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Sportello Acli per i diritti delle persone con disabilità

Da venerdì 19 settembre sarà ufficialmente attivo lo sportello AcliCura, all’interno della sede del Patronato Acli Treviso in viale della Repubblica, dedicata alle persone con disabilità o invalidità e ai loro familiari. Operatori e operatrici formati ad hoc offriranno lumi su temi quali disability card, collocamento mirato, tagliando parcheggio e agevolazioni sui mezzi privati e pubblici, esenzioni da ticket sanitario, contributi per l’acquisto di protesi e ausili, nomina dell’Amministratore di sostegno, ecc. Si riceve su appuntamento, anche nelle altre sedi di Patronato Acli della Marca.
Un vuoto informativo
Tra i diversi servizi gratuiti offerti dal Patronato Acli Treviso, c’è l’assistenza alle persone con disabilità o invalidità all’Inps: una volta in possesso del certificato medico introduttivo ottenuto dal proprio professionista di famiglia, il diretto interessato o un suo familiare può rivolgersi loro quali intermediari con l’Inps per la presentazione della domanda (gratuitamente). Ottenuta la certificazione, però, esiste un vero e proprio vuoto informativo: “Nel momento in cui si ottengono i verbali dell’Inps, non è così semplice capire quali siano effettivamente i diritti acquisiti”, spiega Chiara Pozzi, direttrice del Patronato Acli di Treviso. Da qui la decisione di offrire (in questo caso a pagamento, perché è un servizio specialistico diverso) una sorta di guida: “I dati Inps ci dicono che le fragilità sono in aumento, così come aumenta la popolazione anziana. Parallelamente vediamo caregiver che ancora lavorano e sono schiacciati tra cura dei minori e degli anziani, soprattutto la generazione dei 40-50enni, non a caso definita generazione «sandwich»: non si tratta solo di tutela dei diritti, dunque, ma anche di far risparmiare tempo alle persone”.
Casi concreti
Le casistiche sono davvero molte, Pozzi ne cita alcune a titolo di esempio. Una persona malata di Sla che viene riconosciuta invalida ha diritto a una detrazione sul proprio veicolo da adeguare alle nuove necessità. Un familiare di una persona malata oncologica ha diritto al congedo straordinario per la sua assistenza, mentre spesso non sapendolo le persone consumano ferie e permessi. Prima ancora, che cosa s’intende per grado familiare: una nuora, in determinati casi, può essere considerata familiare. Altra domanda gettonata a cui ora si potrà dare risposta è se, nel proprio caso, si può avere diritto o meno a forme di prestazione economica come l’accompagnatoria. Un altro tema ancora è quello del collocamento mirato: le persone con disabilità o invalidità devono esservi iscritte per l’inserimento lavorativo tramite la legge 68/99. “Non possiamo rispondere a tutti, poiché non è tutto di nostra competenza, ma vogliamo accendere una lampadina per le persone e indicare loro l’interlocutore giusto a cui rivolgersi per vedersi rispettare i propri diritti”, conclude Pozzi. Rispetto dei diritti, ma anche risparmio di tempo: se una persona ha diritto a una scontistica sull’abbonamento Mom, deve saperlo, e deve sapere che per averla deve rivolgersi direttamente a Mom.
Alcuni numeri
Il Patronato Acli Treviso ci fa sapere che dal 2021 al 2024 l’incremento di richieste di riconoscimento raccolte dai propri uffici è stato del +17,1%. Un aumento che per Acli Treviso deriva da una maggiore “consapevolezza del cittadino della possibilità di richiedere tale riconoscimento e del ruolo informativo del nostro patronato”, con un’attenzione “non semplicemente al singolo bisogno manifestato dal cittadino ai nostri operatori in fase di appuntamento, ma alla sua storia a prescindere dalla necessità momentanea”. Un altro dato significativo è anche l’aumento delle richieste di riconoscimento della legge 104/92 (handicap), che rispetto al 2021 registra un +21,5% e “che consente ai familiari di beneficiare di permessi al lavoro ed eventuali periodi di congedo per assistere il soggetto fragile”.
Lo stigma
“Ci sono dei vantaggi nella sfortuna, e facciamo il possibile perché le persone li ottengano”, spiega ancora Pozzi, portando alla luce un altro tema: quello dello stigma. Ad esempio, ci sono persone con disabilità certificata che non si iscrivono nelle liste del collocamento mirato, anche se oggettivamente esso agevola l’inserimento lavorativo per delle persone che, in certi sensi e casi anche più di altre, hanno bisogno di un lavoro per sostenersi economicamente, ma anche per sentirsi appartenenti alla società produttiva. E ancora, ci sono genitori che decidono di non procedere con il riconoscimento dell’invalidità del proprio figlio o figlia “per paura di etichettarlo”, racconta Pozzi, rinunciando, però, così a delle agevolazioni come l’ottenimento di permessi lavorativi aggiuntivi. Il lavoro da fare sulla disabilità, quindi, ancora oggi è molto e purtroppo non esclusivamente di carattere informativo e assistenziale.