Penso che molti, come me, siano rimasti inizialmente un po’ sorpresi dalla elezione al pontificato del...
Il caldo che uccide

Il 2 giugno, come accade dal 2022, si è celebrata la Giornata mondiale di azione contro i rischi legati al caldo, promossa dalla federazione della Croce rossa. A causa del cambiamento climatico, le ondate di calore sono in aumento. Stanno diventando più intense e più lunghe.
Un nuovo rapporto, pubblicato nei giorni scorsi da Climate central, World weather attribution e Croce rossa internazionale, illustra come il cambiamento climatico abbia, ancora una volta, causato un caldo estremo negli ultimi 12 mesi.
I ricercatori hanno analizzato i dati meteorologici dal 1° maggio 2024 al 1° maggio 2025, per evidenziare i pericoli del caldo estremo, definito come una temperatura superiore al 90 per cento delle temperature registrate in una determinata località tra il 1991 e il 2020.
Secondo questo studio, circa la metà della popolazione mondiale ha vissuto almeno un mese di caldo estremo nell’ultimo anno, a causa del cambiamento climatico provocato dall’uomo.
La regione caraibica è stata tra le più colpite: l’isola di Aruba ha registrato 187 giorni di caldo estremo, 142 giorni in più rispetto a quanto ci si aspetterebbe in assenza di cambiamenti climatici.
La gravità della portata dell’impatto del caldo estremo sulla salute e il benessere umano, così come il suo impatto su altri settori come l’acqua potabile e l’agricoltura, rimane scarsamente documentata, in particolare nei Paesi a basso e medio reddito, sottostimando gli effetti sull’uomo e sull’ambiente.
Le comunità a basso reddito ed emarginate, spesso, non hanno accesso a sistemi di raffreddamento, assistenza sanitaria e alloggi sicuri, aggravando la loro esposizione, limitando, al contempo, la loro capacità di riprendersi da malattie legate al caldo, e da altri impatti. Le comunità a basso reddito e le popolazioni vulnerabili, come gli anziani e le persone con problemi di salute, sono quelle che soffrono maggiormente.
Secondo il rapporto, le alte temperature registrate durante gli eventi di caldo estremo verificatisi in Asia centrale a marzo, nel Sudan del Sud a febbraio e nel Mediterraneo lo scorso luglio non sarebbero state possibili senza il cambiamento climatico.
Le previsioni globali indicano che le temperature continueranno a raggiungere livelli record o prossimi a quelli già registrati nei prossimi cinque anni, aumentando i rischi e l’impatto su società, economie e sviluppo sostenibile.