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Grande festa nella comunità di Liedolo per la prima messa di don Mattia Gardin









È stata subito una grande festa. La banda di San Zenone degli Ezzelini è salita lentamente fino alla piccola frazione di Liedolo. Davanti, una vecchia Balilla nera, tirata a lucido. A bordo, don Mattia Gardin, prete novello, che in questo modo solenne e originale si è presentato nella piazza del suo paese natale.
Siamo ai confini della diocesi di Padova; appena un centinaio di metri più in là comincia quella di Treviso. La storia di questo esile, ma energico sacerdote, è segnata dall’intreccio tra diocesi, quasi un’alleanza che lo ha condotto al sacerdozio. Residente a Liedolo, nato a Bassano del Grappa, ha frequentato il Seminario di Treviso. Anche il suo servizio pastorale si è distribuito: dagli anni nella parrocchia d’origine al Seminario, quindi a “La Nostra Famiglia” di Santa Maria del Rovere a Treviso, alla parrocchia di San Giuseppe e, infine, a Salzano.
Domenica 25 maggio erano in tanti a vederlo scendere dall’auto e, quasi saltellando per l’emozione, salire la scalinata della chiesa di San Lorenzo per celebrare la sua prima messa. Ad accoglierlo, il parroco di Liedolo, mons. Manuel Fabris, che ha intrecciato le sinergie delle due diocesi per rendere speciale questo giorno. Il sindaco di San Zenone, Fabio Marin, visibilmente commosso, lo ha abbracciato e si è detto onorato di accoglierlo, definendolo un segno di speranza.
Nella sua prima omelia, aderendo al Vangelo di Giovanni, don Mattia ha ricordato come Dio scelga di abitare nei nostri cuori: “A Dio interessa prendere dimora dentro di noi, non importa se la casa è bella o meno. L’importante è che si senta la sua presenza: ci saranno momenti in cui la percepirò meno, ma Dio ci invita ad avere la certezza. Il dono del Paraclito ci aiuta a non sentirlo assente”.
Ha spiegato di aver riconosciuto la presenza di Dio proprio nella quotidianità delle persone che lo hanno accompagnato nel suo cammino. Una presenza che dà pace, perché Dio abita in noi e ci rende capaci di vivere in armonia con Lui.
Dopo l’omelia, la cerimonia è proseguita con il canto del coro parrocchiale e il suono dell’organo monumentale, costruito nel 1835 dai fratelli Prestinari. Conclusa la messa, e prima delle foto di rito, don Mattia ha rivolto una lunga serie di ringraziamenti.
A suor Andreisa, che da bambino lo accompagnava all’altare della Madonna della Cintura, immagine molto amata a Liedolo, e a suor Prudenzia, anche lei delle Piccole suore della Sacra Famiglia. All’ex parroco, don Fabrizio Girardi, che ha seguito i primi passi della sua vocazione. Ha ricordato l’accoglienza ricevuta in Seminario dai due gemelli compaesani, oggi sacerdoti, Giacomo e Davide Crespi, don Riccardo Camelin, don Emanuele Sbrissa, oggi padre spirituale della Comunità ragazzi del Seminario, il parroco di Salzano, don Giulio Zanotto, che lo ha accolto per il servizio pastorale, e don Paolo Cecchetto, parroco di San Zenone degli Ezzelini, ultima preziosa conoscenza.
L’elenco è stato lungo, come numerosi i sacerdoti concelebranti, impossibile riportare. Un pensiero speciale e commosso, infine, lo ha rivolto alla famiglia: il papà Denis, la mamma Roberta, i fratelli Jacopo e Filippo, primi custodi della sua vocazione.
Dopo la cerimonia, come da tradizione, pranzo comunitario per salutare in amicizia il prete novello.