mercoledì, 23 aprile 2025
Meteo - Tutiempo.net

Cambiamenti climatici, il nostro smog è al Polo Nord

Le tracce dello stile di vita che assumiamo sono visibili, secondo i ricercatori. “Sono i gesti quotidiani a determinare cambiamenti climatici”. Lo ha spiegato il giovane ricercatore Matteo Feltracco agli studenti asolani durante una videoconferenza

Cosa ci faceva la grandine il 19 maggio scorso, ad Asolo? Città e Rocca completamente imbiancate. Pochi giorni prima, maltempo devastante a Castelfranco e a Col San Martino, nei Comuni di Farra di Soligo, Colbertaldo, e Vidor. Il 6 giugno scorso, a Quinto, danni per una “bomba d’acqua”.

Se andiamo indietro negli anni recenti, eventi simili estremi e fuori stagione li troviamo ripetersi con frequenza impressionante e crescente. La terra è malata, il clima è cambiato e i fenomeni estremi non sono più eccezionali, c’è sempre un evento che supera i precedenti e a un ritmo sempre più incalzante.

Casse di laminazione, nuove canalizzazioni, reti antigrandine, terrapieni, condotte raddoppiate, tutto utile, ma potrebbe non bastare, come ha dimostrato la tempesta Vaia nel 2018. Le domande si fanno sempre più incalzanti, come pure le richieste di soluzione.

Speranze nella ricerca

Molte speranze sono affidate alla ricerca e ai giovani ricercatori. 

Sono loro che rischiano vento e gelo nella basi polari, per capire cosa succede e con quanta velocità. La febbre del nostro pianeta si misura lassù, nell’Artide,  o nell’Antartide. Tra i ghiacci e nevi polari ci sono le tracce di ciò che sta cambiando e, ahimè, di quanto l’uomo contribuisce a questo.

“Sono i nostri gesti quotidiani a determinare i cambiamenti climatici. La terra è un organismo unico, ciò che facciamo a casa nostra ha conseguenze in tutto il mondo. Se uso la macchina, se uso sacchetti di plastica, se non faccio la differenziata, lassù al Polo Nord noi lo vediamo, lo registriamo, ma non possiamo fermarlo”. Così Matteo Feltracco, asolano, classe 1988,  ricercatore Cnr dell’Istituto di Scienze polari di Venezia (Isp), ha raccontato, lo scorso 27 maggio, il pianeta agli studenti della scuola media di Asolo. Un incontro organizzato dal dirigente scolastico, Marco Campini, e dall’assessore alla Cultura Rosy Silvestrini. Gli studenti di terza media, grazie a Feltracco, si sono collegati con la stazione artica “Dirigibile Italia”. 

Le Pm10 anche ai Poli

Feltracco, nel 2018, ha partecipato a due spedizioni, una in marzo e l’altra in novembre. “Mi sto occupando della presenza delle Pm10 ai Poli. Queste polveri si depositano sul ghiaccio e sulla neve e ne attenuano il potere riflettente. La luce  del sole non è totalmente riflessa, una parte viene assorbita e riscalda il ghiaccio, che tende a sciogliersi. “Durante la permanenza alla base del Dirigibile Italia ho  recuperato campioni di neve e ghiaccio che ora stiamo studiando all’Isp in via Torino a Mestre”. 

Uno dei principali produttori di Pm10 è proprio la Pianura padana. La circonvallazione di Castelfranco, ad esempio, è una delle aree più investite del fenomeno. Poi l’aria spinge tutto contro le colline asolane e le Prealpi. Non tutto si ferma qui, però: “In una settimana  queste particelle arrivano al Polo. Stessa cosa, in tempi più brevi, arriva dagli impianti di riscaldamento della Russia, in Siberia. Poi ci sono gli incendi, naturali o dolosi, tutto contribuisce. Gli incendi australiani provocano un analogo fenomeno in Antartide”. 

La crescita esponenziale dell’effetto serra

La produzione energetica è alla base dell’aumento della quantità di anidride carbonica, Co2, presente nell’aria, che, a sua volta, è il principale responsabile dell’effetto serra, ovvero della rifrazione dei raggi solari sulla terra e quindi del riscaldamento globale. L’effetto serra è fondamentale per la vita, ma negli ultimi 50 anni è cresciuto in maniera esponenziale, aumentando la temperatura della terra con conseguenze sul clima, sulla biodiversità e sulla antropizzazione. “Il risultato dell’aumento del Co2 è l’estremizzazione dei fenomeni atmosferici, lo scioglimento dei ghiacci e l’innalzamento del livello dell’acqua. I 35 gradi in Russia, a maggio 2021, o i meno 30 raggiunti negli Stati Uniti sono fenomeni da non sottovalutare. L’acqua alta a Venezia c’era anche in passato, ma ora per livello e frequenza è del tutto anomala”. 

Proprio a Venezia e all’Isp, dove lavora Feltracco, si corre per salvare l’ambiente. “Ho sempre avuto la passione per l’ambiente. Ora però l’opportunità che mi dà lavorare al Cnr è unica. Certo la vita del ricercatore non è facile, contratti annuali e sempre tanta incertezza. Inoltre per fare questi viaggi al Polo nord bisogna essere in piena forma. Prima di partire visite mediche e prove da sforzo. Quando sei alla base, non è certo consigliabile ammalarsi: l’ospedale più vicino è a 500 chilometri e deve venire a prenderti un elicottero. Poi devi uscire in motoslitta, fare centinaia di chilometri e raggiungere i ghiacciai per  fare i prelievi. Andiamo così lontano per trovare luoghi non toccati dalla presenza umana”. 

Prosegue il giovane: “Mi sono occupato degli strati più superficiali, ma siamo in grado di fare carotaggi che scendono a 3mila metri di profondità”. Feltracco ha un ricordo straordinario del Polo Nord, il suo racconto ha incantato i ragazzi. “Gli orizzonti completamente bianchi,  il silenzio, sono emozioni che non posso dimenticare. Anche per questo è importante salvare il pianeta, noi lassù facciamo del nostro meglio per capire, ma è qui che potete fare molto, con gesti semplici, come usare la bicicletta o spegnere la luce quando non serve. Una maglione in più in casa e il riscaldamento più basso; sacchetti di plastica, bottiglie vuote tutto al suo posto: riciclando tutto salviamo il pianeta”.

SEGUICI
EDITORIALI
archivio notizie
10/04/2025

Indubbiamente, quello che ci appare nel racconto è un Gesù umano, compassionevole e misericordioso verso...

TREVISO
il territorio