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Conservatorio Steffani: nasce un nuovo corso di laurea in musica della tradizione popolare veneta

Sarà il primo Conservatorio in Italia a creare un percorso di studi in questo ambito. L’annuncio è arrivato al termine del convegno “Che fine farà la donna lombarda?".

A Castelfranco il primo di corso di laurea in musiche della tradizione popolare veneta. Sarà il primo Conservatorio in Italia a creare un percorso di studi in questo ambito. L’annuncio è arrivato al termine del convegno “Che fine farà la donna lombarda?” tenutosi il 18 aprile, al Teatro Accademico di Castelfranco Veneto, con l’obiettivo di sistematizzare l’esperienza sul campo di quarant’anni di studi sulla tradizione popolare veneta dal Delta del Po alle Dolomiti. L’appuntamento ha chiamato a raccolta i più importanti studiosi e polistrumentisti che nell’ultimo quarantennio hanno orientato le proprie ricerche al repertorio popolare della tradizione. Il convegno, organizzato dal Conservatorio di musica Agostino Steffani, ha visto gli interventi di Roberto Tombesi, che ha portato l’esperienza del gruppo Calicanto tra ricerca, rivitalizzazione, divulgazione e innovazione della musica di tradizione veneta e nord adriatica; Roberto Pinna ha presentato i risultati di una ricerca iniziata negli anni Ottanta tra Polesine, Bellunese e Istria su musiche coreutiche e da ballo, ma anche la ricerca sulle canzoni veneziane da battello del Settecento. Modesto Brian e Domenico Zamboni hanno portato a convegno le ricerche della banda Brian approfondendo in particolare il violino popolare veneto e le novene di Natale legate alla tradizione della Ciarastea. Luciano Zanonato si è occupato dei canti vicentini di filanda mentre Andrea Da Cortà con “musiche in salita” ha raccontato anni di ricerche ed esecuzioni del repertorio cadorino e dolomitico bellunese. Gabriele Vardanega, che si è occupato di riscoprire e pubblicare i “canti del Grappa”, ha creato un collegamento con alcuni testi dell’antica commedia latina. Attilio Baccarin ha parlato di “ballo popolare nel Veneto fra storia, documentazione e attualità”; Gualtiero Bertelli, che ha eseguito in apertura il brano “Donna Lombarda”, ha raccontato la propria esperienza di ricercatore e polistrumentista nell’ambito della musica tradizionale veneziana e infine Paola Barzan, etnomusicologa dell’Università di Padova, ha tenuto un intervento sul canto liturgico di tradizione orale raccontando l’esperienza dei canti patriarchini a Zoppè di Cadore.
“Per la prima volta – spiega Paolo Troncon, Direttore del Conservatorio di musica Agostino Steffani – un conservatorio ha organizzato un convegno interamente dedicato alla musica della tradizione. L’intento è stato quello di riunire i più autorevoli esperti in questo ambito e creare un momento di confronto importante sotto l’egida di un’istituzione accademica”.
“La volontà – continua Troncon – è formare una figura di musicista ricercatore nell’ambito della tradizione popolare veneta. L’obiettivo è creare un centro di raccolta studi riunendo le figure che da decenni si occupano di questa materia e formare, attraverso un corso di primo livello, parificato ad una laurea, nuovi professionisti in questo ambito”.
Il corso di studi in musica tradizionali a indirizzo della tradizione popolare veneta sarà un corso triennale di 180 crediti (esattamente come un diploma di strumento). Le discipline caratterizzanti saranno attinenti all’etnomusicologia, in più è previsto lo studio di uno o più strumenti con un approccio sulle prassi esecutive. Nel corso di musica tradizionale con indirizzo tradizione popolare veneta si analizzeranno la pratica vocale e corale, gli strumenti della tradizione e l’aspetto coreutico, con i balli popolari. Ma ci sarà anche un interesse sulla letteratura vernacolare.

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