attività legate allo sviluppo e l’utilizzo di competenze digitali. Complessivamente si tratta di un progetto da 715 mila euro che vedrà coinvolte 32 persone adulte con disabilità del nostro territorio.

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