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Carestia a Gaza: lo confermano Fao, Unicef, Wfp, Oms e Amnesty

Coinvolto oltre mezzo milione di persone. La malnutrizione tra i bambini sta aumentando a ritmo catastrofico
25/08/2025

Secondo una nuova analisi dell’Integrated Food security phase classification (Ipc) pubblicata oggi, oltre mezzo milione di persone a Gaza sono intrappolate nella carestia, caratterizzata da fame diffusa, indigenza e morti evitabili. Si prevede che nelle prossime settimane le condizioni di carestia si estenderanno dal Governatorato di Gaza ai Governatorati di Deir Al Balah e Khan Younis.

A denunciare la gravità della situazione sono la Fao, l’Unicef, il World food programme, l’Oms e Amnesty international che invocano “una risposta umanitaria immediata e su larga scala, dato l’aumento dei decessi legati alla fame, il rapido peggioramento dei livelli di malnutrizione acuta e il crollo dei livelli di consumo alimentare, con centinaia di migliaia di persone che trascorrono giorni senza nulla da mangiare”. Le agenzie ribadiscono che “la carestia deve essere fermata a tutti i costi. Un cessate il fuoco immediato e la fine del conflitto sono fondamentali per consentire una risposta umanitaria su larga scala e senza ostacoli, in grado di salvare vite umane”. A preoccupare è anche “la minaccia di un’intensificazione dell’offensiva militare a Gaza City e di qualsiasi escalation del conflitto, poiché ciò avrebbe conseguenze devastanti per i civili, in una zona già colpita dalla carestia. Molte persone, in particolare i bambini malati e malnutriti, gli anziani e le persone con disabilità, potrebbero non essere in grado di evacuare”.

Dal report emerge che “entro la fine di settembre, più di 640.000 persone si troveranno ad affrontare livelli catastrofici di insicurezza alimentare – classificati come Ipc Fase 5 – in tutta la Striscia di Gaza. Altre 1,14 milioni di persone nel territorio si troveranno in condizioni di emergenza (Ipc Fase 4) e altre 396.000 persone in condizioni di crisi (Ipc Fase 3). Si stima che le condizioni nel nord di Gaza siano gravi quanto quelle della città di Gaza, se non peggiori”. Le agenzie denunciano anche che “l’accesso al cibo a Gaza rimane fortemente limitato. A luglio, il numero di famiglie che hanno segnalato fame molto grave è raddoppiato in tutto il territorio rispetto a maggio e più che triplicato a Gaza City. Più di una persona su tre (39%) ha dichiarato di passare giorni interi senza mangiare e gli adulti saltano regolarmente i pasti per sfamare i propri figli.

La malnutrizione tra i bambini di Gaza sta aumentando a un ritmo catastrofico. Solo nel mese di luglio, oltre 12.000 bambini sono stati identificati come gravemente malnutriti: il dato mensile più alto mai registrato e un aumento di sei volte rispetto all’inizio dell’anno. Di questi, quasi un bambino su quattro soffriva di malnutrizione acuta grave (Sam), la forma più letale con conseguenze sia a breve che a lungo termine”. Per consentire operazioni umanitarie salvavita, le agenzie delle Nazioni Unite hanno sottolineato “l’importanza di un cessate il fuoco immediato e duraturo per fermare le uccisioni, consentire il rilascio sicuro degli ostaggi e permettere l’accesso senza ostacoli a un afflusso massiccio di aiuti per raggiungere la popolazione di Gaza”.

“Questa carestia è la diretta conseguenza dell’intenzionale campagna israeliana di riduzione alla fame della popolazione della Striscia di Gaza”, dichiara Erika Guevara Rosas, alta direttrice delle ricerche e delle campagne di Amnesty International. “Quello che è ancora più terribile è che questa carestia è interamente causata dall’uomo: una catastrofe deliberatamente organizzata e prevenibile. L’intenzionale impedimento all’accesso degli aiuti umanitari, la distruzione di strutture fondamentali per la vita umana e le uccisioni dirette di civili sono una evidente manifestazione di come Israele stia infliggendo deliberatamente alla popolazione palestinese della Striscia di Gaza condizioni di vita intese a provocare la sua distruzione fisica, parte integrante del genocidio in corso”, ha aggiunto Guevara Rosas.

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