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Aumentano tanti servizi comunali a Treviso

Asili, parcheggi, mense, trasporti e servizi cimiteriali. La Giunta: “Inevitabile”, le opposizioni: “Stangata su chi è già in difficoltà”
05/12/2025

Il costo della farina è aumentato, quello del latte anche e dello zucchero pure: così farà il Comune di Treviso su alcuni servizi, nel corso del 2026. Ritoccati i costi dei parcheggi, delle mense e del trasporto scolastico, degli asili nido, dell’affitto degli impianti sportivi e dei servizi cimiteriali, per coprire i costi comunali lievitati causa crisi energetica e delle materie prime, aumento dei salari di alcuni Ccnl (contratti collettivi) nonché le deleghe dell’Ulss da 2,7 a 4,9 milioni di euro e i contributi alla finanza pubblica, che, nel 2029, saliranno da 244 mila a 489 mila euro. Queste le cause principali indicate dalla Giunta a seguito della polemica che, inevitabilmente, ha incendiato la città.

Il fatto

Con delibera di Giunta del 18 novembre, il Comune di Treviso ha approvato l’aumento di alcune tariffe dei servizi comunali in vista del Bilancio previsionale del prossimo triennio, che vedrebbe, in caso contrario, un buco di almeno un milione di euro. La notizia è giunta lo scorso 27 novembre, con la pubblicazione della delibera, in un ritardo che qualcuno non ha esitato a definire quanto meno sospetto, visto che nel frattempo ci sono state le elezioni regionali. Per arginare rumori e malcontenti, a cui è seguita una pioggia di dichiarazioni di sconcerto da parte di numerose associazioni di categoria, la Giunta ha convocato una conferenza stampa in grande stile, lunedì 1° dicembre, per chiarire gli aumenti pezzo per pezzo, sperando forse di scrivere una parola fine che, però, in questi giorni non c’è stata.

Gli aumenti

Appunti alla mano, tutti gli assessori hanno commentato gli aumenti di propria competenza, che hanno deciso di applicare in maniera “orizzontale” su parcheggi (le cui tariffe sarebbero ferme dal 2013), delle mense e del trasporto scolastico (nessuna variazione dal 2014), degli asili nido (ferme dal 2010), dell’affitto degli impianti sportivi e dei servizi cimiteriali. Gli aumenti più ingenti ricadono sulle famiglie, mentre i commercianti, e non solo, guardano ai parcheggi: via la pausa pranzo gratuita, Cantarane e Miani a 2 euro l’ora, parcheggi zona A a 2,50 euro, zona B a 2 euro, zona C a 1,30 euro. Aumenti che in tanti hanno giudicato, a dir poco, improvvisi, ma la Giunta ricorda aggiustamenti e variazioni fatte negli ultimi mesi (dalla manutenzione del verde stradale ai biglietti del teatro al personale di guardiania) per tamponare il buco: “Abbiamo resistito finché abbiamo potuto”, ha commentato l’assessore al bilancio, Riccardo Barbisan, neoeletto in Consiglio regionale. Anche l’accusa di una “stangata”, come l’hanno definita dal Partito democratico, è stata rispedita al mittente e il sindaco Conte ha parlato di allarmismo ingiustificato da parte della minoranza: “Ho rispetto di ogni singolo euro chiesto ai cittadini, ma l’aumento che abbiamo previsto non è così considerevole: 66 euro al massimo per il nido, 38 euro per mensa e trasporto scolastico. Continuiamo - ha aggiunto - a essere più economici e più efficienti degli altri Comuni capoluogo e dei Comuni limitrofi”. Considerevole o meno, euro più euro meno, sembra mancare la consapevolezza del fatto che i cittadini non hanno nessuno “sotto di sé” su cui far ricadere gli aumenti che gli sono richiesti. A chi dovrebbero appellarsi? A quanto pare al miracolo di una cospicua vincita alla lotteria, o del Comune oppure dello Stato, con cui possa tornare a finanziare gli enti locali. Non esattamente una strategia, per i partiti politici di maggioranza al Comune di Treviso, gli stessi della Regione del Veneto e del Governo nazionale.

Le reazioni politiche

Nicolò Rocco, consigliere comunale di Azione (ancora per poco, visto che anche lui si sposterà a palazzo Ferro Fini), parla di “confronto mancato” e commenta: “Per famiglie con figli gli aumenti mangiano la tredicesima, vogliamo preparare degli emendamenti per trovare un’altra strada per far quadrare i conti. Il metodo fa la differenza. In un’azienda o in una famiglia, capita di dover affrontare sacrifici, ma questi sacrifici devono essere progressivi, devono esserci visione e trasparenza. Averlo fatto con queste modalità rompe un patto di fiducia con i cittadini”. Durissime le reazioni del Partito democratico, che sul tema aveva informato la stampa con una conferenza, sabato 29 novembre: “Parliamo di aumenti di 1.400/1.700 euro l’anno, praticamente uno stipendio”, spiega Marco Zabai. “Se c’è un buco in bilancio, è davvero questo l’unico modo per recuperarlo? Intervenendo su chi è già in difficoltà, considerando che dal 2022 a Treviso c’è stato un aumento dell’inflazione del 15%, a cui si somma la stagnazione dei salari e il mancato aumento del potere di acquisto? La Giunta ha dimostrato di non essere in grado di interagire con la città. Noi abbiamo ricevuto il bilancio solo la settimana scorsa: ci metteremo al lavoro per presentare una serie di emendamenti al Consiglio comunale del 18 dicembre, per cercare di recuperare quante più risorse possibili”.

Le associazioni

Il presidente mandamentale di Confartigianato Treviso, Flavio Romanello, invita a un tavolo di confronto quale i Forum delle Attività produttive, “uno strumento che mette di fronte gli amministratori comunali e i rappresentanti delle diverse Associazioni di categoria su temi di interesse comune, già adottati in altri territori”. Dania Sartorato, presidente provinciale di Fipe-Confcommercio, definisce “non accettabili non solo gli aumenti generalizzati e la mancata concertazione con le imprese, ma, soprattutto, l’eliminazione della sosta gratuita per i parcheggi in pausa pranzo, una leva che, fino a ora, è stata vissuta positivamente e, quindi, fondamentale per garantire la fruibilità del centro, anche da parte di utenti non residenti o che lavorano fuori dalla città”. Critiche anche da Cna e Casartigiani e da alcune società sportive.

Una marcia indietro?

Un piccolo mea culpa di metodo la Giunta sembra averlo fatto, il sindaco Conte si è dichiarato pronto per ricucire con le associazioni, e di ago e filo sembra ne dovrà usare parecchio. Una marcia indietro è auspicata da tutte le parti, tra cui il Forum delle Associazioni familiari della Provincia di Treviso, che tramite il suo presidente, Stefano Di Michele, commenta: “Pur comprendendo le difficoltà dell’Amministrazione comunale, siamo a chiedere un supplemento di riflessione, eventualmente valutando, una integrazione, ove possibile, con strumenti di calmierazione dell’impatto familiare degli effetti della Deliberazione, quali, ad esempio, l’applicazione del fattore famiglia. L’obiettivo è quello di individuare strumenti più equi, sostenibili, che tutelino sia la qualità dei servizi offerti che la sostenibilità economica delle famiglie”.

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