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Coppie omosessuali: a Treviso altro strappo di cui non si sentiva il bisogno
Una coppia omosessuale ha chiesto all’ufficio anagrafe del Comune di Treviso di registrare il proprio matrimonio contratto all'estero. E prima della scadenza dei termini di novanta giorni, il sindaco Giovanni Manildo ha detto di voler accettare la loro richiesta

Si chiamano Franco Fighera e Joe Fernandes, insieme formano una coppia omosessuale e all’estero hanno contratto matrimonio. Come accaduto per altre coppie gay nel resto della penisola, hanno chiesto all’ufficio anagrafe del Comune di Treviso di registrare il proprio matrimonio (ben sapendo che in Italia il matrimonio tra omosessuali non è previsto dalla legge). E prima della scadenza dei termini di novanta giorni, il sindaco Giovanni Manildo ha detto di voler accettare la loro richiesta.
Anche se le indicazioni del ministro dell’Interno vanno in direzione opposta, da Ca’ Sugana si parla di atto praticamente “dovuto”, comunque “tecnico”. In poche parole non cambierebbe comunque lo “stato civile” dei richiedenti.
Resta da chiedersi: come mai Ca’ Sugana proprio su questo fronte continua a fare scelte discusse e discutibili? Siamo passati in un mese da un registro delle unioni che praticamente “non serve a niente” a una registrazione anagrafica “solo formale”. A ben guardare, però, le cose non stanno invece così: piano piano, con grande strombazzamento mediatico, si prendono vere e proprie scelte politiche. A Ca’ Sugana Giovanni Manildo non parla come avvocato, ma come sindaco. E di conseguenza le sue sono scelte amministrative e politiche. Che finiscono con l’alimentare una visione ideologica della società. Mentre sul fronte delle politiche prettamente familiari (cosa diversa dalle politiche sociali, dove non mancano scelte lodevoli, vedi ad esempio l’articolo qui sotto), tutto tace.