venerdì, 18 luglio 2025
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Lo Spi Cgil lancia l’allarme per il caldo, in Veneto 200 mila anziani a rischio

Le temperature sempre più roventi che si registrano d’estate e che possono diventare una vera e propria emergenza soprattutto per le fasce più fragili della popolazione, anziani in testa.

Lo Spi Cgil del Veneto ha calcolato che nella nostra regione il caldo estremo può rappresentare un vero e proprio pericolo soprattutto per un terzo degli ultra 75enni residenti sul territorio. Parliamo di circa 200 mila soggetti che, secondo l’ultima relazione sociosanitaria predisposta da Palazzo Balbi, sono seguiti nelle strutture locali per problemi che vanno dallo scompenso cardiaco all’asma fino al diabete. Sono queste, infatti, le principali cronicità che, con temperature elevate, possono creare complicazioni anche letali.

In tale contesto, il sindacato dei pensionati della Cgil veneta chiede massima attenzione da parte dei territori per i circa 300 mila ultra75enni che vivono potenzialmente da soli, perché vedovi/e, divorziati/e o celibi/nubili e per tutti i 315 mila over 65 non autosufficienti residenti in Veneto

Gli anziani che vivono soli sono soggetti da monitorare con più attenzione rispetto a chi vive in coppia o in famiglia. In Veneto se ne contano circa 300 mila, 65mila uomini e 235mila donne. Caldo estremo e solitudine sono due fattori potenzialmente pericolosi.

E proprio a fronte di questi numeri e di temperature sempre più elevate si rendono necessari da parte delle amministrazioni locali interventi ad hoc, come i rifugi climatici, la riorganizzazione “verde” dei centri cittadini, la fornitura gratuita e temporanea di climatizzatori.

«L’estate è un periodo molto delicato per gli anziani - commenta Nicoletta Biancardi, segretaria generale dello Spi Cgil -. Chiediamo attenzione per quelli che vivono soli, perché in questi mesi il rischio isolamento ed emarginazione è molto elevato. Visto però che la crisi climatica è una realtà con cui dobbiamo convivere e dato l’aumento delle temperature registrate a giugno, la contrattazione climatica deve rientrare stabilmente nell’ambito della negoziazione sociale che da sempre vede i sindacati dei pensionati confrontarsi con sindaci, assessori e Aulss sulle questioni che riguardano gli anziani».

«È necessario operare sulla progettazione delle città – prosegue Biancardi -: intervenire sulla cementificazione con asfalti drenanti, meno pavimento e più verde, energie rinnovabili per la mobilità pubblica. Va prevista una riprogettazione che permetta l’adattamento delle città alle nuove temperature [...] nella speranza che enti locali e aziende sanitarie accolgano e realizzino le nostre proposte».

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