Penso che molti, come me, siano rimasti inizialmente un po’ sorpresi dalla elezione al pontificato del...
Proteggere la biodiversità del fiume Sile

Rafforzare la tutela della biodiversità e delle risorse idriche attraverso il coinvolgimento attivo delle comunità locali e dei fruitori dell’area protetta: dai turisti, agli operatori economici, agli agricoltori, sino alle scuole; sono questi gli obiettivi del progetto PESBioSile che ha preso il via al Parco regionale del Fiume Sile. Prerogative che sono state illustrate nella conferenza stampa che si è svolta il 26 maggio nella sede del parco a Treviso.
Il progetto, sostenuto dal Centro nazionale per la biodiversità, con il supporto di Federparchi, Etifor | Valuing Nature, Aquaprogram e Bioprogramm, punta a rafforzare le azioni di conservazione nel tratto compreso tra le sorgenti del Sile e Quinto di Treviso. La zona è stata scelta come area pilota per testare un nuovo approccio metodologico che, in futuro, potrà essere esteso all’intero territorio del Parco. Al centro del progetto vi è un’accurata valutazione dello stato di salute delle acque e della fauna ittica, insieme alla mappatura delle principali criticità ambientali arrecate da attività umane come agricoltura, pesca sportiva, allevamenti ittici, prelievo idrico e turismo. Uno degli elementi chiave di PESBioSile è la partecipazione attiva delle comunità locali per costruire insieme un percorso condiviso di gestione e tutela dell’area protetta.
Grazie a questo approccio, sono stati ottenuti i primi risultati chimico-fisici sullo stato delle acque e della biodiversità del fiume Sile e su questi temi si sono già svolti, nel mese di aprile, tre incontri partecipati con Comuni, enti pubblici, associazioni, allevatori e agricoltori. Il progetto ha un costo complessivo di 250.000 euro di cui 200.000 di contributo del Centro per la biodiversità e 50.000 euro del Parco del Sile.