La settimana scorsa abbiamo pubblicato una presentazione della lettera apostolica di papa Leone sull’educazione:...
Giovani in centro: il progetto di Volontarinsieme che coinvolge ragazzi e famiglie
Una progettualità che ha permesso di aprire il dialogo tra giovani e adulti, mettendo in rete non solo diversi enti, associazioni e istituzioni del territorio, ma, soprattutto, i ragazzi con le loro famiglie e con la comunità che li circonda.
Si tratta di “Giovani in centro”, progetto nato nel 2020, con capofila Volontarinsieme odv, scritto con il Centro servizi per il volontariato Treviso-Belluno e finanziato, con circa cento mila euro, dal bando di fondazione Con i bambini a sostegno delle comunità educanti.
Molte le realtà coinvolte, a partire dall’Ulss 2 e dal Comune di Treviso, e poi, Veneto lavoro, Ascom-Confcommercio, cooperativa La Esse, Istituto veneto terapia familiare, Consultorio familiare di Treviso, associazione Mani tese e Uisp, sport per tutti, comitato territoriale di Treviso.
Tre le scuole trevigiane coinvolte: liceo Canova, liceo Duca degli Abruzzi e liceo Da Vinci.
Ma i ragazzi incontrati vanno al di là di quelli delle tredici classi interessate in maniera strutturale, poiché in campo c’era anche il camper dell’Ulss 2, con le progettualità degli operatori di strada, che hanno coinvolto 250 ragazzi solo nella città di Treviso, ma che continueranno a lavorare, con il progetto ministerialie Sconfinamenti, in tutta la provincia, fino a settembre del 2026, facendo attenzione a fragilità, frustrazioni e solitudini degli adolescenti.
“A fine mese, chiudiamo «Giovani al centro», iniziativa a lungo termine che ci ha dato molto - ha raccontato Anna Corò, presidente di Volontarinsieme -, pensata per agire sulle difficoltà dei più giovani, nate dalla pandemia. Il punto di arrivo è, tuttavia, anche un punto di partenza, prosegue, infatti, l’impegno in questa direzione, che, entro marzo, porterà alla stesura di un documento per «Treviso città educante». Con la collaborazione delle istituzioni politiche, speriamo di realizzare alcuni dei punti programmatici del documento e di estendere il progetto, in primis, alle altre scuole del territorio, ma, poi, perché no, anche all’intera regione, visti i risultati raggiunti e l’urgenza di occuparci delle fragilità dei ragazzi”.
“Giovani in centro” ha creato, in primo luogo, un dialogo e un legame tra i ragazzi e i commercianti della città di Treviso, che, alle volte, percepiscono i giovani come disturbo, e che invece, nell’incontro, si sono trasformati in risorsa per l’intera comunità, inoltre, con il coordinamento del project manager Marco Provenzale, è nato un Tavolo di co-progettazione adulti-minori, pensato per costruire insieme risposte condivise alle problematiche che affrontano gli adolescenti di oggi, grazie al dialogo e al confronto. A questo Tavolo si sono seduti educatori, soggetti istituzionali, ma soprattutto i ragazzi con le loro famiglie, che hanno risposto in maniera propositiva, creando un’importante sinergia.
“Le potenzialità del Tavolo - ha proseguito Corò - sono molteplici, confrontarci con i ragazzi ci ha insegnato molto. È innegabile che, in breve tempo, le difficoltà relazionali derivanti dalla pandemia in alcuni ragazzi si siano trasformate in rabbia, che alle volte sfocia in violenza, ma il contatto e il dialogo, anche in questi casi, possono fare la differenza, e, comunque, se ci sono problematiche più gravi, questo progetto ci permette di agganciarle e di trovare il supporto giusto. Ma non è tutto, penso soprattutto ai ragazzi di origine straniera, seconde e terze generazioni che, oggi, si trovano spaesati, come spaccati a metà, tra la vita sociale e quella familiare. Come sarebbe importante lavorare anche con loro e con le loro famiglie, per ricucire le due metà della mela, creare una società realmente interculturale, in cui le diversità diventano un valore aggiunto e non un motivo di lontananza, anche perché, come abbiamo visto durante gli eventi organizzati a Treviso con i ragazzi, tra di loro non esistono ostacoli e pregiudizi, quelli li costruiscono gli adulti”.
Sono due gli eventi andati in scena nell’ultimo anno, che hanno reso i ragazzi protagonisti, uno lo scorso 14 giugno, e uno, conclusivo, il 28 novembre che si è articolato in diversi momenti: in primo luogo a scuola, per progettare una città nuova, con proposte concrete per spazi a misura di giovani, e, poi, negli spazi urbani, con musica e sport che dessero la possibilità ai partecipanti di esprimersi in libertà e di dimostrare le loro capacità, come lo skate e il parkour, ma anche workshop di cittadinanza attiva.
Nella serata, anche un incontro con il professor Mario Tancredi, docente del Politecnico di Milano e all’Università di Bogotà (Colombia), che ha portato modelli internazionali di spazi urbani capaci di favorire l’inclusione giovanile, integrando le dimensioni della sicurezza e della partecipazione.
Gli appuntamenti cittadini, assieme all’azione capillare del camper di Sconfinamenti, sono stati essenziali per aprire la progettualità a sempre più ragazzi, anche dai territori circostanti, e agli adulti che si sono fatti coinvolgere, rinsaldando i legami di una comunità che provi davvero ad assumere il proprio ruolo educativo.



