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Musile: il grande dolore della comunità

Migliaia le persone previste al rito funebre di giovedi 18 luglio, nel campo sportivo di Musile di Piave, per i quattro giovani ventiduenni morti la settimana scorsa. Parlano il parroco e la sindaca.

19/07/2019

E’il dolore di quattro famiglie, ma anche di un’intera comunità (3 giovani su 4 risiedevano a Musile di Piave, un altro a San Donà) e di un territorio (è stato dichiarato il lutto cittadino non solo a Musile e a San Donà, ma anche a Jesolo e a Noventa di Piave). Migliaia le persone previste al rito funebre di giovedì 18 luglio, nel campo sportivo di Musile di Piave, per Leonardo Girardi, Eleonora Frasson, Giovanni Mattiuzzo e Riccardo Laugeni. I quattro giovani, tutti ventiduenni, sono morti a Jesolo domenica, dopo essere finiti nel canale a causa del contatto con la Golf di un 26enne, attualmente ai domiciliari a Musile. Per lui al vaglio le accuse di omicidio stradale e omissione di soccorso. Un’altra giovane, Giorgia Diral, è riuscita incredibilmente a salvarsi, grazie all’aiuto dei primi soccorritori intervenuti.
Le esequie sono state presiedute dal delegato “ad omnia” della diocesi di Treviso, mons. Adriano Cevolotto.
Abbiamo contattato il parroco don Flavio Zecchin, per capire le reazioni della comunità cristiana. “E’ una tragedia che colpisce fortemente: erano ragazzi che avevano frequentato i gruppi della parrocchia fino alla quinta superiore e che avevano lasciato per impegni di lavoro. Avevano anche fatto gli animatori ai Grest, e alcuni dei loro genitori sono ancora impegnati con diversi servizi all’interno della comunità parrocchiale – racconta don Flavio -. Era un gruppo di dieci amici, un gruppo «de tosati boni», che non bevevano e non avevano grilli per la testa. Stavano bene assieme e si divertivano con poco, in maniera semplice, senza dover fare cose straordinarie. Anche la tragica sera dell’incidente, dovevano trovarsi per mangiare una pizza a casa di uno di loro, poi, essendo in tanti, avevano deciso di andare a mangiarla in un locale a Jesolo. Gli altri cinque sono tornati a casa con un’altra macchina per un’altra strada”.
Quando lo abbiamo raggiunto al telefono, il parroco stava proprio parlando di questi avvenimenti con alcune persone: dalle sue parole, con cui delicatamente ci ha raccontato questi particolari, emergeva tutta la sua sofferenza che è, evidentemente, anche quella dei fedeli della comunità parrocchiale.
“Ho incontrato i genitori dei ragazzi, ma anche altre famiglie in questi giorni – ci dice ancora don Flavio – e ci sono genitori che non riescono a dormire la notte, perché questo è un dramma che accomuna tutte le famiglie”.
Raggiungiamo telefonicamente anche la sindaca di Musile Silvia Susanna, mentre sta coordinando la complessa organizzazione del rito funebre, che in previsione del grande afflusso è stato preparato nel campo sportivo, di concerto con la parrocchia e la Diocesi di Treviso: “Abbiamo coinvolto su questo le famiglie solo lo stretto necessario - ci dice - perché so quanto pesino questi momenti. Emotivamente sono molto vicina ai cari di questi giovani. Da poco ho avuto anch’io un lutto. Nel mio caso ho perso un genitore, qui si tratta di perdere un figlio, il dolore più grande che ci possa essere”.
La prima cittadina conferma che “la comunità è provata, si alternano sentimenti di grande dolore e anche di rabbia per quella che viene percepita come una morte ingiusta”. Per il resto “molti hanno dato la disponibilità come volontari per la gestione delle esequie al campo sportivo”.

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