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Fine del mercato tutelato per luce e gas
Il servizio di maggior tutela per le forniture di luce e gas ha i giorni contati. Il Governo italiano si è impegnato in Europa, in cambio della terza tranche dei fondi del Pnrr, già approvata ed erogata. Il mercato libero è, infatti, uno degli obiettivi fissati dal Piano nazionale di ripresa e resilienza. A escludere proroghe c’è anche il ministro degli Esteri e segretario nazionale di Forza Italia Antonio Tajani. Vani, dunque, i tentativi del segretario della Lega e ministro delle Infrastrutture e trasporti, Matteo Salvini, di negoziare un’altra proroga, respinta dalla Commissione europea.
Quindi, il cosiddetto “mercato tutelato” cesserà di esistere, per quanto riguarda il gas, il prossimo 31 dicembre, mentre per quanto riguarda la luce, il 31 marzo 2024.
A partire da quelle date, tutti gli utenti domestici non considerati vulnerabili saranno costretti a passare al mercato libero.
Abbiamo chiesto al presidente della Lega consumatori di Treviso, Davide Magagnini, e alla sua collaboratrice, Alice De Bortoli, di aiutarci a fare un po’ di chiarezza, capire cosa succederà agli utenti domestici che ancora non hanno effettuato il passaggio e qualche suggerimento su come scegliere una nuova offerta di fornitura.
Partiamo dalle basi, cosa significa mercato a maggiori tutele?
Si tratta di un mercato in cui l’offerta ha dei vincoli e dei paletti ben precisi, previsti dal Governo sotto la gestione di Arera (Autorità di regolazione per energia, reti e ambiente, ndr), che si occupa della tariffazione. In ogni caso, anche il cosiddetto mercato tutelato è, comunque, soggetto alle oscillazioni dei prezzi del mercato, per cui Arera decide un prezzo per un periodo prestabilito, dopodiché lo aggiorna in base all’andamento dei mercati finanziari. Gli aggiornamenti possono essere ogni tre mesi, oppure ogni mese, come è avvenuto nel periodo di maggiori aumenti delle materie prime, per permettere di abbattere i costi rapidamente, quando le oscillazioni dei prezzi lo permettevano”.
Se non siamo sicuri del tipo di contratto che abbiamo in essere, come facciamo a capirlo?
Le bollette con la dicitura “Servizio elettrico nazionale” sono certamente caratterizzate della maggior tutela, ma qualsiasi compagnia può erogare servizi sia nel mercato tutelato, finché esisterà, che in quello libero. Si può dunque controllare l’intestazione in alto della bolletta, tra le scritte in piccolo si troverà la dicitura “fornitura mercato libero” oppure “mercato maggior tutela” , inoltre, negli ultimi mesi, chi è ancora nel mercato di maggior tutela, sta ricevendo con la bolletta degli avvisi che lo informano su come cambierà l’offerta.
Il passaggio è obbligatorio per tutti gli utenti privati?
Non per tutti, infatti le categorie vulnerabili, se sono nel mercato tutelato ci resteranno, se sono nel mercato libero possono chiedere al loro gestore di gas e luce di applicare i prezzi del mercato tutelato, anche dopo le scadenze dei prossimi mesi.
Chi sono questi soggetti considerati vulnerabili?
Sono le persone a basso reddito che attualmente percepiscono un bonus sociale, gli anziani che hanno più di 75 anni, le persone con disabilità certificate dall’articolo 3 della legge 104, le persone residenti in alloggi di emergenza a causa di calamità e, solo per quanto riguarda la fornitura elettrica, le persone che, a causa delle loro condizioni di salute, in casa possiedono apparecchiature sanitarie alimentate a corrente.
Per tutti gli altri, se non si sceglie che succede?
Nessuno rimarrà senza gas o senza corrente. In un primo momento le compagnie dovranno fornire un’offerta Placet, in cui il prezzo delle materie prime è deciso dalle compagnie, mentre rimangono ancora alcune tutele imposte dall’Autorità di regolazione (vedi box a fianco). Sconsigliamo, tuttavia, di percorrere questa strada. Non scegliere, infatti, si ritorce sempre contro il consumatore, che si accorgerà subito dei sensibili aumenti in bolletta. In ogni caso, a chi dopo i termini fissati non avesse ancora preso una decisione, ricordiamo che può sottoscrivere un nuovo contratto in qualsiasi momento.
