sabato, 27 settembre 2025
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Marco Goldin presenta a Treviso la sua mostra “Da Picasso a Van Gogh”

Un percorso a ritroso, dagli anni ‘70 e dall’astrazione amercana del secondo ‘900, fino all’ultima opera esposta, I campi di grano di Van Gogh, del 1890. L’esposizione apre il 15 novembre

“Se guardo il principio e la fine del percorso della mostra, ci sono due quadri, già meravigliosi per se stessi, che sigillano in una doppia immagine questo tendersi della bellezza da un punto a un altro punto. L’esposizione comincerà con una delle strepitose versioni degli Ocean Parks di Richard Diebenkorn, il numero 32 del 1970, nella sua assoluta e insieme atmosferica composizione fatta di giallo e azzurro. Come fosse quel giallo una sabbia davanti all’azzurro infinito dell’oceano Pacifico. La compattezza del cielo e della terra, nel loro pulsare all’unisono. E quasi un secolo prima, dall’altra parte del grande mare, a diecimila chilometri di distanza, un pittore aveva concluso la sua vita tuffandosi in un giallo diverso, l’immenso dei campi di grano a Auvers-sur-Oise, nel nord della Francia. Sotto l’azzurro di un cielo in cui si diffondeva il suono bianco di nuvole aggrovigliate. Vincent van Gogh, pochi giorni prima di morire, alla fine di luglio del 1890, ha dipinto il quadro struggente che sta a Toledo, e che si vedrà a Treviso”.

Marco Goldin non teme di “spoilerare” i quadri contenuti nella mostra che Treviso, e non solo, non vede l’ora di ammirare dal 15 novembre al museo di Santa Caterina: “Da Picasso a Van Gogh: Capolavori dal Toledo museum of art. Storie di pittura dall’astrazione all’impressionismo”. E lo fa in uno spettacolo giovedì 19 settembre, sold out e applauditissimo sia al pomeriggio che alla sera, al teatro comunale Del Monaco di Treviso. E così gli spettatori, molto probabilmente anche della mostra, sono venuti a conoscenza del motivo della curiosa inversione temporale. “Guardando e sfiorando questi due quadri, ho pensato che il viaggio avrebbe dovuto essere esattamente così. Dal poi al prima, in una inversione di tempo che potesse consegnarci una ancor maggiore conoscenza, una ancor maggiore emozione. Il giallo di Diebenkorn, sul finire del XX secolo. Il giallo di Van Gogh, sul finire del XIX secolo. L’azzurro di un oceano immaginato da quel pittore sul bordo della California. L’azzurro di un cielo tutto teso verso l’orizzonte in una campagna francese. Ho pensato che una mostra che inizia e che finisce così ha dentro di sé il segno del destino, e per questo vale la pena raccontare”.

La mostra, quindi, si articolerà in successivi capitoli, andando a ritroso, partendo dall’astrazione americana del secondo Novecento. Per transitare poi ad alcune esperienze capitali dell’astrazione invece europea, da Ben Nicholson e Josef Albers fino a Piet Mondrian e Paul Klee, nel diverso loro appoggiarsi alle strutture della realtà tramutata in visioni e apparizioni.

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