venerdì, 13 giugno 2025
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Giubileo delle associazioni: “Palestre di fraternità e partecipazione”

Presenti le Consulte delle aggregazioni laicali di Vittorio Veneto, Treviso e Belluno-Feltre

Le Consulte delle aggregazioni laicali di Vittorio Veneto, Treviso e Belluno-Feltre, hanno partecipato, nello scorso fine settimana, al Giubileo delle associazioni, dei movimenti e delle nuove comunità. “Abbiamo avuto modo di prepararci leggendo il messaggio che il vescovo Riccardo ha preparato per noi - racconta Gianluigi Manighetti, di Vittorio Veneto -, riprendendo qualche riflessione dal convegno dei moderatori centrali dei movimenti e pregando. È stato emozionante attraversare la Porta Santa di San Paolo fuori le mura, e farlo insieme, ci ha fatto sentire ancor più amici e quasi fratelli tra noi. Alle 19.30 abbiamo partecipato alla veglia di Pentecoste in piazza San Pietro dove il Papa ci ha ricordato, tra le tante cose, la sinodalità, che esprime il modo in cui lo Spirito modella la Chiesa”. Leone ha sottolineato come la “storia” prenda forma solo nella modalità del riunirsi, del vivere insieme, il contrario è mortale, e ha chiesto che “le aggregazioni e le comunità siano palestre di fraternità e di partecipazione”. Domenica la messa in piazza San Pietro: nell’omelia il Papa ha evidenziato che lo Spirito Santo fa cadere le frontiere dentro di noi, nelle nostre relazioni e anche tra i popoli, poiché nell’amore non c’è spazio per i pregiudizi. “Per tutti noi è stata una grande emozione vedere il Papa e stare assieme in quella piazza ci ha fatto sentire l’abbraccio della cristianità”, aggiunge Manighetti. “Durante il viaggio di ritorno abbiamo voluto donarci quello che maggiormente ci è rimasto nel cuore. Due amici fiorentini, che hanno partecipato insieme a noi, così si sono espressi: “Grande è stata la naturalezza del sentirsi uno, pur nella pluralità, sentirsi famiglia, pur senza conoscersi da prima, sentirsi “dentro”, pur venendo da fuori. Ci si trova sorpresi a capire che se il posto manca, stringendoci ci stiamo tutti e forse, scambiandosi un sorriso, si sta meglio che con lo spazio che avanza. Perché «Dio non è solitudine»”.

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