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Suor Gina Simionato, l'esempio del dono di sé
Il dono di sé agli altri, indipendentemente da ogni difficoltà, paura, rischio. L’espressione più autentica del Vangelo, nei fatti, non nelle parole. Sono stati messi in risalto in particolare questi messaggi, lo scorso 15 ottobre, nella veglia di preghiera in ricordo di suor Gina Simionato e di tutti i martiri missionari accolta nella chiesa di Santa Cristina di Quinto, paese di suor Gina, nel giorno esatto in cui, vent’anni fa, la missionaria perse la vita, uccisa in Burundi mentre si recava al mattino presto a messa.

Il dono di sé agli altri, indipendentemente da ogni difficoltà, paura, rischio. L’espressione più autentica del Vangelo, nei fatti, non nelle parole. Sono stati messi in risalto in particolare questi messaggi, lo scorso 15 ottobre, nella veglia di preghiera in ricordo di suor Gina Simionato e di tutti i martiri missionari accolta nella chiesa di Santa Cristina di Quinto, paese di suor Gina, nel giorno esatto in cui, vent’anni fa, la missionaria perse la vita, uccisa in Burundi mentre si recava al mattino presto a messa.
Moltissimi i presenti: oltre ai familiari, c’erano infatti le consorelle Dorotee, i cooperatori dell’Opera di Santa Dorotea, parrocchiani e numerosi ragazzi di scout e gruppi giovanili, che hanno animato la veglia.
Questa, dal titolo “Eccomi, manda me”, non è voluta tuttavia essere solo un ricordo, una semplice commemorazione. È stata innanzitutto un’occasione di preghiera, in particolare per l’unità dei popoli del mondo, simboleggiati da dei drappi colorati, uno per ciascun continente e dai venti lumi portati ai piedi dell’altare dai giovani della parrocchia, a ricordare i vent’anni dalla partenza di suor Gina. Ma allo stesso tempo un’esortazione. A essere missionari dell’oggi, nelle nostre realtà, nel nostro quotidiano.
Nell’omelia don Cristiano Carraro, collaboratore pastorale a Quinto e Santa Cristina nonché padre spirituale della Comunità teologica del Seminario Maggiore, ha ripercorso quindi la vita di suor Gina, in particolare attraverso la lettera ai giovani scritta dalla stessa suor Gina nel 1996, dallo Zaire.
L’avvicinamento alla fede in famiglia, in parrocchia, nei servizi. La decisione, dopo la visione del film “Molokai”, storia di padre Damiano, di diventare missionaria e di entrare nell’ordine fondato da don Luca Passi, nonostante non vi fossero ancora missioni attivate. Fino alla partenza per l’Africa, dopo un periodo di studio. E’ quindi seguito un momento dedicato alle testimonianze. Con un video, curato da Claudio Panighel e dai giovani della parrocchia, sono stati infatti raccolti i messaggi di alcune figure che hanno conosciuto suor Gina. Nello specifico suor Lucia Sabbadin - originaria di Ramon di Loria e a lungo in missione con suor Gina -, suor Danila Durigon, anche lei originaria di Santa Cristina ed entrata in convento assieme a suor Gina, oltre ai familiari della missionaria, i fratelli Bruno, Gianfranco, Ruggero.
Nella parte finale il mandato missionario a tutti i partecipanti e la provocazione: “E io? Come sto rispondendo alla stessa chiamata fatta a suor Gina? Cercando pretesti per salvare il mio quieto vivere o rischiando di mettermi in gioco?”.