La situazione dei palestinesi nella striscia di Gaza (ma anche in Cisgiordania), è sempre più drammatica...
La “nuova” maturità

“Sinceramente l’esame di Stato mi appariva un po’ degradato. Nel 2017 era stata abolita la terza prova scritta e gli argomenti oggetto del colloquio erano piuttosto confusi e molto difformi tra le varie commissioni. Anche l’inserimento dei percorsi Pcto, che ora sono stati ribattezzati «formazione scuola-lavoro», presentava delle criticità. Soprattutto le commissioni si orientavano in tanti modi diversi”.
Per il professor Luigi Tomasi, dunque, bisognava intervenire. Tomasi è stato professore al Galileo Galilei di Adria, docente a contratto di matematica all’Università di Padova e di Ferrara, formatore per l’abilitazione all’insegnamento della matematica e della fisica e fra gli animatori del Centro ricerche didattiche Ugo Morin, con sede al Filippin di Pieve del Grappa: un Centro che dal 1967 si occupa di didattica della matematica e dispone di una delle biblioteche di didattica delle materie Stem fra le più fornite d’Italia.
“C’erano, e permangono, anche problemi con le griglie di valutazione, per esempio nella prova di matematica, griglie molto interpretabili e che i docenti utilizzavano al contrario: prima decidevano il voto, e poi distribuivano i punti sugli indicatori e descrittori”.
Prosegue il docente: “Scontiamo problemi nella valutazione dell’apprendimento della matematica: questa materia è presente solo negli esami scritti del Liceo scientifico. Una disciplina che, oggi, è alla base di tante innovazioni, ad esempio dell’Intelligenza artificiale, ma che non è ben conosciuta e valutata all’esame. Da questo punto di vista, ritengo molto più affidabili le prove Invalsi, dove la prova di matematica è presente in tutti gli indirizzi e con verifiche oggettive”.
Evidente, per Tomasi, anche la disparità di valutazioni. “Ci sono forti differenze territoriali. Ogni anno, vediamo una sovrabbondanza di «lodi» in alcune regioni, e nel nostro Veneto, che pure ottiene risultati ottimi nelle prove Invalsi, le «lodi» sono molto meno frequenti”.
Il professore sottolinea che questa prova dovrebbe essere predittiva del futuro percorso formativo dello studente, orientare all’università, al lavoro o agli Its, ma in realtà non conta nulla nei test di selezione per l’accesso universitario.
“Sulle soluzioni proposte per il cambiamento avverto, tra i docenti, perplessità - prosegue Tomasi -. Ci si domanda cosa succederà, a partire da gennaio, delle materie che non sono fra le quattro scelte per l’esame. Si dice che, comunque, lo studente dovrà studiare tutto se vorrà essere ammesso, ma in passato già si sono vissute queste contraddizioni. Perché anticipare anche la scelta delle materie per l’orale a gennaio, quando si può aspettare fino ad aprile o maggio come si faceva un tempo?”.
Emergono dubbi sul recupero del termine “maturità”: “Certo, non è facile valutare la maturità di un allievo: sono aspetti che non si possono rendere oggettivi, si rischia l’arbitrio. Chiedere ai docenti di essere psicologi e sociologi, mi pare un po’ troppo. C’è ancora molto da chiarire di questo nuovo esame; vedremo se le circolari attuative definiranno i contorni di questa prova e se risolveranno i dubbi e le criticità su questa nuova riforma dell’esame”.