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Un carro funebre per due

Moustapha Fall ci riprova: dopo l’ambulanza e il materiale medico, ora è il momento di trasportare a Saint Louis, in Senegal, le vetture funebri. L’impresa diventerà un documentario. Al via la raccolta fondi per il viaggio
09/05/2024

Ha i contorni di un’affascinante impresa epica, ma folle, quella che Moustapha Fall e Francesca Brotto si apprestano ad affrontare: un viaggio da Treviso a Saint Louis, Senegal, a bordo di un carro funebre, per il cui acquisto è stata appena avviata una raccolta fondi. La traversata sarà documentata dall’occhio attento del regista Andrea Prandstraller e ne sarà fatto un docufilm, grazie all’interessamento di una casa produttrice, affascinata dall’impresa, che potrebbe finanziarne il racconto. La motivazione di questo viaggio, però, è da ricercare nella storia familiare di Moustapha, detto Tapha, e nelle criticità socio-sanitarie della città del Senegal, affacciata sull’Atlantico.

Era il 2020, infatti, quando Tapha è tornato in Senegal per seguire la malattia del padre, venuto a mancare nello stesso anno: prima l’ambulanza che si rompe nel tentativo di portarlo a 150 chilometri di distanza per una visita, poi il carro funebre che manca e che costringe i familiari a portare la salma in spalla per quasi quattro chilometri, salvo un ultimo tratto fatto grazie a un pick up di passaggio. Una mancanza di rispetto e di dignità intollerabile per Tapha, trevigiano d’adozione dal 2001, non solo per il padre, ma anche per tutti gli abitanti di Saint Louis, città da 300 mila abitanti: una storia come tante altre in zona, ma che per Tapha non deve più ripetersi. Così, grazie, alla sua tenacia, nel 2021 è riuscito a spedire via nave un’ambulanza, insieme a cinque ecografi, un mammografo, due macchinari per l’anestesia, una trentina di letti, comodini, strumentazione per l’endoscopia e altre attrezzature varie, tutte donate dall’ospedale di Monastier “Giovanni XXIII” e dal centro per la salute “Blue Medical group” di Godega di Sant’Urbano, attraverso l’associazione Around us onlus. Un viaggio complesso e costoso, sostenuto dall’interesse e generosità di tanti cittadini e cittadine della Marca, che hanno partecipato alla raccolta fondi. La missione si è conclusa con successo: il materiale era arrivato a Dakar e il sindaco di Saint Louis aveva completato l’ultimo pezzetto del viaggio per portare il tutto nel suo ospedale.

A tre anni di distanza si apre ora la seconda, e forse più folle, parte dell’impresa: il viaggio con il carro funebre. Qui entra in scena Francesca Brotto, insegnante di teatro e ormai grande amica di Tapha, autrice del libro “E vissero quasi tutti”, che racconta la storia di quattro donne che aprono un’azienda di pompe funebri, grazie alla quale entra in contatto con gli esponenti trevigiani del settore. Tapha presenta il suo progetto a Tanexpo, l’Esposizione internazionale di arte funeraria e cimiteriale, dove raccoglie la solidarietà di due imprese, una lucana e una pugliese, che gli mettono a disposizione gratuitamente due carri funebri da inviare alla popolazione di Saint Louis. Un terzo, nuovo, resta da acquistare, ma anche da riempire di materiale scolastico per le scuole di quartiere della città che Tapha, con la sua associazione ConsiderAfrica, da anni sta rifornendo. E, poi, non resta che partire.

Il progetto, “Treviso ’Ndar - un carro funebre per due”, vede già attiva la campagna fondi. Nelle prossime settimane saranno realizzati eventi solidali per dare un sostegno all’iniziativa e contribuire a restituire dignità ai morti di Saint Louis, come l’ormai famoso “Cous cous Klan” di Tapha, un pranzo solidale a base del suo proverbiale cous cous. “Mi ghe provo sempre” dice Tapha con entusiasmo, e c’è da augurarsi che anche questa volta ce la faccia.

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