Penso che molti, come me, siano rimasti inizialmente un po’ sorpresi dalla elezione al pontificato del...
Volpago: condivisione da maturare
Il vescovo Gianfranco Agostino Gardin giunge nelle quattro parrocchie della collaborazione pastorale di Volpago del Montello in visita dal 30 aprile al 17 maggio

La collaborazione pastorale di Volpago del Montello comprende quattro parrocchie, tutte nello stesso comune. Don Massimo Lazzari è parroco di Volpago e Venegazzù, mentre don Luigi Dal Bello guida le comunità di Selva e Santa Maria della Vittoria. Già istituita ufficialmente lo scorso anno, sorge sul percorso iniziato da anni come “unità pastorale” da Volpago e Venegazzù.
Il primo passo - ci racconta don Dal Bello - per fare comunità tra le quattro parrocchie è stato quello di unificare alcune celebrazioni liturgiche, come le Ceneri che si tengono alternativamente a Selva e a Venegazzù, oppure il Corpus Domini e da quest’anno la veglia di Pentecoste che si terrà a Santa Maria della Vittoria. Anche la celebrazione del mercoledì si tiene in un’unica parrocchia, con la richiesta di celebrare la messa a turno in una delle chiese, mentre l’adorazione eucaristica si tiene per tutta la collaborazione ogni sabato mattina nella chiesa di Volpago del Montello. Certo, la collaborazione è favorita dalle ridotte distanze tra le quattro chiese anche se il “cammino“ più complicato non è certo quello che si deve fare per spostarsi.
Don Massimo Lazzari spiega: “Il Consiglio della collaborazione lavora certamente bene ed è capace di dare orientamenti, diventa anche un consiglio direttivo, in qualche modo. Non è sempre così semplice che le comunità abbiano consapevolezza di quello che sta capitando. Venegazzù, ad esempio, ha un po’ subito questa collaborazione, tante cose sono da far ripartire e non sempre c’è il necessario entusiasmo. Possiamo dire che la Collaborazione in questo momento è un po’ di élite, nel senso che funziona dal punto di vista organizzativo e per alcuni settori soltanto come la catechesi, la Caritas, le liturgie. Mentre i gruppi giovanili sono ancora divisi tra le parrocchie e in un certo modo anche la pastorale famigliare”.
Il passo successivo - ed è l’auspicio dei due parroci - è che all’organizzazione segua una reale condivisione delle diverse realtà. Per far questo occorre lavorare molto mettendo a fuoco le motivazioni, dalla pura necessità, alle motivazioni spirituali, al credere alla fraternità, alla comunione, aprendo i propri confini.
“Conta molto - aggiungono i due parroci - che noi sacerdoti siamo convinti di quanto stiamo facendo, per far passare il messaggio e cambiare la mentalità di comunità che sono ancora legate al loro pastore. Siamo chiamati a traghettare queste comunità verso la collaborazione nella maniera più attiva possibile”.
Le comunità saranno impegnate in questi mesi nel progetto dell’evangelizzazione. Le famiglie in particolare sono invitate a partecipare concretamente a questo mandato missionario nei luoghi di lavoro, in famiglia e negli ambienti di vita. Saranno organizzati degli incontri di formazione per maturare la consapevolezza che la “Chiesa deve essere pensata come fede, dono da dare, non da tenere per sé”. Una proposta che non verrà fatta a gruppi famigliari specifici, ma a tutte le famiglie perché nella consapevolezza della grazia del matrimonio partecipino alla grazia più grande che è quella dell’amore di Gesù per la sua Chiesa.