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Calcio dilettanti: il “gioco” delle fusioni

Il calcio è “spazio, tempo, inganno”. Almeno per Cesar Luis Menotti, lo storico commissario tecnico della nazionale Argentina, campione del mondo 1978, anche se lui si riferiva soprattutto all’aspetto tecnico. Ma sarebbe bello capire cos’è anche per alcuni dirigenti del calcio dilettantistico locale, protagonisti soprattutto nella burocrazia del calcio, da cui ricavano spesso, esperienze solo estemporanee. E per continuare con le citazioni, se “la storia si prende strane confidenze” per dirla con Erri De Luca, più di qualche dirigente sportivo ha preso alla lettera questa assunto. Prendiamo, ad esempio, il Giorgione 1911, società iscritta al campionato di Eccellenza che da qualche anno vive estati tormentate dove “spazio e tempo” sembrano non passare mai. Infatti, anche quest’anno, puntuale, si è vissuta un’altra puntata di questa storia tribolata della società. Nel momento in cui il presidente Fabio Rosin annuncia l’iscrizione al campionato di eccellenza (dovrebbe essere una formalità, a Castelfranco, invece, è un trionfo) con la squadra maggiore che fra qualche giorno inizierà la preparazione, ecco un altro annuncio: nasce l’asd Rossostellato Giorgione.
In pratica una nuova società presieduta da Riccardo Guidolin, figlio dell’ex allenatore Francesco Guidolin, ufficialmente coinvolto in questo progetto. Curerà il settore giovanile (particolarmente in sofferenza quest’anno) e sta puntando ad avere in gestione (nonostante la destinazione a Sant’Andrea) l’impianto di Bella Venezia (in gestione al Giorgione 1911). Società forte e strutturata, visto che ad accompagnare Guidolin in questa esperienza saranno ex, quali Alberto “Nini” Pisani, capitano storico del Giorgione in C2 e ora allenatore, Luca Riondato, altro ex capitano rossostellato, Manuel Perosin e altri.
Naturalmente è stata netta la presa delle distanze del Giorgione 1911, con il presidente Rosin risentito da questa iniziativa, ma che dovrà farsene una ragione, in quanto la nuova società ha già parecchi ragazzi iscritti e guarda avanti.
Ora, come detto, la battaglia sarà per l’assegnazione del campo da calcio, ma questa è una “grana” del Comune che ha già aperto il bando e se ne saprà di più nei prossimi giorni.
E se ne saprà di più nei prossimi giorni anche dell’evolversi della situazione dell’ex Montebelluna calcio, la cui attività della prima squadra è cessata lo scorso anno, ma che quest’anno è ripartita. Anche questa una ripartenza sofferta, in quanto c’è stata una fusione con il Valdobbiadene, da cui è nata una nuova entità: il MonteValdo. Si ripartirà dalla prima categoria (si attendeva una promozione) con un Consorzio di aziende che supporterà questa nuova avventura.
La società è stata affidata al direttore sportivo Rinaldo Mazzonetto, che ha scelto il tecnico Vladimiro Remonato e i giocatori che si ritroveranno il 18 agosto.
Al di là di tutto, non si è ancora capito come una realtà storica, ben salda di radici tecniche e anche economiche come Montebelluna, da sempre fucina di campioni con il settore giovanile e con la prima squadra, quasi sempre in serie D, abbia potuto decretare la chiusura dell’attività per un anno e ripartire, ora, con altra denominazione dalla prima categoria...
Così come riparte dalla prima categoria anche l’Asolo, ma solo dopo la fusione con il Città di Paese, che non si è iscritto alla prima categoria. In pratica in fase critica da qualche anno la storica società asolana, fondata nel 1922, ha trovato questo nuovo assetto con il passaggio dall’ex presidente Marco Muraro a Federico Rosso, protagonista, poi, della fusione.
La nuova realtà si chiama Asolo Fc 1922, con la prima squadra affidata a Roberto Lazzarotto. Sarà un nuovo inizio?
Se qui almeno si parla di nuovo inizio, a Spinea addirittura si cessa l’attività per rinuncia a iscriversi al campionato. Lo Spinea, alle prese con la crisi societaria (tanto per cambiare), culminata con la decisione, nel campionato scorso, di ridimensionare notevolmente la rosa e terminare, comunque, la stagione in Eccellenza, anche con la retrocessione.
Ma le multe accumulate e non pagate sono state tali che, insieme ad altre situazioni e diatribe interne, hanno portato alla non iscrizione della squadra, che solo qualche anno fa giocava in serie D.
Una situazione assurda che sfugge anche allo “spazio e al tempo”...
E che dire anche della situazione dell’asd Eagles Pedemontana di Pieve del Grappa, l’annosa società nata con il pregevole intento di raggruppare le varie realtà della Pedemontana trevigiana, Crespano, Paderno, Possagno, Castelcucco?
Quest’anno, purtroppo, non si è iscritta al campionato, chiuso, sparita.
Insomma, il calcio è proprio spazio e tempo, ma, a quanto pare, soprattutto inganno.