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E' morto don Giancarlo Teso, il lutto del collegio Pio X e della Casa del clero
Al collegio vescovile insegnò Latino e Greco. Brillava per la fedeltà, per l’accurata preparazione, per l’obiettività dei giudizi. Gli ultimi anni, quasi dodici, li ha trascorsi nella Casa diocesana del Clero in un progressivo indebolimento del fisico.

Don Giancarlo Teso è mancato questa mattina mentre seguiva, nella sua carrozzella, la messa nella chiesetta della Casa del Clero di Treviso. Era nato il 4 aprile 1934 a Treviso, dove la sua famiglia gestiva in piazza del Grano un negozio di prodotti elettrici. Ordinato sacerdote nel 1960, è entrato nel clero trevigiano venendo dall’esperienza di frate francescano minore, con esperienza pastorale ma soprattutto con lunghi anni di docenza nei seminari dell’Ordine.
E’ stato poi assegnato al Collegio vescovile Pio X quale insegnante di latino e greco nel liceo classico, iniziando una nuova esperienza che è apparsa subito positiva per tutti: gli alunni, i colleghi, le famiglie. E soprattutto per la comunità dei sacerdoti del Pio X. “Don Giancarlo non era di molte parole”, ricorda mons. Giuseppe Rizzo, allora rettore del Collegio, “ma non si sottraeva al dialogo, portando fra i confratelli una intelligente e benevola ironia, un equilibrio umano e una naturale simpatia. Quanto al suo compito di insegnante, brillava per la fedeltà, per l’accurata preparazione, per l’obiettività dei giudizi. Proverbiale l’alchimia con cui giungeva alla assegnazione dei voti trimestrali e finali. Ma nessuno ha mai eccepito sulle sue decisioni. In qualche occasione il preside, mons. Angelo Corazza, lo convinceva a essere un po’ più… generoso”.
Egli ha accompagnato il suo servizio nel Collegio vescovile con il ministero festivo. Fu per lunghi anni collaboratore pastorale a Salvatronda e si ricorda poi la sua presenza domenicale nella parrocchia di Olmi, in aiuto al parroco don Adelino Bortoluzzi: di quella fraterna esperienza egli era felice, anche per i frequenti incontri con i giovani che lui sapeva ascoltare con attenzione ed ai quali ha lasciato, presso la biblioteca della Parrocchia, tutti i suoi libri.
Gli ultimi anni, quasi dodici, li ha trascorsi nella Casa diocesana del Clero in un progressivo indebolimento del fisico e del tono vitale e in un silenzio che lo ha lentamente privato di tutte le relazioni: gli restavano vivi gli occhi e qualche raro sorriso. Qui in Casa si ricorda un particolare che fu motivo di sorpresa e commozione: quando giunse in questa Casa don Giuseppe Pettenuzzo, colpito da gravissimo ictus, gli operatori qualche volta lo portavano nel portico, per un po’ di ristoro, e capitava di vedere don Giancarlo seduto al suo fianco che gli accarezzava la mano.
Negli ultimi tempi partecipava alla messa quotidiana dalla sua carrozzina. E proprio mentre si concludeva la celebrazione dell’eucaristia quotidiana, questa mattina, don Giancarlo ha lasciato questo mondo. “Desideriamo affidare”, ha detto mons. Rizzo, “il ricordo di don Giancarlo a quella che è stata la sua vocazione nella vocazione: prete per l’insegnamento. Ci paiono giuste e degne di lui queste parole del Libro della Sapienza: L’anelito per l’istruzione è amore / l’amore per lei è osservanza delle sue leggi / il rispetto delle leggi è garanzia di incorruttibilità / e l’incorruttibilità rende vicini a Dio”.