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Sport paralimpico in villa, la manifestazione a Treviso
Otto società sportive si sono date appuntamento sabato 16 ottobre in villa Margherita, per aprire uno spazio all'inclusione
A due anni dall’ultima manifestazione, sabato 16, nella giornata di apertura dell’anno sportivo trevigiano, in Villa Margherita si è tenuto l’evento “Lo Sport Paralimpico in Villa” organizzato da Veneti schiacciati dalla crisi con il patrocinio del Comune di Treviso e del Centro della famiglia.
Sono state otto le società trevigiane che si sono date appuntamento in questo luogo magico in un pomeriggio all’insegna dell’inclusività in rappresentanza delle 46 realtà del territorio. Dopo un’ora di dimostrazione dei vari sport (sitting-volley, powerchair hockey, calcio a cinque, atletica leggera, pallacanestro, danza paralimpica e ciclismo integrato), Mirella Tuzzato, presidente di Veneti schiacciati dalla crisi odv, insieme a Davide Giorgi, rappresentante dei delegati provinciali del Comitato paralimpico, ha presentato i ragazzi e le società coinvolte: Kosmos Volley, Treviso Bulls, Sport Life Montebelluna, Pol.Ma.C Atletica, Baskettosi, Pom Treviso Basket, Terraglio Danza, Dopla Ciclismo. L’evento è stato accompagnato dal coro Anton, un gruppo nato per sostenere un ragazzo affetto da distrofia muscolare di Duchenne con canzoni scritte dai suoi genitori che parlano di accoglienza, partecipazione e condivisione.
“Il coraggio di partire non ce l’hanno tutti - ha affermato Tuzzato -, ma questo spazio inclusivo fa capire l’importanza di avere questi luoghi e chiamarsi tutti per nome. Oggi non parleremo di disabilità ma di inclusione”. Appellandosi all’assessore alle politiche sociali Gloria Tessarollo, ha poi dichiarato: “Forse la privacy deve essere messa da parte, dobbiamo intercettare questi ragazzi, far capire ai genitori l’importanza di partecipare”.
All’evento era presente anche Remo Breda, consigliere della giunta nazionale Cip. “Queste iniziative sono bellissime - ha affermato - . Oggi è il giorno di apertura dell’anno sportivo trevigiano ed è un momento importante, ma queste attività andrebbero fatte più spesso. Dobbiamo far capire che fare sport è un bene sia per la psiche che per il fisico, dobbiamo riuscire a entrare nelle case di quelli che tengono ancora i ragazzini a casa perché hanno paura. Inclusione vuol dire avere la persona con disabilità protagonista della sua esistenza, vuol dire far sì che non solo noi siamo integrati nel mondo degli altri, ma anche il contrario, anche gli altri inclusi nel nostro mondo. Il mondo è uno solo ed è per tutti, lo sport è uno solo per tutti”.
Anche l’assessora alle Politiche sociali Gloria Tessarolo è intervenuta, portando i saluti del sindaco Mario Conte: “All’inizio dell’estate abbiamo sposato il progetto di Mirella e le abbiamo dato carta bianca, lei ha mosso un sacco di energie. Sarebbe bellissimo creare un unico grande spazio perché è importante abbattere le reti attorno al mondo della disabilità, non può essere trattata come un mondo altro. Oggi non devono essere due mondi distinti, ma solo un’altra visione del mondo e due modi di viverlo all’interno della normalità. Noi cerchiamo di contribuire a questo mettendo a disposizione questo spazio”.
“Avere occasioni come questa in contesti così magici crea dei momenti importantissimi - ha affermato Carlo Zaja, insegnante di danza nella Polisportiva Terraglio -. E’ importante esserci e dare stimolo a chi magari purtroppo ancora si nasconde dietro a queste barriere perché la disabilità spesso è nascondersi, bisogna superarle ed è il nostro motto in quanto squadra paralimpica in carrozzina, abbiamo cercato di vedere la carrozzina non come uno strumento che bisogna accettare, ma come strumento che dà possibilità che due gambe non possono avere. Due gambe possono fare altre cose, ma lavorare insieme può dare forza. Lo stesso vale per la sensibilità di percepire, questi ragazzi sono veri, non hanno le barriere che tanti di noi si pongono, quello che sentono lo esprimono, lo dicono e forse dovremmo essere noi a imparare da loro”.
A ciascuno dei ragazzi e degli allenatori, dirigenti e direttori sportivi è stata donata una calla di vetro, un fiore fragilissimo a ricordare non solo la fragilità, ma anche della bellezza di questi ragazzi.