mercoledì, 30 aprile 2025
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Più piccolo sei, più grande sarà il tuo mondo

“ Un saggio ebreo diceva: “L'uomo viene spesso chiamato un “piccolo mondo”. Questo appellativo si spiega così: se un uomo è “piccolo” ai suoi occhi, egli è veramente un “mondo”. Ma se un uomo è “un mondo” ai suoi occhi, allora è veramente “piccolo”. L’esperienza ce lo dimostra ogni giorno.

“ Un saggio ebreo diceva: “L'uomo viene spesso chiamato un “piccolo mondo”. Questo appellativo si spiega così: se un uomo è “piccolo” ai suoi occhi, egli è veramente un “mondo”. Ma se un uomo è “un mondo” ai suoi occhi, allora è veramente “piccolo”. L’esperienza ce lo dimostra ogni giorno: l'uomo è un microcosmo dell'universo, ma la sua grandezza la cogli e ti affascina se quell’uomo è convinto della sua piccolezza. Piccolo di fronte a chi ? Non certo per senso di inferiorità, di fronte agli altri, ma piccolo di fronte a Dio, la grande Presenza d’amore nella nostra vita. Ne ebbe una forte consapevolezza un prete trevigiano, don Claudio Girardi, morto nel 2010 a 34 anni, per un tumore alla testa. Nell'immagine ricordo della sua ordinazione sacerdotale volle porre il verso di una canzone di Biagio Antonacci: “Più piccolo sei, più grande sarà il tuo mondo”. Don Claudio coglieva in quelle parole il mistero stesso dell’amore di un Dio che si è fatto piccolo fino a offrirsi quotidianamente a noi nell’Eucaristia. Il giovane prete scriverà nel suo diario di ritrovare in quelle parole una sintesi del desiderio di “piccolezza che diventa piena disponibilità a camminare  vicino agli uomini e alle donne che Dio ama”. Recentemente un noto teologo titolava un suo libro: “La cruna dell’ego”, definizione illuminante dell’attuale esasperato bisogno che tutto debba passare attraverso il proprio mondo, nel culto ossessivo della propria identità personale. E’ questa una tra le più gravi tentazioni anche per la Chiesa. Risuonano vive le parole di un altro teologo, tra i più grandi precursori del Concilio: “In mezzo a tante discussioni sul cristianesimo del nostro tempo... è necessario tornare a considerazioni molto semplici. I cristiani migliori, più vivaci, non si trovano generalmente tra i più sapienti e i più abili, tra gli intellettuali, tra le autorità sociali. Per conseguenza la loro voce  non risuona nella stampa... La loro vita è nascosta agli occhi del mondo... Eppure sono proprio loro che contribuiscono, più di tutti gli altri ad impedire che la nostra terra sia un inferno. Si contentano di vivere la fede come la realtà più vera. Anche se non sono impegnati in una attività esterna , essi sono all'origine di tutte le iniziative... E sono loro che in noi conservano o ridonano qualche speranza...”. (H. De Lubac)

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