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Breda di Piave; nuovo asilo comunale a Vacil, ma a chi serve?
A Vacil, nelle ex scuole elementari, aprirà a settembre la prima sezione di scuola dell’Infanzia statale. Ma ai più attempati parrocchiani di Breda questa iniziativa suona come una vittoria, seppur tardiva, di qualche amministratore che vede coronati i suoi sogni giovanili.

Una notizia interessante e, per alcuni aspetti, preoccupante al tempo stesso sta facendo in questi giorni il giro del comune di Breda. A Vacil, nelle ex scuole elementari, aprirà a settembre la prima sezione di scuola dell’Infanzia statale.
L’istituzione di questo servizio è nato grazie all’interessamento della preside dell’Istituto Comprensivo di Breda, Lida Farina con la fattiva collaborazione del sindaco di Breda Moreno Rossetto che, non appena a conoscenza che la cooperativa sociale “Insieme si può” avrebbe chiuso per difficoltà economiche, non hanno perso tempo intraprendendo tutta una serie di contatti con gli uffici del Miur provinciali e regionali per riuscire a ottenere questa sezione.
La strada per ottenere la scuola materna statale è stata battuta con insistenza sia dalla preside che dall’Amministrazione che, alla fine, hanno portato a casa quanto volevano. Ma a Breda e frazioni il problema di tenere in vita gli asili rimane comunque ed è lecito porsi il problema se questa scelta, in tempi di difficoltà per tutti, sia davvero opportuna. Resta il fatto che a “mantenere” le altre strutture esistenti nel comune sono sempre i bilanci delle parrocchie ai quali concorrono anche persone che poco hanno a che vedere con gli asili.
Il numero massimo di alunni che potranno accedere alla sezione della scuola pubblica è di 29, che saranno seguiti da 2 educatrici assistite da due del personale Ata. Le iscrizioni si sono concluse lo scorso 24 luglio. Dal canto suo il Comune, visto che la cooperativa lasciava la struttura che qualche anno fa aveva adeguato alle esigenze scolastiche dell’Infanzia, ha trattato con la stessa i materiali già in essere che serviranno ora per i nuovi piccini.
Al comune spetterà la manutenzione degli stabili, il riscaldamento e l’organizzazione dei servizi. I genitori che hanno iscritto i bambini in questa struttura, avranno quale onere il costo del servizio di refezione. Ovviamente il desiderio della prof. Farina è quello di poter raddoppiare, in futuro, il numero di sezioni.
Ai più attempati parrocchiani di Breda questa iniziativa - che rivoluziona tutta una politica per l’asilo che l’allora parroco don Bruno Torresan condusse negli anni ’70 contro le istanze di alcuni partiti politici che oggi gestiscono la cosa pubblica bredese - suona come una vittoria, seppur tardiva, di qualche amministratore che vede coronati i suoi sogni giovanili.