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Clausura, non rinuncia ma dono

Professione solenne, domenica 4 ottobre, per suor Maria Arlene della Divina Misericordia e suor Maria Valentina di Gesù, clarisse a Camposampiero. La cerimonia si è svolta nel santuario della Visione con la messa presieduta dal vescovo Michele Tomasi

09/10/2020

Nel giorno della ricorrenza di san Francesco, domenica 4 ottobre, la comunità delle suore Clarisse di Camposampiero ha accolto due nuove sorelle che hanno fatto la loro professione solenne nell’ordine di Santa Chiara. La cerimonia si è svolta nel santuario della Visione di Camposampiero, situato vicino al convento delle suore; la messa è stata presieduta dal vescovo di Treviso mons. Michele Tomasi, coadiuvato da padre Andrea Vaona, pro-vicario della provincia patavina dei frati Minori conventuali, e da numerosi altri frati. La celebrazione è stata animata dal coro giovani dei Santuari antoniani. Suor Maria Arlene della Divina Misericordia e suor Maria Valentina di Gesù hanno risposto con entusiasmo “Mi hai chiamato: eccomi, Signore” alla prima domanda prevista per il rito della professione religiosa, e inserito nella celebrazione eucaristica dopo la proclamazione del Vangelo e l’omelia del Vescovo.

Il rito è poi proseguito con le interrogazioni delle candidate, la preghiera litanica, la professione solenne emessa nelle mani della madre abadessa, Elena Chiara Cecchetto, con testimoni suor Nicoletta Dallara e suor Annamaria Bassan. È seguita la solenne benedizione delle professe, la consegna dell’anello da parte del Vescovo, e infine l’accoglienza delle professe nella fraternità.

Il Vescovo all’inizio della sua omelia ha espresso il senso del rito: “Sorelle carissime oggi vi è concesso di aderire per sempre a Cristo sposo. Vi è concesso, ma credo che questo dia il tono di quello che sta accadendo qui adesso con quello che vivete voi, carissime sorelle. Perché forse guardando da fuori al di là delle mura o della grata di un convento, pensiamo istantaneamente all’impegno, al sacrificio, alla rinuncia. Dovremmo pensare invece al «dono», che paradossalmente nel momento in cui mostrate l’esercizio più grande della generosità, il dono indiviso della vita, voi riconoscete il dono del Signore a voi: poter aderire per sempre a Cristo sposo, poter vivere l’esistenza in una comunità di sorelle con il cuore, la mente, le azioni, la vita rivolta all’unico necessario. E questo è davvero un dono grande, è davvero una pienezza di vita che viene donata, e che voi testimoniate a noi con la vostra esistenza, mostrandoci una via che dovremo seguire anche noi nel sacerdozio, noi nel matrimonio, noi nel laicato, noi nella vita consacrata, noi nell’economia, noi nella politica, ovunque. Il Signore ci concede di essere suoi, ci concede di aderire nel nostro stato di vita con le nostre responsabilità a lui, che rimane per tutti noi l’unico necessario”.

Al termine della celebrazione le due suore hanno voluto ringraziare per la partecipazione e la preghiera fraterna per il dono che hanno ricevuto, rinviando i festeggiamenti a quando le condizioni sanitarie lo consentiranno. In particolare suor M. Arlene, di origini filippine, ha espresso nella propria lingua locale i ringraziamenti ai parenti e amici che non hanno potuto partecipare fisicamente ma che hanno seguito la cerimonia in streaming.

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