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Giovani e dipendenze, dal Ceis allarme nuove sostanze e ketamina

Negli ultimi anni, attraverso i propri servizi e progetti, il Ceis di Treviso, cooperativa sociale da più di 40 anni impegnata nell’ambito delle dipendenze e della salute mentale in provincia di Treviso, si è trovata a incontrare un numero sempre crescente di giovani adulti, segnati dalle conseguenze, spesso trascurate o poco riconosciute, dell’uso di sostanze dissociative

Negli ultimi anni, attraverso i propri servizi e progetti, il Ceis di Treviso, cooperativa sociale da più di 40 anni impegnata nell’ambito delle dipendenze e della salute mentale in provincia di Treviso, si è trovata a incontrare un numero sempre crescente di giovani adulti, segnati dalle conseguenze, spesso trascurate o poco riconosciute, dell’uso di sostanze dissociative. Sostanze che, nel vissuto dei consumatori, vengono spesso percepite come alternative “sicure” o funzionali in contesti ricreativi, e che sfuggono facilmente all’attenzione clinica, confondendosi nella più ampia categoria della poliassunzione. Si tratta quindi di una emergenza medico-sanitaria da affrontare o di un fenomeno pericoloso ma marginale? Questo lo spunto di partenza del convengo “Come in una bolla. Sostanze dissociative: conseguenze dell’abuso e risposte cliniche” che CEIS Treviso ha organizzato giovedì 25 settembreall’Auditorium Museo di Santa Caterina di Treviso. Dall’analisi del contesto veneto e territoriale, attraverso l’intervento di professionisti ed esperti del settore, la giornata di formazione, accreditata ECM per professioni sanitarie e CFU per assistenti sociali, ha voluto offrire uno spazio di confronto e riflessione su un fenomeno che, pur ancora poco visibile, mostra già significative ricadute cliniche e sociali.

In apertura di mattinata, hanno portato i saluti istituzionali Gloria Tessarolo, Assessore alla Città Solidale e Inclusiva, Famiglia e Disabilità del Comune di Treviso, Paola Roma, Presidente della Conferenza dei Sindaci Ulss 2 e Luca Sartorato, Presidente dei Ceis di Treviso. Ad introdurre i lavori, invece, Sabrina Molinaro, responsabile del Laboratorio di Epidemiologia Sociale Consiglio nazionale delle Ricerche IFC, che ha subito portato l’attenzione sulla Gen Z e sulle sue modalità di uso e approccio alle sostanze psicoattive. Nel corso dell’intervento, Molinari ha riportato diversi interessanti dati tratti da ESPAD® Italia 2024 (European School Survey Project on Alcohol and other Drugs – Italy), una ricerca sui comportamenti d’uso di alcol, tabacco e sostanze psicotrope legali e non, da parte degli studenti e delle studentesse di età compresa fra i 15 e i 19 anni frequentanti le scuole medie superiori italiane. Dall’indagine è emerso che il 12% degli studenti tra i 15 e i 19 anni ha assunto almeno una volta nella vita una Nuova Sostanza Psicoattiva (Nps) – in prevalenza cannabinoidi sintetici, seguiti da oppioidi sintetici, ketamina, catinoni sintetici e salvia divinorum – e che l’1,8% ha assunto almeno una volta nella vita una sostanza sconosciuta. Riguardo al fenomeno del poliuso, la ricerca mette in evidenza che circa 160mila studenti, pari a una percentuale del 6,5%, hanno consumato più di una sostanza psicoattiva nel corso del 2024, tra cui cocaina e allucinogeni.

