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Olio di oliva del Montello: ritorno a una coltura antica
I pendii del Montello stanno tornando all’antico. Il paesaggio collinare è, infatti, sempre più punteggiato di uliveti, la cui presenza si alterna alle parti boscate, ai prati, ai seminativi e ai vigneti.
In questa zona la produzione dell’olio è documentata fin dal Medioevo, legata specialmente alla presenza di ordini religiosi, come i Benedettini dell’abbazia di Nervesa. Cambiamenti climatici, come la piccola glaciazione tra 1700 e 1800, e cambiamenti politici, come la secolare dominazione della Serenissima, hanno ridotto, ma non cancellato, la presenza degli olivi, già tornati a espandersi più di un secolo fa e oggi destinati a riprendersi maggiore spazio lungo tutta la fascia pedemontana.
Nel trevigiano, secondo i dati di Coldiretti, ci sono 1.300 olivicoltori per circa 1.200 ettari di oliveto, disseminati sulla Pedemontana e sui Colli Asolani, Montello e Conegliano.
“Sulla zona collinare-pedemontana - spiega Vendrame Facchin, dell’Ufficio olivicolo - si riscontrano, purtroppo, frequenti abbandoni, a causa della cimice asiatica. Sono in crescita gli ettari di oliveti intensivi e/o superintensivi mesi a dimora nell’ultimo triennio in pianura, con un numero di piante per ettaro che varia dalle 900 alle 1.600, allevati a spalliera (filare) per la raccolta meccanica. Trattandosi di varietà prevalentemente spagnole o greche, l’olio che qui sarà prodotto non potrà essere etichettato come Evo italiano. Quello che, invece, è prodotto nella latitudine più a nord è conosciuto a livello internazionale per le ottime caratteristiche organolettiche e per la sua bassissima acidità”.
A Volpago, al confine con il territorio di Montebelluna, Erica Martignago e il marito Fabrizio Durante gestiscono un’azienda agricola con annessa fattoria didattica.
“Abbiamo piantato i primi albero di olivo vicino a casa nel 2009, per produzione e consumo familiare. Poi la passione e l’amore per i prodotti naturali sono diventati una vera e propria attività professionale. Abbiamo lasciato il nostro lavoro precedente e ci siamo dedicati all’attività agricola, aprendo questa azienda che abbiamo chiamato «I frutti del Montello – Pura Natura». Per produrre olio, farina di frumento, patate e miele rinunciamo alla chimica, sapendo di avere quantità inferiori, ma qualità più alta. Ci manca ancora la certificazione biologica, ma ci stiamo lavorando”. Su due ettari di estensione tra le prese 16 e 17, ci sono circa 900 piante di olivo, che possono garantire una produzione annua di un’ottantina di quintali, pari a circa dieci ettolitri di olio. “Il lavoro più impegnativo – spiega Fabrizio – è la potatura di ogni singola pianta, che può occupare alcune settimane. Partiremo con la raccolta a metà ottobre, quando la maturazione dei frutti sarà ancora a metà, per avere un prodotto finale con caratteristiche migliori”.
La consegna nel frantoio di Cavaso del Tomba, avviene solitamente nel giro di poche ore dalla raccolta. Dopo la lavorazione a freddo, l’olio estratto viene portato in azienda all’interno di recipienti in acciaio inox per imbottigliamento ed etichettatura.
Per capire la qualità dell’olio e apprezzarne le caratteristiche, questa domenica 10 settembre l’esperto olivicolo internazionale e giudice assaggiatore Luca Mencaglia guiderà un incontro di degustazione. “Va detto che c’è differenza tra olivicoltura di pianura e collinare. Quest’ultima è più predisposta per ragioni legate alla ventilazione, dato che gli olivi non hanno bisogno di impollinazione, e al minore ristagno di umidità. Gli effetti si sentono anche sul prodotto finale, per le sue caratteristiche alimentari e nutritive”.
In base alla legislazione italiana, l’olio, dopo la carne, è l’alimento più controllato e certificato. Orientarsi non è facile, anche perché dipende da come si vuole usare l’olio a tavola e dal gusto che si cerca. “Un buon olio – spiega Mencaglia – è un po’ amaro e un po’ piccante, caratteristiche che indicano la presenza dei polifenoli. Sono potenti antiossidanti, fondamentali per la salute umana, tanto che negli Usa l’olio extravergine d’oliva è classificato come medicinale e non come alimento. E’ importante anche la parte aromatica, il cosiddetto fruttato, che va scelta in base alle pietanze da preparare. L’olio d’oliva non è mai neutro, può esaltare o distruggere un sapore, ma bisogna essere consapevoli di cosa si compra e di come lo si abbina”.