Nemmeno l’Aiea, l’Agenzia per l’energia atomica dell’Onu, può affermare che l’Iran già disponga di testate...
Giavera Festival, serata con Giovanna Botteri e Adriano Sofri

La democrazia c’è, come diceva Giorgio Gaber, quando si comincia a pensare che la propria felicità sia anche quella dell’altro e viceversa. È un percorso di informazione, azioni di bene comune, rifiuto dell’indifferenza. Il voto è allora una tappa vitale con un prima e un dopo. È questa la sintesi di don Bruno Baratto, presidente dell’associazione Ritmi e danze dal mondo, a conclusione dell’incontro di giovedì 3 luglio con Giovanna Botteri, Adriano Sofri e Gigi Riva in dialogo sul “Mondo addosso”, che, dice don Bruno, per certi versi ci travolge, ma sarebbe necessario caricarcene un po’ in spalla. Tenutosi nella palestra comunale di Giavera del Montello, di fronte a una platea di 700 persone, è uno degli appuntamenti del Giavera Festival 2025, giunto alla 31ª edizione.
Fateci qualche domanda, esordisce Adriano Sofri, giornalista e opinionista, perché possiamo comprendere i vostri bisogni di sapere: l’invito manda in frantumi il silenzio, le parole rimbalzano da un angolo all’altro della palestra e sono accenti sfiduciati di quanti si sentono ormai nel baratro.
Gigi Riva, giornalista e scrittore, nel ruolo di moderatore va dritto alla catastrofe del mondo espressa nelle domande. Come sia stato possibile arrivare a questo punto, ce lo spiega Giovanna Botteri, decine di anni in Rai, inviata nel mondo intero, mai approdata a Giavera, ammette divertita.
L’Occidente e la Russia, ancorati a una vecchia concezione di controllo del mondo, afferma, continuavano a pensare alle guerre, a puntare sulla forza militare perdendo il passaggio tecnologico. La Cina, invece, si è concentrata nello sviluppo delle tecnologie con il risultato che le sue nuove generazioni crescono nella convinzione che il mondo si possa controllare proprio con quella tecnologia quasi ignorata da noi. Proviamo a pensare al ruolo dei social media nella rivolta dei giovani e delle donne in Iran: questa forma di informazione ci ha fatto conoscere la loro ribellione e le speranze. Vale anche per la Siria, quando nell’ultima parte della guerra i giornalisti non potevano più andarci. Noi invece abbiamo mancato l’approccio con la potenza di questi media, con la loro capacità incisiva di penetrazione. Ora c’è l’abbraccio all’Ia che potrebbe, forse, permettere ai nuovi e arricchiti padroni di sostituire i lavoratori con robot, ma è uno strumento utile, ne è convinta Giovanna Botteri, per portare assistenza medica a Paesi sprovvisti di cure: è evidente che l’intelligenza artificiale, non essendo né buona né cattiva, dipende dall’uso.
Gigi Riva coglie il momento: le bombe sotterranee che arrivano chissà dove, le superbombe che Putin sta vomitando sull’Ucraina sono un esempio di tecnologia male utilizzata? L’intervento di Sofri prende il via pacato, ma subito si lascia prendere dallo sdegno, il tono si adegua alla temperatura dell’ambiente ed escono parole di fuoco. Mai, afferma, dopo la Seconda guerra mondiale ci si è trovati in una situazione così disgustosa. Stavamo maturando una coscienza di rispetto della Terra, una sensibilità obbligata, perché si stava prendendo atto che saremo soffocati dal nostro stesso respiro. Stop, non è piaciuta ai “petrolieri”, personaggi con l’atomica in tasca, uomini pronti a riprendersi il privilegio di godersi la vita senza porsi problemi. Si è imposto il contraccolpo di poteri impegnati a non misurarsi con la gravità delle situazioni, di gente che passa alla cassa. A noi non resta che unirci, solidarizzare tra noi e con il mondo, porre degli argini per ridurre i danni, rattoppare il disastro che va compiendosi con rapidità.
“La guerra - dichiara Sofri - è soltanto un epifenomeno, un foruncolo sulla malattia profonda”.
Quando raccontavamo i Balcani, ricorda Botteri, parlavamo di un popolo di musulmani, ebrei, cattolici, un po’ di ortodossi e in Italia trovavamo raccolte fondi, convogli che partivano, c’era, insomma, l’idea che si sapesse cosa fare. Oggi c’è assuefazione, accettazione di tutto quello che ci casca addosso.
Del resto, incalza Sofri, sarà difficile trovare chi metta in discussione l’operato di Netanyahu. Il massacro di bambini e vecchi ha corrotto ogni giudizio su qualunque altra cosa succeda: ogni giorno vediamo azioni infami, ma nessuno più ha il coraggio di evocarle di fronte a questa pietra di paragone costante.
Nel panorama internazionale, continua Sofri, persone pagliaccesche, che non è possibile prendere sul serio, sono al governo per soddisfare la propria voracità. Senza un progetto, stanno però applicando un metodo che ha già ridotto la democrazia a strumento per togliere di mezzo i migliori e fiaccare il potere decisionale del popolo.
Anche la migrazione, mai trattata con il rilievo decisivo, è oggi strumento potente. È successo lo stesso alla fine della Prima guerra mondiale, quando, approfittando della crisi, sono nati fascismi e totalitarismi della prima metà del ‘900 che rivediamo oggi proliferare, calcando la mano sulle migrazioni.