martedì, 20 maggio 2025
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Il tessile cerca nuove strade dopo Benetton

Usciti dallo storico sistema delle commesse allo storico marchio, gli artigiani del tessile rialzano la testa. Guardando all’estero e alle grandi case. Mettendosi in rete. E puntando sulla qualità e sul made in Italy.

I più giovani ormai non se lo possono neppure ricordare. Eppure fino a 15 anni fa la Marca trevigiana e la Pedemontana veneta erano uno dei poli del made in Italy per l’abbigliamento. La Benetton oggi, per i più giovani, è un marchio tra i tanti.
Un tempo Benetton era chi ti dava lavoro, era il marchio del sogno trevigiano, delle aziende famigliari a tutta velocità. Per una commessa Benetton si tirava notte e si stava sempre con il cronometro in mano per battere tutti nella velocità di confezionamento. Poi è arrivata la delocalizzazione, si è scoperto che prima i rumeni, poi i cinesi potevano lavorare più veloci di noi e che soprattutto costavano molto meno. La Benetton fedele alle logiche del mercato, ha preso armi e bagagli, si è messa a produrre ovunque costasse meno. Per la Treviso dei laboratori tessili contoterzi fu notte fonda. Chiusi molti laboratori, chiuse le scuole di formazione e crollo dell’indotto.
Eppure non è stata la desertificazione. In molti hanno resistito e reagito. Oggi nell’abbigliamento Treviso c’è ancora e non dipende più da Benetton. Lo scorso 13 marzo si è svolta ad Asolo presso la sala Hangar della Fornace, organizzato dalla Confartigianato di Treviso il “Matchday della moda” che ha messo a confronto una ventina di imprenditori dell’abbigliamento di Treviso e del Consorzio della moda di Verona. Una mattinata di incontri fittissimi in cui gli imprenditori trevigiani hanno proposto le loro linee di taglio, ricamo, finissaggio e di accessori. A disposizione cataloghi e modelli di quanto i laboratori sono in grado di fare. Tempi e modi per realizzare un’idea sono stati misurati negli incontri bilaterali. Insomma presentare idee e trovare la modalità per realizzarle velocemente ma con la tradizionale qualità del made in italy. A metà maggio alla Fiera Vicenza, nel corso dell’Origin passion, ci sarà un’altra tappa di questo confronto Treviso Verona e si vedrà cosa è stato realizzato dopo gli incontri di Asolo.
Il settore abbigliamento di Treviso tenta la svolta uscendo dalle secche della monocommittenza, errore storico fatto con la Benetton, e, sfruttando le conoscenze e la professionalità che è riusciti a conservare, apre un rapporto con le griffe e le grandi case. In questa occasione si è scelto un rapporto con Verona perché questo tradizionalmente è il distretto della moda più importante del Veneto e copre anche le province di Padova e Vicenza. Alcuni laboratori di Treviso sono insostituibili e ineguagliabili nel campo del confezionamento, nel finissaggio, nella serigrafia.
Sul sito della Confartigianato di Treviso è attivo il portale “Treviso imprese” che è un semplice ma strategico incrocio tra professionalità, aziende e grandi marchi. Il portale cerca di ricostruire la filiera della produzione della moda nel Trevigiano. “Lo abbiamo realizzato dopo una capillare mappatura dei laboratori del Trevigiano - spiega Filippo Fiori, funzionario della Confartigianato -. Proprio attraverso le schede presenti sul portale abbiamo individuato le imprese che potevano essere interessate agli incontri di Asolo. L’obiettivo più alto però è quello di organizzare e aggregare il mondo della moda e dell’abbigliamento trevigiano. Una gestione più coordinata che offra al committente un proposta completa, finita e operativa è strategicamente vincente e permette di valorizzare la particolarità, l’unicità dei nostri laboratori in un’ottica globale mondiale. Immaginiamo un capo commessa, a una specie di manager di rete che possa guidare le filiere ora invisibili, ma che possono venire alla luce e vincere sul mercato. Una opportunità che i grandi marchi, la case della moda non si farebbero certo sfuggire”.

L'imprenditore: "Puntiamo su velocità e professionalità"

Tra gli imprenditori presenti all’incontro del 13 marzo ad Asolo c’era Giuseppe Bragagnolo. La sua azienda produce dal 1982 camicie, si tratta della “B & B” di Vedelago.
“Siamo velocissimi, basta che uno ci porti uno schizzo di quello che vuole e noi in pochissimo tempo possiamo andare in produzione. Purtroppo abbiamo sentito la crisi, come tutti. Mi aspetto per il 2015 un miglioramento, ma sarò contento se alla fine andremo in pareggio”.

Continua Bragagnolo: “Sinceramente mi aspettavo un po’ di più. Intendiamoci, sono stato contento, ho conosciuto molti colleghi e condiviso progetti, ma avrei bisogno di entrare in contatto con “griffe” internazionali, che mi relazionino con i marchi che fanno tendenza. Ho una trentina di dipendenti, un paio di laboratori satelliti, un laboratorio in Romania e con il mercato interno un po’ lento o in difficoltà ho bisogno di aree più solvibili, magari con margini inferiori, ma rimanendo un po’ più tranquillo con aziende più strutturate”.

Ulteriori interviste ed approfondimenti sul numero della Vita del popolo di domenica 22 marzo

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