venerdì, 01 agosto 2025
Meteo - Tutiempo.net

Altivole: da trent’anni, piccole grandi idee con la cooperativa Sonda

“Dal 1995, con passione crediamo nell’uguaglianza e aiutiamo persone fragili a sentirsi parte della società - racconta la presidente, Francesca Amato -. Nel momento della difficoltà la persona fragile ha estremo bisogno di sostegno e la società, purtroppo, non accoglie, al contrario, esclude ed emargina; è qui che entriamo in gioco noi”

Compie trent’anni la cooperativa sociale Sonda di Altivole, preziosa realtà del territorio che si occupa di dipendenze e disabilità. “Dal 1995, con passione crediamo nell’uguaglianza e aiutiamo persone fragili a sentirsi parte della società - racconta la presidente, Francesca Amato -. Nel momento della difficoltà la persona fragile ha estremo bisogno di sostegno e la società, purtroppo, non accoglie, al contrario, esclude ed emargina; è qui che entriamo in gioco noi di Sonda. Attraverso il lavoro, l’agricoltura sociale, le «case famiglia», i gruppi di sostegno, lavoriamo ogni giorno per promuovere la cultura del rispetto, del lavoro e del riscatto.

Trent’anni di attività sono un bel traguardo. Come siete nati e quali sono stati i passaggi più significativi?

Sonda nasce con piccoli passi, capaci di generare progetti che diventano grandi. È stata fondata a Castelfranco per volontà di alcuni dipendenti pubblici e operatori sociali del territorio, che lavoravano nell’ambito delle dipendenze e dell’alcologia, per creare un servizio che si potesse specializzare e diventare partner dell’Ulss. Nel tempo, oltre alla comunità terapeutica sono state create iniziative di sostegno delle famiglie, di prevenzione con progetti pilota importanti a livello regionale, inserimento lavorativo, collegati al tema dell’alloggio e dell’autonomia con le case famiglia. Dal 2009, Sonda ha cominciato a operare nell’ambito dell’autismo e il successo raggiunto più recente è senza dubbio il progetto Prove di volo. Ca’ Leido è un centro di eccellenza in questo settore. Ma tante altre sono state le iniziative: la fattoria, lo sviluppo della coop B, il lavoro di ricerca scientifica sempre agganciato all’educativa di territorio, la prevenzione nelle scuole. Dal 2024, infine, si è avviato un progetto di fusione con la coop Volti amici di Trebaseleghe, ed è un bel risultato di sinergia e di collaborazione.

Di quali progetti andate più orgogliosi e perché?

Vado fiera soprattutto del metodo che abbiamo sviluppato: da piccole cose, su cui ci impegniamo con molta energia, nascono grandi progetti: l’orto diventa fattoria sociale e didattica, un laboratorio apre al centro Kaleidos, la coop B oggi impiega oltre 25 persone, la casa alloggio Prove di volo è esperienza concreta di autonomia e di speranza sul presente e sul futuro. Con le famiglie e con le altre realtà del territorio possiamo, così, fare squadra e costruire nuove idee.

Come sono evolute in questi anni le fragilità di cui vi occupate? Quali cambiamenti significativi rilevate?

Oggi non arrivano nelle nostre comunità persone “accompagnate” dalle loro famiglie e con un problema di dipendenza da alcol, anche grave. È aumentata la complessità delle situazioni, tanti uomini e donne che incontriamo sono soli, senza reti parentali alle spalle, con problemi sociali acuti e differenti. Si fa più fatica ad agganciare i giovani in percorsi che, a volte, sono molto difficili. Anche nella disabilità il cambiamento delle famiglie si nota, ma in questo caso possiamo vedere che c’è più conoscenza e consapevolezza.

Come la cooperativa concretizza il dialogo con il territorio?

Ogni nostro progetto prevede un lavoro di rete, con i servizi pubblici e specialistici e con tutte le realtà attive della comunità, dagli enti di terzo settore alle realtà di volontariato e, poi, informali. Non potrebbe essere diversamente. Condividere esperienze e conoscenza è arricchente sempre. Non ultimo, abbiamo un rapporto con le aziende importante e utile, come fossimo un terzista, con il valore aggiunto dell’attenzione sociale e alle fragilità.

Non ci si può nascondere che il terzo settore, così prezioso e anche bistrattato, viva fasi alterne, a livello nazionale, e anche locale. Quali sono gli aspetti essenziali oggi, necessari perché possa proseguire, e anzi implementare, la sua azione tanto importante?

È un momento di profonda trasformazione, e il nostro sistema sociosanitario rischia di non essere più sostenibile. Siamo stati a lungo un modello di eccellenza e siamo chiamati a dare risposte di approccio multidisciplinare a disagi sempre più complessi. L’aumento dei costi, tuttavia, è senza dubbio stato esponenziale e l’adeguamento delle rette non è stato sufficiente a coprire il gap. Va trovato un modo per evitare che il sistema collassi, e, anzi, che rilanci e valorizzi il ruolo degli operatori sociali, anche attraverso il riconoscimento contrattuale. Anche per non andare a incidere sulla qualità del servizio e a generare nuove disuguaglianze. Per quanto sta a noi, abbiamo ampliato la possibilità di raccogliere fondi anche da soggetti privati, fondazioni, aziende.

C’è una storia che in questi anni di impegno in cooperativa Sonda l’ha colpita di più, e perché?

Un ex imprenditore è arrivato da noi, senza lavoro, denaro, relazioni e speranza. Ha fatto con noi un percorso faticoso e splendido, è stato meglio, ha rielaborato la propria storia di disperazione e, nel tempo, ha acquisito autonomia fino a ripensarsi sul presente e sul futuro. Ora è una persona che ne affianca altre con caratteristiche simili. È entrato “a testa bassa” nei nostri servizi e oggi gestisce una linea di produzione, è di grande aiuto e un esempio concreto di possibilità.

Come festeggiate oggi il vostro compleanno e i traguardi raggiunti?

Oggi contiamo 77 soci e 120 dipendenti; 27 sono i progetti attivi, 584 le persone aiutate in un anno, 486 i donatori attivi. Doneremo noi al territorio che ci ha molto dato in questi anni. Ad Altivole regaleremo una festa per le famiglie, il 20 settembre, con giochi, intrattenimento, cibo e concerto.

SEGUICI
EDITORIALI
archivio notizie
10/04/2025

Indubbiamente, quello che ci appare nel racconto è un Gesù umano, compassionevole e misericordioso verso...

TREVISO
il territorio