E dunque, come orientarsi tra le tante offerte? C’è qualcosa a cui possiamo fare attenzione?
Fortunatamente Arera, in vista del passaggio, ha messo un po’ di ordine nelle diciture all’interno delle bollette, standardizzando i termini e imponendo a tutti le stesse terminologie, in modo tale che sia più semplice confrontare le diverse componenti e scegliere l’offerta migliore. Tuttavia, nella bolletta il prezzo finale è diviso in tre: le spese per la materia prima, le spese per il trasposto e gli oneri di sistema. Quelle a cui dovrebbero guardare, invece sono componenti all’interno delle spese per la materia prima e cioè il corrispettivo di commercializzazione, e il contributo al consumo.
Di cosa si tratta?
Il corrispettivo di commercializzazione è un onere mensile che la compagnia mette a carico del consumatore per la gestione del contratto, più basso è, più il prezzo finale dell’energia sarà basso. Il contributo al consumo è una maggiorazione che viene applicata su ogni chilowatt consumato: anche questo, più si avvicina allo zero più rende l’offerta conveniente.
Come si fa a controllare queste componenti?
Per quanto riguarda chi sottoscrive un nuovo contratto, sicuramente queste componenti sono segnate, solitamente nelle clausole in piccolo, per questo è importante leggere tutto. Solitamente le compagnie che tendono a fare contratti telefonici non fanno menzione di questi elementi, per questo motivo è importante non sottoscrivere mai nulla al telefono, e farsi inviare il contratto scritto prima di prendere qualsiasi decisione. Per quanto riguarda un contratto già in essere, invece, è necessario richiedere alla compagnia fornitrice del servizio di inviare una bolletta di dettaglio. L’invito, in ogni caso, è a recarsi in degli sportelli fisici, delle diverse compagnie di energia elettrica e gas, ma anche in diversi enti del territorio come le Alcli, o le banche o le assicurazioni che propongono consulenze e preventivi a costo zero in base ai quali prendere con maggiore consapevolezza la propria decisione”.
Meglio un prezzo bloccato per un anno, oppure libero di oscillare sul mercato?
Posto che, come abbiamo detto, più che il prezzo totale è importante guardare ai costi fissi, i prezzi nel mercato libero variano, come in realtà anche quelli del mercato tutelato, che sono comunque soggetti alle oscillazioni dei prezzi delle materie prime. Il prezzo bloccato è, invece, una scommessa. Ci si può guadagnare come no, in condizioni normali probabilmente sarà un po’ più alto rispetto al mercato. Nell’anno dell’inizio della guerra in Ucraina, quando il prezzo delle materie prime è schizzato alle stelle, chi aveva un’offerta a prezzo bloccato nel mercato libero probabilmente ci ha guadagnato molto rispetto anche a chi aveva ancora un contratto a maggior tutela.
In conclusione, questo passaggio porterà dei benefici o no ai cittadini?
Difficile dirlo. In generale una maggiore concorrenza ha portato alla diminuzione dei prezzi, come è successo, ad esempio, con la telefonia. In entrambi i casi ci sono costi infrastrutturali enormi, che comunque vengono scaricati al consumatore finale. Tuttavia, per quanto riguarda luce e gas, c’è anche la variabile dei prezzi delle materie prime, che oscillano sui mercati finanziari. Quindi, un beneficio lo potremmo avere in una situazione di sostanziale stabilità economica e geopolitica. E’ vero anche, e lo abbiamo provato sulla nostra pelle negli anni scorsi, che anche chi stava nel mercato a maggior tutela non è stato esonerato dalle impennate dei mercati. Quello su cui potranno essere competitive le diverse società sono, ancora una volta, i costi fissi. Ciò non toglie che ci troviamo di fronte a un passaggio cruciale, proprio perché il periodo storico è cruciale, il mondo è in subbuglio e una nuova crisi nel Sud Est asiatico potrebbe trasformarsi in un disastro per il nostro mercato di gas ed energia.