mercoledì, 30 aprile 2025
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Rifugiati, centro di seconda accoglienza in via Dandolo

La proposta dell'associazione Hilal per l'ex Ferrotel, dietro alla stazione di Treviso, accolta dal bando prefettizio. L'assessore Cabino: “Accoglienza con regole e come opportunità di crescita anche per il nostro territorio. Sì all’accoglienza in piccoli centri in antitesi ai grandi assembramenti”.

“Per gestire al meglio questo fenomeno le parole d’ordine devono essere accoglienza con regole, progetti di integrazione e rispetto reciproco: ovvero delle comunità che accolgono e di coloro che sono accolti”.
Commenta così l’assessore Anna Caterina Cabino la notizia della proposta, accolta dal bando prefettizio, di dare vita a una struttura di seconda accoglienza presso l’ex sede dei ferrovieri di via Dandolo. “Quando si parla di seconda accoglienza si intende la possibilità per le persone accolte di iniziare un processo di integrazione che non mette ai margini ma appunto include, evitando così il pericolo o la minaccia che chi arriva, in assenza di una reale alternativa, scelga percorsi e strade che sono contrarie alle regole comuni. Per fare questo serve lavorare su percorsi di inserimento lavorativo, sull’acquisizione di competenze legate alla lingua, sulla creazione di percorsi di comunità. Mi pare che la proposta dell’associazione Hilal vada in questa direzione”.
Il nuovo progetto sarà inoltre anche un’opportunità di lavoro per dei cittadini trevigiani, oggi disoccupati. La cooperativa ha già dato infatti il via libera ad assumere due persone, segnalate dai servizi sociali del Comune, che lavoreranno come operatori.
Ospitalità con regole, in piccoli gruppi, diffusa: “Il fenomeno migratorio non si ferma con uno schiocco di dita. Esiste e va gestito. Per farlo continuiamo a sostenere la politica dell’accoglienza sul territorio, in piccoli gruppi in antitesi a quella fatta di grandi assembramenti – sottolinea l’assessore – e questo progetto sembra avere questi connotati. Proporremmo al Presidente Kerzaji di avviare un’esperienza di comunità: una serie di incontri con la cittadinanza per far conoscere al quartiere le attività e la vita che si svolge all’interno della struttura. E' indubbio che Treviso stia facendo la propria parte per dare risposta a questo fenomeno, ma il messaggio che deve passare è che il capoluogo, che in molti casi ha dato l’esempio, non accetta arrivi in forma indiscriminata. Anzi: questo progetto è l’esempio di come qui a Treviso il sindaco e la giunta chiedano che l’accoglienza si faccia regole alla mano, secondo forme e modalità che siano rispettose sia di chi è accolto sia della comunità che accoglie”.

Intanto ieri il sindaco di Treviso Giovanni Manildo ha commentato positivamente le risposte delle associazioni in seguito ad un suo precedente invito. Nellla mail del primo cittadino sono già arrivate alcune proposte di diverse realtà del territorio, pronte a collaborare alla realizzazione dei corsi di educazione civica e sociale. “Questa risposta immediata mi ha fatto davvero piacere – dichiara il sindaco di Treviso Giovanni Manildo – tutti sappiamo che il terzo settore in Veneto e a Treviso c’è ed è vivo. L’immediatezza della reazione però mi ha davvero colpito. Struttureremo la proposta, che le associazioni e i gruppi hanno appreso dalla stampa locale, insieme al Prefetto, ai gestori, ai mediatori culturali nel tavolo che ho già richiesto. E’ fondamentale creare una sinergia nuova tra i soggetti che si occupano dell’accoglienza. Il rispetto delle regole è la base della convivenza civile”.

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