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Quinto e Zero Branco, riuscita seconda edizione di Popoli in festa

Con il sottotitolo “Comunità che si incontrano, speranze che si uniscono”, l’evento ha voluto lanciare un messaggio che richiama lo spirito del Giubileo della Speranza 2025, invitando a riscoprire la forza dell’ascolto, della prossimità e della pace quotidiana

Oltre 250 persone si sono ritrovate sabato 14 giugno negli spazi esterni della parrocchia di Zero Branco per vivere la seconda edizione di Popoli in festa, l’evento promosso dalla Collaborazione pastorale Quinto–Zero Branco. Un incontro carico di significato: un inno alla fraternità, al dialogo tra culture, alla bellezza della condivisione.

Con il sottotitolo “Comunità che si incontrano, speranze che si uniscono”, l’evento ha voluto lanciare un messaggio che richiama lo spirito del Giubileo della Speranza 2025, invitando a riscoprire la forza dell’ascolto, della prossimità e della pace quotidiana.

Cuore della serata è stata la messa all’aperto, presieduta da don Stefano Moino, collaboratore pastorale a Quinto di Treviso, già missionario fidei donum in Brasile, e oggi impegnato in Caritas tarvisina. Hanno concelebrato don Davide Menegon, parroco di Zero Branco, Sant’Alberto e Scandolara; don Jean-Baptiste Zihalirwa Kalimba, della comunità africana francofona; padre Oleg Grygorets, della comunità ucraina di rito bizantino e don Austin Aondover Chile, sacerdote nigeriano, studente a Venezia e collaboratore a Quinto e Santa Cristina.

La liturgia, animata da cori multilingue, è stata punteggiata da gesti profondi: l’intronizzazione danzata della Parola, l’offertorio con i doni delle comunità, le bandiere dei Paesi presenti - tra cui Ucraina, Brasile, Burkina Faso, Nigeria, India, Pakistan, Perù, Repubblica Democratica del Congo, Italia - insieme a quella della pace. Proprio alla pace in ogni angolo del mondo, durante la celebrazione, è stato rivolto il pensiero più forte. Il canto finale, “Jesus Christ you’re my life”, ha intrecciato voci e lingue in una sola melodia.

Dopo la celebrazione, la festa è continuata con una cena condivisa con ogni comunità presente che ha offerto i propri piatti tipici. Musica e giochi hanno, poi, animato la serata in un clima gioioso, un vero abbraccio collettivo tra volti diversi, accomunati dallo stesso desiderio di stare insieme. A rendere possibile tutto questo, il gruppo di volontari delle parrocchie. Tra loro, anche alcuni volontari del Festival di Giavera, oltre che don Silvano Perissinotto, direttore dell’Ufficio di Pastorale delle migrazioni e collaboratore pastorale nelle parrocchie zerotine. Popoli in festa si è confermata come un’occasione preziosa per riconoscersi parte di un’unica famiglia umana. (Alessandro Bozzi Valenti)

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