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San Zenone, incontro tra il Vescovo e i ragazzi: "La mia vocazione in una serie di passaggi"

Dialogo sincero con il centinaio di adolescenti  e giovani adulti radunati, domenica 28 febbraio, nella chiesa parrocchiale, in occasione del centenario della beatificazione di san Gabriele dell'Addolorata

“Eccellenza, lei è mai stato innamorato?”. Gli adolescenti, si sa, sono sempre diretti, puntano al cuore, all’anima, agli appuntamenti più delicati della vita. Monsignor Michele Tomasi, vescovo di Treviso, non si è tirato indietro. Davanti a lui un centinaio di adolescenti e giovani adulti radunati, domenica 28 febbraio nella chiesa di San Zenone degli Ezzelini, in occasione del centenario della beatificazione di San Gabriele dell’Addolorata. Consapevole che i giovani non amano le finzioni e chiedono autenticità, ha dichiarato con semplicità. “A Milano ai tempi dell’università avevo una ragazza con cui c’era una profonda amicizia e anche qualcosa di più. Era il periodo in cui stavo maturando, dopo gli studi liceali e la formazione universitaria in Economia, la scelta di entrare in Seminario. Ne ho parlato a lei. Ci siamo capiti anche per la profonda sintonia che c’era tra di noi. Per i miei impegni di oggi è un pezzo che non ci vediamo, ma siamo sempre rimasti in contatto”.

I giovani, poi, hanno chiesto della sua vocazione. “Durante le medie - che ho fatto a Udine, pur essendo di Bolzano, il lavoro di mio padre ci portava lontano dalla mia città - ho avuto un periodo complicato. Mi vestivo sempre di nero e volevo subito entrare in Seminario. Ritornato a Bolzano, non c’era il Seminario minore e comunque ho preferito fare il liceo e poi la facoltà di Economia a Milano. Ripensandoci non c’è stato un momento in cui ho deciso di diventare prete, sono stati una serie di passaggi: ho fatto molta vita di parrocchia, sia a Bolzano che a Milano, poi c’è stato il servizio civile, dopo la laurea, e alla fine sono entrato in Seminario”.

“Ha mai avuto una visione e come ha fatto a capire la vocazione?”, domandano Ivan e Matteo. “No, non ho mai avuto una visione, piuttosto la mia vocazione è fatta di una serie di decisioni, anche di rinunce, come quella ad avere una famiglia. Due settimane prima di diventare diacono ho detto al mio padre spirituale che non mi sentivo degno. Lui mi ha risposto che non è questione di essere degni, ma di essere pronti a qualcosa, pronti ad accogliere questa chiamata”.

“Qual è la preghiera che preferisce?”, è un’altra delle domande. “Quella della dedizione totale a Dio di Sant’Ignazio di Loyola: «Prendi Signore e ricevi tutta la mia libertà, la mia memoria, la mia volontà e tutto quello che posseggo. Tu Signore mi hai dato tutto. Te lo restituisco, è tutto tuo»”. Mons. Tomasi ha raccontato l’emozione della prima messa nella sua parrocchia del Sacro Cuore a Bolzano. E l’emozione della nomina a Vescovo. “No. Proprio non ci avevo mai pensato e neppure era mai stata un’aspirazione. Ricordo che prima del mio ingresso a Treviso, con i ragazzi della pastorale giovanile di Bolzano che mi accompagnavano, mi sono fermato a Pederobba per indossare la veste episcopale. Mi sono detto: «Ma chi me l’ha fatto fare». Solo un momento, poi, indossata la veste e incontrata la gente, mi sono sentito a mio agio, come se fossi a casa mia, un giorno bellissimo”.

“Certo, ci sono le difficoltà. Nella mia prima parrocchia mi hanno aiutato le parole di un amico in un momento problematico. A volte fatico a mettere ordine, come la mia scrivania che, nonostante i buoni propositi, resta caotica. Ora tutti siamo in difficoltà per la pandemia, ma bisogna considerare, soprattutto voi giovani, che questa è la vita, la mascherina è la nostra vita, non c’è da aspettare, dobbiamo viverla e dare un senso adesso. Quando incontro le persone vedo che sono contente di avere il Vescovo con loro, ma so che la vita non è solo allegria”. 

Ai dubbi dei giovani adulti, ha risposto che non si può sapere tutta la verità. “Ma ci sono motivi molto plausibili per credere in un creatore, in un Dio per il quale io sono importante. Lo sentiamo ogni qualvolta siamo amati da qualcuno, questo amore viene da un amore più grande. Saremo creduti in questa fede se questo amore lo mostreremo agli altri, se cambieremo il mondo con la logica dell’amore, se il mondo cambierà attraverso il nostro amore”.

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