Il convegno è entrato poi nel vivo con Alfio Maggiolini, psicoterapeuta dell’Istituto Minotauro, che ha parlato di cultura contemporanea e dissociazione negli adolescenti e nei giovani adulti e con l’intervento a più voci “Effetti visibili e invisibili. Uno sguardo medico sanitario multidisciplinare”, a cura di Giuseppe Tuccitto, direttore Uo di Urologia dell’Ospedale San Camillo Treviso, Pasqualina Rocco, psichiatra del Dipartimento per le Dipendenze Aulss 2 e Giampietro Frison, Direttore Uosd Laboratorio di Tossicologia clinica e forense Aulss 3. Quest’ultimo, in particolare, si è concentrato sugli effetti e conseguenze del consumo di ketamina, allucinogeno dissociativo che si sta sempre più diffondendo nel territorio regionale veneto e trevigiano in particolare, interessando soprattutto la popolazione giovanile. “Particolarmente preoccupante è il cambiamento delle modalità di assunzione, in passato contraddistinte da un uso saltuario, per esempio in occasione di rave parties, e ora caratterizzate da un uso che può iniziare in giovanissima età, e avere frequenza domestica quotidiana, rappresentando nelle intenzioni degli assuntori un mezzo di evasione/dissociazione da vissuti familiari e sociali problematici. I marcati effetti psicoattivi disabilitanti della ketamina, di altri allucinogeni dissociativi, e più in generale del gruppo di sostanze vasto, eterogeneo, facilmente reperibile in rete, conosciute come NPS (Nuove Sostanze Psicoattive), rappresentano purtroppo un costante pericolo non solo per la salute individuale, ma anche per quella collettiva” ha riportato Frison nel corso del suo intervento.

A chiudere i lavori della mattinata, il tenente colonnello Stefano Mazzanti, comandante del Reparto operativo Comando provinciale Carabinieri di Treviso, ha parlato dell’evoluzione del contrasto alle sostanze psicoattive, dovuto innanzitutto al radicale cambiamento nelle modalità di reperimento delle sostanze stesse. “Dalla dimensione fisica e visibile delle piazze di spaccio e dei quartieri degradati degli anni ’70 e ’80, siamo passati oggi a un contesto radicalmente diverso, in cui il mercato delle droghe passa attraverso il web, i social network e le criptovalute. È cambiato il mercato, ma soprattutto è cambiato il volto del consumatore” ha raccontato il tenente colonello nel corso del suo intervento, sottolineando anche le nuove problematiche che le forze dell’ordine si trovano ad affrontare. “Alcune di queste sostanze, come i cannabinoidi sintetici o i catinoni, possono generare reazioni violente, allucinazioni, stati psicotici acuti. A differenza dell’eroina, che ‘spegneva’ la persona, le nuove droghe accendono l’impulsività, creando criticità immediate per la sicurezza urbana: aggressioni, violenze improvvise, resistenze verso le forze dell’ordine.”

Pomeriggio dedicato alla tavola rotonda “Sguardi e voci dei servizi. Interventi e prospettive”, con la partecipazione di Barbara Menegazzi, direttrice della Comunità terapeutica di Campocroce del Ceis Treviso, Mimma Romano, psicoterapeuta Ssd Consumi e dipendenze giovanili “Androna giovani” Mestre, Tiziana De Martin, direttrice Comunità Giovanile Conegliano e Irene De Marzi, operatrice area giovani e promozione del Benessere Ciges Don Milani Venezia. A moderare la tavola rotonda, Eva D’Incecco, direttrice del Dipartimento per le Dipendenze Aulss 2. E in chiusura del convegno, le conclusioni di Biagio Sciortino, Presidente di Intercear, a raccolta dei punti chiave della giornata nel tracciare gli scenari futuri.

“La questione delle sostanze dissociative, tra cui la ketamina, è un tema che ci sta molto a cuore avendo un forte impatto nella quotidianità e nella presa in carico delle persone più giovani, tra i 18 e i 30 anni, che arrivano ai nostri servizi. Quando abbiamo sollevato la questione abbiamo subito ricevuto un ottimo riscontro dagli altri servizi del territorio con cui collaboriamo, che si sono prontamente messi a disposizione per confrontarsi sulla tematica. Il convegno ci è sembrato quindi una buona occasione per condividere osservazioni, esperienze e strumenti, e avviare un processo di ricerca-azione per interrogarsi insieme su come riconoscere queste nuove forme di consumo, renderne evidente l’abuso e cominciare così ad affrontarlo” commenta Luca Sartorato, presidente di Ceis Treviso.

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