giovedì, 10 luglio 2025
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Ecomafia e corruzione ambientale in crescita. Tra le prime città, spunta Venezia

Riguardo all’illegalità ambientale in Veneto rispetto al resto del Paese, secondo Legambiente, che ha stilato il consueto rapporto, “i dati mostrano una presenza costante di questi reati, tra controllo, persone denunciate e arrestate, e sequestri che contribuiscono all’incremento del valore economico degli incassi della criminalità, a danno dell’ambiente

In Italia cresce senza sosta l’attacco delle ecomafie all’ambiente e la piaga della corruzione. Nel 2024 viene superato il muro dei 40mila reati ambientali, sono ben 40.590, +14,4% rispetto al 2023. Parliamo di una media di 111,2 reati al giorno, 4,6 ogni ora. Aumentano anche le persone denunciate, 37.186 (+7,8%), mentre il giro d’affari delle ecomafie vale 9,3 miliardi di euro (+0,5 miliardi rispetto al 2023) e cresce anche il numero dei clan coinvolti, 11 in più rispetto a quelli censiti nel precedente rapporto Ecomafia. Aumentano anche le inchieste sui fenomeni corruttivi negli appalti di carattere ambientale: 88 quelle censite da Legambiente dal 1° maggio 2024 al 30 aprile 2025, (+17,3% rispetto al 2023), 862 le persone denunciate, +72,4%. Si tratta di inchieste che vanno dalla realizzazione di opere pubbliche alla gestione di servizi, come quelli dei rifiuti urbani e la depurazione, passando per la concessione di autorizzazioni ambientali alle imprese.

È quanto emerge in sintesi dal nuovo rapporto di Legambiente “Ecomafia 2025. I numeri e le storie delle illegalità ambientali in Italia” (Edizioni Ambiente), presentato oggi a Roma insieme ad un pacchetto di 12 proposte per contrastare le illegalità ambientali e rafforzare norme e controlli, a partire dal recepimento della direttiva europea sulla tutela penale dell’ambiente, dal potenziamento dei controlli ambientali e la definizione di un Piano nazionale contro l’abusivismo. L’edizione 2025 di Ecomafia è dedicata quest’anno al 30ennale della scomparsa del Capitano di Fregata Natale De Grazia, morto tra il 12 e il 13 dicembre del 1995 mentre indagava sugli affondamenti sospetti nel Mediterraneo di navi con il loro carico di rifiuti.

Riguardo all’illegalità ambientale in Veneto rispetto al resto del Paese, secondo Legambiente, “i dati mostrano una presenza costante di questi reati, tra controllo, persone denunciate e arrestate, e sequestri che contribuiscono all’incremento del valore economico degli incassi della criminalità, a danno dell’ambiente. I dati di Ecomafia e gli straordinari contributi di analisi elaborati da tutte le forze dell’ordine, dalla Direzione investigativa antimafia, dalle Capitanerie di porto, dall’Agenzia delle Dogane e dei monopoli e dall’Ispra, testimoniano insieme alla forte pressione sulle regioni del Mezzogiorno una distribuzione capillare dell’illegalità ambientale lungo tutto lo Stivale, che si conferma presente e costante anche in Veneto, in particolare nella provincia di Venezia che spicca sulle altre venete, portandola ad un poco onorevole dodicesimo posto (585 reati e 1009 illeciti) nella classifica nazionale delle province italiane con più criminalità ambientale nel 2024. Più di Lecce, Ancona, Palermo, Reggio Calabria e Messina, per citarne alcune”.

Per quanto concerne l’illegalità ambientale complessiva, il Veneto si colloca al nono posto nella classifica dell’illegalità ambientale con 1.823 reati (4,5% sul totale nazionale) su 65.334 controlli, 1.721 persone denunciate, 211 sequestri 4.094 illeciti amministrativi e 3.790 sanzioni amministrative. Venezia ha il numero più alto di reati con 585, e di persone denunciate con 549, rappresentando il peso maggiore tra le province venete. Vicenza segue con 133 reati, mentre Belluno e Padova hanno rispettivamente 54 e 98 reati.

In Veneto, la distribuzione delle illegalità ambientali nelle diverse classifiche mostra un peso significativo su alcune provincie per specifiche categorie. In generale, Venezia evidenzia il peso maggiore nelle diverse classifiche di illegalità ambientale in Veneto, con una presenza più consistente rispetto alle altre province regionali.

Per quanto riguarda nello specifico il ciclo del cemento, il Veneto si colloca al sesto posto con 886 reati (6,5% sul totale nazionale), 905 persone denunciate e 20 sequestri su 31011 controlli effettuati. Vicenza risulta la provincia con più reati (50) e più persone denunciate (68). Seguono Belluno (34 reati e 29 persone denunciate) e Venezia (32 e 38).

Per quanto riguarda il ciclo dei rifiuti, il Veneto si colloca al tredicesimo posto con 363 reati (3,3% sul totale nazionale), 362 persone denunciate e 81 sequestri su 7591 controlli effettuati. Venezia presenta 109 reati, che rappresentano circa il 60% dei reati totali della regione (Vicenza 62, Treviso 58, Padova 31, Rovigo 26, Verona 18, Belluno 14), evidenziando un maggior coinvolgimento di Venezia in questa categoria.

Nell’illegalità contro gli animali il Veneto è undicesimo, con 367 reati (5,1% sul totale nazionale), 307 persone denunciate e 81 sequestri su 8416 controlli. Venezia si posiziona al primo posto con 264 reati (oltre il 70% dei reati totali della regione) , 334 illeciti amministrativi e 36 sequestri, consolidando il suo ruolo di provincia più interessata, seguita da Padova, Vicenza e Verona e Vicenza, rispettivamente con 42, 21 e 21 reati.

A livello nazionale, c’è stato un aumento dei reati ambientalmente illegali del 14,4% rispetto al 2023. Nonostante qualche calo nei sequestri penali (-29,5%) e nelle sanzioni amministrative (-22,1%), il valore economico delle misure di contrasto è cresciuto quasi del 67%.

“Chiediamo alle Istituzioni di potenziare l’organico delle Agenzie regionali, per garantire controlli adeguati, a partire da Pnrr e Olimpiadi Milano-Cortina 2026. Per fornire il massimo supporto alle forze dell’ordine bisogna alzare la soglia di prevenzione, per fermare i furbi o i criminali che fanno danno all’ambiente e soprattutto concorrenza sleale alle imprese serie.” è il commento di Luigi Lazzaro, presidente di Legambiente Veneto.

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