Penso che molti, come me, siano rimasti inizialmente un po’ sorpresi dalla elezione al pontificato del...
Bartolo Longo e il santuario di Pompei, faro di fiducia e speranza
“Don” Bartolo usciva dall'esperienza devastante dello spiritismo satanico, e solo grazie a degli amici aveva ritrovato la fede, da cui sarebbe germogliata l'attenzione appassionata ai più poveri. La devozione mariana, lungi da essere una fuga, divenne linfa vitale di una disponibilità tutta “mariana” a farsi vicino agli ultimi.

“Tutto era avvolto in una quiete profonda. Volsi gli occhi in giro, nessun' ombra di anima viva. Allora mi arrestai di botto... In tanta tenebra d'animo una voce amica pareva che sussurrasse queste parole: “Se cerchi salvezza propaga il rosario. E’ promessa di Maria...” Una lontana eco di campana giunse ai miei orecchi e mi scosse. Suonava l'Angelus del mezzodì...” Così l'avvocato Bartolo Longo ricordava quella che fu la scintilla della sua rinascita spirituale, ma anche di quella materiale e morale della valle di Pompei, attorno al santuario che di lì poco sarebbe sorto grazie a lui. “Don” Bartolo usciva dall'esperienza devastante dello spiritismo satanico, e solo grazie a degli amici aveva ritrovato la fede, da cui sarebbe germogliata l'attenzione appassionata ai più poveri. La devozione mariana, lungi da essere una fuga, divenne linfa vitale di una disponibilità tutta “mariana” a farsi vicino agli ultimi. Nell'anno 1876, dovendo scegliere il giorno in cui porre la prima pietra, Bartolo Longo volle che fosse l'8 maggio, perché nel calendario allora era la festa dell'arcangelo san Michele, protettore contro il maligno e che “fu custode di Maria sulla terra ed è il difensore di tutti i santuari mariani nel mondo, e che è anche apparso in questa Valle...”. Dieci anni dopo, l'8 maggio 1886, doveva essere il giorno fissato per la solenne incoronazione dell'immagine della Vergine di Pompei, ma l'epidemia di colera che colpì Napoli obbligò a rinviare di un anno. L'8 maggio 1887 la festa dell'incoronazione si unì a quella della “nuova città” sorta quasi per miracolo attorno al santuario. Alla presenza delle migliaia di persone che affollavano il sagrato si recitò “la supplica” alla Vergine composta dal futuro beato. “...volgi, o Maria, il tuo sguardo su di noi, sulle nostre famiglie, sull'Italia, sull'Europa, sul mondo. Ti prenda compassione degli affanni e dei travagli che amareggiano la nostra vita. Vedi o Madre, quanti pericoli nell'anima e nel corpo, e quante calamità e afflizioni ci costringono...”: In queste ore difficili per l'umanità il santuario di Pompei continua a rimanere un faro di fiducia e speranza.