venerdì, 09 maggio 2025
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Assessorati: che fantasia in Comune!

I soldi da spendere sono pochi. Ma le idee sono tante. Così, assistiamo alla nascita delle deleghe più strane ed inedite. Non più Cultura,ma Identità Veneta, non più Bilancio, ma Armonizzazione contabile. C’è l’assessore al Fair play, quello alla Cura dell’immagine, o quello che si occupa del sentiero natura.

Celebrate le elezioni, scelto il sindaco, poi arrivava il turno degli assessori. Qualche incertezza sui nomi, ma le materie, i referati, più o meno erano sempre gli stessi. Lavori pubblici, Edilizia privata, Istruzione, Servizi sociali e l’immancabile Bilancio. Oggi non è più così, fare una Giunta comunale è un’impresa per qualsiasi sindaco eletto. Bisogna fare i conti con le risorse risicatissime, che lasciano ben pochi soldi per pagare un assessore: si va dai 160 euro, con cui il comune di Arsiè, 2.000 abitanti in provincia di Belluno, paga l’assessore al Bilancio, ai circa 1.300 euro che percepisce un assessore del Comune di Treviso.
Bisogna poi trovare chi conosca la materia e sia disposto a perdere tempo e a sacrificare parte della vita privata per fare l’assessore. Così, il risiko comunale si complica: chi ha le competenze non vuole farlo o teme di sacrificare la professione alla politica; chi ha l’ambizione, spesso non ha le competenze. Capita che in Italia, oltre a non trovare chi è disposto a fare il sindaco - stava per accadere nelle ultime elezioni comunali a Castelcucco, ma prima ancora a Monfumo e Possagno, per restare solo nel Trevigiano -, non si trovi neppure chi è disposto a fare l’assessore.

Di necessità virtù
Allora ci si piega a fare di necessità virtù e quindi a far incontrare la domanda con l’offerta. Cosa significa? Significa che se c’è qualcuno, che già lavora nell’Ulss tutti i giorni, il sindaco lo nomina assessore ai “rapporti con l’azienda Ulss e con il Distretto socio sanitario”, chi si occupa tutti i giorni e professionalmente di informatica viene nominato assessore all’Innovazione tecnologica. Se poi c’è qualcuno particolarmente sensibile, tra i fedelissimi del sindaco, agli scambi culturali, viene nominato assessore ai Gemellaggi. A Caerano San Marco, il vicesindaco si occupa di Servizi Cimiteriali e Gemellaggi. Ci si domanda se queste non siano poi funzioni che dovrebbero espletare i dipendenti comunali e in particolare l’ufficio tecnico. Quale competenza deve avere un assessore ai servizi cimiteriali? A Pederobba è nato l’assessore all’Armonizzazione contabile, forse che i conti del comune non devono “steccare” e anzi far tintinnare secondo precise armonie i contributi europei e nazionali. Molto più prosaicamente si tratterà, immaginiamo, della introduzione, a partire dal 1° gennaio 2015, dei nuovi principi contabili per gli Enti locali. Non bastava però semplicemente dire assessore al bilancio o ai conti del comune? Ci sono poi i referati che hanno un preciso ente di riferimento. A Roncade c’è quello per l’Accordo per la comunità competitiva fatto tra il Comune di Quarto d’Altino, Roncade, l’Università di Venezia, la Confindustria di Venezia. A Cavaso del Tomba c’è l’assessore per l’Intesa programmatica d’area, Ipa, mentre stranamente gli altri comuni della stessa Intesa non hanno dato vita a un assessorato analogo.
Molto attenti appaiono alcuni Comuni alle società partecipate, o alle municipalizzate, là a volte ci sono pingui bilanci da gestire portando al proprio comune dividendi o rimborsi. In più si possono distribuire alcuni gettoni di presenza per i consigli di amministrazione o le assemblee. Oramai, però, sono cifre in diminuzione: il penultimo Cda di Asco Tlc si dimezzò i compensi e dopo l’esempio dei consigli provinciali, chi è già eletto in Consiglio comunale e percepisce un gettone di presenza, non lo ha in altri consigli a cui partecipa. Un assessore alle Partecipate esiste a Castelfranco Veneto, Roncade, Musile di Piave.
Un tempo un assessorato classico era quello all’istruzione, oggi viene declinato in tanti modi: “Scuola e infanzia” a Galliera Veneta; è messo assieme alla Cultura e ai Servizi demografici a Spresiano; assieme al Bilancio a Castelfranco; mentre a Breda di Piave si distingue tra Pubblica istruzione e Scuole paritarie, segno di una particolare attenzione che gli altri comuni non ritengono necessaria. A San Biagio di Callalta c’è uno specifico assessorato dedicato alle Scuole materne. A Istrana c’è l’assessore ai Rapporti con le parrocchie.

Cosa c’è dietro ai nomi più strani?
Emerge da questi ultimi titoli che la scelta dei nomi per i referati è soprattutto un’operazione politica, volta a sottolineare una specifica politica del sindaco e della nuova giunta a favore di alcune tematiche. Ecco quindi che spesso, dove governa la Lega, troviamo l’assessorato all’Identità Veneta, un tempo si trovava semplicemente l’assessorato alla Cultura. Accade a Castelfranco e a San Martino di Lupari.
Invece di prendere un professionista della comunicazione, un addetto stampa o costituire un ufficio comunicazione ecco l’opzione dell’assessore addetto a questa attività: a Spinea c’è un assessore alla Cura dell’immagine, a Maser l’assessore alla Comunicazione e alla partecipazione, a Paderno del Grappa diventa l’assessore all’Organizzazione e gestione della comunicazione istituzionale, a Vedelago c’è un assessore dedicato. A Mogliano il vicesindaco, oltre alla Comunicazione, ha altre dieci deleghe, una specie di tuttologo: inizia dai Diritti umani e arriva alle Politiche del personale.
Ancora curiosità arrivano da Pederobba, dove un assessore si occupa di Reperimento fondi, forse un cacciatore di finanziamenti: il segno di una crisi finanziaria profonda dei nostri Comuni, del resto, a sentire la Corte dei conti, dal 2008, gli enti locali hanno perduto ben quattro miliardi di finanziamenti. A Loria c’è un assessore dedicato ad un sentiero, il “Sentiero degli Ezzelini”: accanto passa la Superstrada Pedemontana Veneta, ma questa non è degna di un referato. A Meolo c’è un assessorato per il rapporto con la frazione di Marteggia e un consigliere delegato ai rapporti con la frazione di Losson. Quella del Consigliere delegato è l’ultimo grido in fatto di deleghe da parte del sindaco. Il numero degli assessori è proporzionale al numero degli abitanti, non si possono fare assessori a piacere, così, forse per accontentare fedeli consiglieri, o tenutari di consistenti pacchetti di voti, è stata inventata la figura del consigliere delegato. A Tombolo oltre ai cinque membri di giunta ci sono quattro referenti, un vero record di prebende offerte dal sindaco.
Alcuni assessorati risultano anche di difficile lettura, come ad esempio l’assessore a Treviso alla Città educativa, mentre a Ponzano c’è l’assessore al “fair-play”. Evidentemente i sindaci con questa pirotecnica fantasia lessicale cercano di specificare o chiarire meglio alcuni punti del loro programma, l’impressione è però che il cittadino si infili in un labirinto di termini tecnici che gli impediscono alla fine di capire qual è il suo referente, con chi deve parlare per le sue necessità e soprattutto chi è alla fine il responsabile di quello che accade nel suo comune.

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